martedì 5 febbraio 2013

Bersani-Monti e il suicidio politico di Sel di Giacomo Russo Spena, Micromega

Bersani e Monti. Monti e Bersani. Come lo scrivi, lo scrivi non cambia nella sostanza: dopo il voto ci sarà un’intesa tra centrosinistra e Terzo Polo, i cosiddetti moderati. Lo richiede Re Giorgio Napolitano, lo impongono i mercati (o almeno così si dice), lo reclama l’Europa e soprattutto lo impongono i numeri al Senato, causa un Porcellum diventato legge elettorale nel 2005. Da quel momento diverse maggioranze si sono alternate senza modificarlo minimamente fino alla pagliacciata conclusiva di affidare al leghista Roberto Calderoli l’idea di “abbozzare” una nuova legge elettorale. E chi è ovviamente Calderoli? L’artefice del Porcellum! Tutto torna. E così la norma che era stata creata ad hoc da Berlusconi per garantire l’ingovernabilità è tutt’ora in vigore, forse per il Pd non era così prioritaria modificarla. Ad ognuno il suo Super Mario: a Bersani Monti, a Berlusconi Balotelli.
Neanche la storia del voto utile, richiesto più volte dai dirigenti del Pd, ha un grande senso sentendo le parole del leader di Bettola: “Anche col 51 per cento cercheremo un dialogo coi centristi”. Tra l’altro il concetto è ben espresso nella Carta d’Intenti, in cui si parla di “apertura ai liberali”. Chiaro per tutti. Non per Sel. Che sta facendo una campagna elettorale in cui nega l’evidenza: non ci sarà mai nessuna intesa coi moderati. E le parole di Bersani sul 51 per cento? Invenzioni. E la Carta d’Intenti? Il termine liberale ha una valenza europea e si riferisce a Di Pietro. Ah certo. Come sbagliarsi!
Dato che i cittadini non sono proprio tonti e ascoltano i leader parlare – e soprattutto è raro vedere due sfidanti e due coalizioni avversarie trovare tali convergenze a 19 giorni dal voto – il partito di Nichi Vendola è in forte calo nei sondaggi. Schiacciato tra il desiderio di spostare a sinistra l’asse del centrosinistra e la dura realtà di un’intesa post voto, appunto, con Monti. E così dopo la sconfitta alle primarie, Sel si trova ora davanti ad una situazione non facile: è fedele al Pd, vuole governare ma senza Monti. Però il Pd vuole il suo Super Mario e qualcosa quindi non torna. Nicola Fratoianni, braccio destro di Vendola, sul suo fb ha scritto poco fa: “Se Bersani vuole l’alleanza con Monti, vada con Monti. Noi non voteremo mai quell’alleanza, a costo di rompere con il Pd”.
Allora la domanda sorge spontanea: ma quando hanno firmato la Carta d’Intenti o parlavano i vari D’Alema, Veltroni, Franceschini, Bersani, Letta, Ambrosoli di dialogo coi moderati, dov’era Sel? Al bagno?

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