mercoledì 30 gennaio 2013

Ma che brutta campagna elettorale! di Giacomo Russo Spena, Micromega

Il leader del centrosinistra Bersani, un giorno sì e l’altro pure, cerca un dialogo postvoto con il Professor Monti (il quale di tecnico ha nulla, di politico tutto). Berlusconi ormai colleziona i calendari di Mussolini e propone catene di Sant’Antonio. Grillo preferisce parlottare con Casa Pound, intonare i suoi vaffanculo e attaccare i sindacati. Ingroia – a sinistra avrebbe un’autostrada – si fossilizza in sterile polemiche con la Boccassini, che forse a mia insaputa si candida anche lei. Difficile immaginare una campagna elettorale così brutta e soprattutto lontana dai sentimenti, dalle paure e dalle condizioni materiali delle persone. Senza fare facile demagogia, sembra un dato di fatto che la politica (in senso sano del termine) sia la grande assente in questa tornata. Passano i giorni, il 24 febbraio si avvicina, e non si ascolta dibattito su disoccupazione giovanile, piaga delle precarietà – ormai non solo lavorativa ma esistenziale – chiusure delle imprese. Sulla difficoltà di arrivare a fine mese. Al massimo qualche promessa, ma poco credibile: alcuni leader tentano di rifarsi una verginità. Bersani – che dopo aver votato la riforma in Parlamento – afferma di volersi occupare entro i primi 100 giorni da premier degli esodati. Chissà chi l’ha creati. Oppure promette il taglio alla spesa per gli F-35 e pure quelli chissà chi li ha rifinanziati.
Monti – ancora più stupefacente – dopo aver tassato anche l’aria fa promesse berlusconiane di sgravi fiscali e tagli di Irpef e Irap. E l’Imu, boh? Non si capisce chi l’ha messa e chi l’ha voluta. Intanto  mentre i media si occupano dell’ultima mossa machiavellica di Berlusconi per vincere le elezioni – SuperMario Balotelli! – nel Paese succede che a Palermo la polizia carica gli operai della Gesip, “rei” di chiedere il pagamento della seconda rata della cassa integrazione. Grave colpa, in effetti. E qualcuno mi sa dire che succede a Taranto? E nelle carceri? La Corte Europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo – poche settimane fa – ha condannato l’Italia per “violazione dei diritti umani, tortura e trattamento inumano e degradante”.
Abbiamo pochi mesi per rimediare all’aberrazione delle galere nostrane arrivate a 66mila detenuti a fronte dei 48mila posti letto. Barbarie. Non ci sono altri termini plausibili. Eppure nessun ultimo governo è riuscito a risolvere l’emergenza, tanto che la stimabilissima associazione Antigone – delusa dall’inefficienza della Casta non sensibile al problema – sta promuovendo tre leggi di iniziativa popolare per l’introduzione nel nostro codice penale del reato di tortura, per l’abrogazione della legge Fini Giovanardi sulle droghe e, come terza, per una nuova normativa per il carcere dove si introduce ad esempio la figura del difensore civico.
Altro caso emblematico: a Roma l’altroieri sono morti due clochard dal freddo, in grande aumento nella Capitale. Ma non solo. Si attende, con ansia, qualcuno che esca dal pollaio e dal politicismo per ritornare a parlare al Paese reale. Quello che ormai soffre la fame e vede grigio il proprio futuro.
PS: alla fine voterò, turandomi il naso, il “meno peggio” e la lista più vicina alle istanze sociali e alternativa a berlusconismo e montismo ma… mai come in questa tornata elettorale comprendo l’astensionismo

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