lunedì 7 gennaio 2013

La Lega Nord ci ricasca, dopo Belsito i rimborsi al Senato

Dopo lo scandalo dell'ex tesoriere Francesco Belsito (indagato per riciclaggio, truffa e appropriazione indebita) sull'utilizzo dei rimborsi elettorali del Carroccio, le dimissioni del 5 aprile da segretario di Umberto Bossi, schiacciato dal peso della cartellina The Family, ecco una nuova tegola sulla Lega a poche settimane dal voto. Un nuovo scandalo. Ci sarebbe più di un conto che non torna nella gestione dei 3 milioni di euro che ogni anno il Senato ha erogato al gruppo parlamentare.
Dunque, se la matematica non è un'opinione, bisognerebbe far luce su ben 15 milioni di euro, visto i  cinque anni della legislatura appena conclusa.  Si parla persino di una “paghetta” da 2 mila euro al mese per l'ex ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. Sarebbe stata  concessa per compensare il venir meno dello stipendio da ministro, quando è caduto il governo Berlusconi.
La lega, quella formazione politica ricca di macchiette da avanspettacolo di quart’ordine, che gridava da dentro la camicia verde: “Via da Roma ladrona e Padania libera”. Il famoso e mitico Nord Est del Bel Paese. “La parte più avanzata, moderna, europea, industrializzata dell’Italia. Quella dalla moralità incorruttibile, non parassitaria, che manteneva con il suo lavoro  tutta la penisola”.
Questa la vulgata che per un trentennio il duo Bossi Berlusconi, hanno sbandierato. E i primi a crederci e seguire i due furbi pifferai, sono stati proprio gli imprenditori, gli operai, gli artigiani di quelle regioni. Hanno creduto nella bufala che dinnanzi a un mondo globalizzato, dove oramai potenze del calibro Brasile, India, Cina, dettano le regole, la “padania”, il lombardo veneto, potevano far da soli.
“Fuori dall’Italia, fuori dall’Europa”, hanno gridato per anni. Si son fatti prendere per i fondelli da personaggi da commedia all’italiana come Calderoli, Bricolo, Bossi figlio e padre, Belsito. Si son fatti fregare da un tappetto con i capelli di plastica, che un palmo oltre le Alpi, in un qualsiasi Paese europeo, sarebbe già in galera da trent’anni. Ora si ritrovano con un Nord pieno di mafia e camorra. Uomini con la coppola, che gli controllano tutta l’economia. Con una sanità al collasso, gestita in gran parte dal Vaticano, tramite mille faccendieri.
Per considerarsi la parte più intelligente del Paese, dinnanzi al disastro  economico, sociale che si ritrovano, è persino difficile trovare le parole adeguate per commentare. Ora la simpatica combriccola di “buon temponi”, pare si stia rimettendo insieme. Chissà per quali altre fantasmagoriche avventure. Per ora si è già inventata un nuovo slogan:  “il 75% delle tasse deve rimanere sul territorio”. Evidentemente hanno individuato altre Tanzanie dove investirli.
Casaioli Renato, www.umbrialeft.it

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