mercoledì 2 maggio 2012

Deruta: il Girolamo parcheggiato

E' cominciata male e finisce peggio la politica culturale dell'ultima amministrazione comunale di Deruta. Chi ha buona memoria ricorderà che cinque anni fa l'esordio della Giunta Comunale di centrodestra non fu dei migliori. Inspiegabilmente si chiamò fuori dalle celebrazioni dedicate a Pinturicchio con cui la Galleria Nazionale dell'Umbria replicò il successo di quelle su Pietro Perugino in cui Deruta aveva guadagnato un posto di rilievo con la mostra La ceramica al tempo di Perugino.
Sindaco e assessori preferirono non farne nulla e non entrare nel circuito ufficiale delle mostre, nonostante la partecipazione fosse più che legittima, visti gli stretti rapporti da tempo messi in evidenza dalle ricerche storiche fra Bernardino di Betto e la città delle ceramiche dove, è addirittura noto che la figlia del pittore si fosse maritata.
In compenso, i governanti di Deruta si affannarono in dispendiose, quanto inutili, manifestazioni di basso profilo culturale: dal Cioccomocco al Coccetto d'Oro, fino alla Corsa delle Brocche.
Quanto queste iniziative abbiano recato all'immagine di Deruta e al prestigio della sua arte non è difficile da comprendere.
La conclusione del mandato amministrativo non è migliore.
Qualche settimana fa, nell'imminenza della campagna elettorale, il Sindaco ha inaugurato la Casa della Cultura dove con 500.000 Euro di spesa hanno trovato casa l'Archivio storico di Deruta, prima depositato a Perugia, e tredici associazioni locali, tra cui la banda musicale presieduta dal papà dell'assessore alla cultura.
Insomma una bella spesa, mentre per ristrettezze economiche la stessa amministrazione comunale ha deciso di chiudere la Pinacoteca oggi visitabile solo la domenica e di ridurre l'orario di apertura del Museo regionale della ceramica, passato da 16.000 visitatori nel 2004 a 8.000 nel 2011.
Veramente un bella operazione culturale.
Noteremo, per inciso, che senza nulla togliere a Ugolino Nicolini cui l'archivio è stato intitolato, meritava qualche menzione l’illustre concittadino Francesco Briganti che, fondatore del Museo di Deruta nel 1898, fu poi conservatore dell'Archivio Storico del Comune di Perugia e direttore della Biblioteca Augusta di Perugia.
Invece una targa se l'è beccata Girolamo Diruta che, già scomodato dal sonno eterno dall’improvvido coordinatore di un recente convegno locale che lo ha fatto passare per un usuraio, si è visto intitolare -tanto per infierire- il parcheggio dietro la casa della cultura manco fosse un ausiliario del traffico e non il trattatista e teorico musicale fra i più importanti nella storia della musica.
Ma c'è di più. Girolamo amava la ceramica derutese, nel 1566 scrisse al cognato perché gli procurasse delle saliere moderne da un maestro del borgo. Il nostro Sindaco lo ha palificato sul parcheggio realizzato sopra le fondamenta di alcune antiche fornaci, la cui scoperta nel 2009 fu subito celebrata come il ritrovamento di “tesori nascosti” con tanto di convegno di specialisti cui fu assicurata “la volontà di inserire, integrare e collegare le nuove scoperte archeologiche al sistema del museo della ceramica”. Ma i tesori sono rimasti nascosti e sopra è tornato un parcheggio.
Per fortuna dei derutesi, il Sindaco tagliando il nastro della nuova casa ha espresso l'auspicio “che le future generazioni tornino a studiare l’arte, la cultura e la storia della nostra città e ad amare il proprio territorio, la propria storia e le proprie origini”. Parole sagge. C'è davvero bisogno di studiare, ma anche per le vecchie generazioni e proprio a cominciare dal primo cittadino che in un servizio televisivo ripassa la storia di Deruta.
Bontà sua, ci rivela finalmente che la città sarebbe stata fondata nel Mille dopo Cristo e che deve il nome all'etimo latino “dixtructa” (sic!) visto che - secondo questa nuova storiografia - sarebbe stata distrutta ripetutamente per difendere Perugia.
Chissà chi avrà lasciato le “abbondanti testimonianze di una presenza abitativa in epoca romana” che Francesco Federico Mancini ricordava nel suo volume “Deruta e il suo territorio”.
Se questa è la casa e i suoi condomini, la cultura dovrebbe avere già traslocato.
Franco Cocchi

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non credo che dormisse sonni tranquilli il povero Girolamo Diruta; se non altro per il fatto di non essere mai stato ricordato nel suo paese natale e perché, nel tempo, la storiografia locale ne aveva addiruttura falsato la vera identità (cfr. Vermiglioli-Bianconi-Mancini-Caruso-Mattei). Franco Cocchi, di Girolamo Diruta, conosce solo lettera di cui parla, per la quale suggerirei, a favore della ricerca, un minimo di cautela nell’attribuirla. Se invece fosse venuto al convegno il dr. Cocchi avrebbe potuto acquistare il CD del “Transilvano”, inciso per la Tactus da Marco Ghirotti (presente al convegno) che lo ha riproposto integralmente all’organo di S. Nicolò di Celle; oppure una copia del trattato stesso, messo in vendita per l’occasione dall’editore Forni di Bologna con il 20% di sconto. Ma soprattutto avrebbe trovato prestigiosi musicisti e musicologi, provenienti da tutta Italia, che gli avrebbero fatto capire tutto il valore del Nostro: valore che forse va oltre l’”amore per la ceramica” (ammesso che vi sia stato). Prima di esternare in piena campagna elettorale contro questo convegno e contro le politiche culturali derutesi, avrebbe potuto aspettare almeno la pubblicazione degli atti, leggerli, e convenire (con onestà intellettuale) sul considerevole contributo dato da questo convegno alla ricerca musicologica. Per le altre considerazioni sull’”usuraio”, sul “parcheggiato”, sull’”infierire”, sulla “casa”, sulla “cultura” e “traslochi” vari, per ragioni di spazio, rimando i lettori di questo blog, alla mia risposta allo stesso articolo su www.umbriavanti.it:.... sempre che la pubblichino.
Carlo Segoloni, derutese e “improvvido coordinatore” del convegno su Girolamo Diruta