
Ahi sti ricordi alla luce del giro di quattrini scomparsi al tempo
dei Dl (nome nobile della Margherita), e allora fonda un partito nuovo
dal nome modesto “Alleanza per l’Italia, perennemente sovrastimato nei
sondaggi e pronto ad insinuarsi nel duo Casini Fini come terza spalla.
Si con Fini il suo antico avversario, capace oggi di scavalcarlo a
sinistra in materia di diritti civili. L’ex delfino di Almirante non si
scandalizza infatti pensando ad unioni civili, considera necessaria
l’estensione del diritto di cittadinanza ai migranti nati e cresciuti in
Italia. E Rutelli? L’uomo buono che adotta i bambini del “terzo mondo”,
il pio e devoto seguace di Santa Madre Chiesa, già da anni coltivava il
sogno di occupare uno spazio che rischia di restare vuoto, quello del
“razzismo democratico”. Già ai tempi della preparazione del programma
dell’ultimo governo Prodi ebbe a dire:«Con la proposta di riforma delle
leggi sull’immigrazione di questo governo si creeranno cittadini di
serie A, gli immigrati e di serie B gli immigrati». Ma l’uscita sul
Giornale berlusconiano rappresenta un ulteriore punto di caduta: “No
alla cittadinanza per gli immigrati nati in Italia. Lampedusa si
riempirebbe di donne in stato di gravidanza pronte a sfruttare la
situazione” ha detto in sostanza, spiazzando anche il povero (si fa per
dire) Borghezio. Difficile prevedere se sta lavorando per la costruzione
di una sezione romana della Lega Nord, se cerca i voti di Forza Nuova,
facile dire che non esistono margini etici per pensare a qualsiasi
accordo, di ogni ordine e grado con un partito guidato da un leader del
genere.
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