PERUGIA - La seconda Repubblica, purtroppo, si
concluderà ignominiosamente fra qualche giorno dopo aver disatteso gran
parte dei programmi che avevano determinato la sua nascita e che,
secondo le generali aspettative, suffragate da tante promesse non
mantenute, dovevano portarla a cambiare pelle e a migliorarsi in
tantissimi ambiti. Al contrario, si è riproposto il vecchio “cliché”
operativo con le sue vecchie malefatte e lo stereotipo fallimentare che
caratterizzò l’esito inglorioso di quella precedente.
Da allora ad oggi nulla è cambiato. Anzi. E quel poco che si riscontra nel suo procedere sono le tante ignobiltà condotte e le infamanti scelleratezze portate a termine, molto spesso andate anche parecchio oltre alle nefandezze compiute in un passato di cui vergognarsi ed assolutamente da dimenticare.
Venti anni fa, ad eccellere in obbrobri e scandali vari furono i socialisti e i democristiani che dovettero assistere alla scomparsa dei loro storici partiti a causa delle proprie fin troppo ricche “gherminelle”. Prima di quel periodo di gravi malversazioni, che presero l’avvio già un decennio prima a seguito dei gravi reati compiuti dai ministri Longo e Tanassi che intascarono cospicue tangenti legate all’acquisto di aerei militari, si erano registrati altri due grossi scandali: quello della Federconsorzi del presidente Mizzi che coinvolse anche il ministro Bonomi e quello delle “lenzuola d’oro”, messo in atto dal calabrese Lodovico Ligato, responsabile delle Ferrovie dello Stato e importante maggiorente della DC. Eventi che avrebbero dovuto aprire gli occhi ed allarmare i tanti “mariuoli” del bosco e del sottobosco in circolazione.
Da allora ad oggi nulla è cambiato. Anzi. E quel poco che si riscontra nel suo procedere sono le tante ignobiltà condotte e le infamanti scelleratezze portate a termine, molto spesso andate anche parecchio oltre alle nefandezze compiute in un passato di cui vergognarsi ed assolutamente da dimenticare.
Venti anni fa, ad eccellere in obbrobri e scandali vari furono i socialisti e i democristiani che dovettero assistere alla scomparsa dei loro storici partiti a causa delle proprie fin troppo ricche “gherminelle”. Prima di quel periodo di gravi malversazioni, che presero l’avvio già un decennio prima a seguito dei gravi reati compiuti dai ministri Longo e Tanassi che intascarono cospicue tangenti legate all’acquisto di aerei militari, si erano registrati altri due grossi scandali: quello della Federconsorzi del presidente Mizzi che coinvolse anche il ministro Bonomi e quello delle “lenzuola d’oro”, messo in atto dal calabrese Lodovico Ligato, responsabile delle Ferrovie dello Stato e importante maggiorente della DC. Eventi che avrebbero dovuto aprire gli occhi ed allarmare i tanti “mariuoli” del bosco e del sottobosco in circolazione.
Questi episodi delittuosi non servirono a niente; gli scandali
proseguirono ed aumentarono nel tempo, finché non esplose clamorosamente
il caso di “Tangentopoli” che si caratterizzò con qualche condanna,
peraltro neppure troppo esemplare, i suicidi di Moroni, Cagliari e
Gardini, oltreché dalla fuga di Bettino Craxi che per non finire dietro
le sbarre, si stabilì da latitante sulla costa tunisina, potendo contare
su quel grosso bottino che si era portato dietro. La reale condizione
di latitante decisa dall’ex presidente socialista, non venne mai
accettata dalla figlia Stefania che anche quando assunse l’incarico di
sottosegretario di stato, conferitole da Berlusconi, ebbe a dichiarare
di vergognarsi di essere cittadina italiana, proprio perché il governo,
quantunque “amico”, aveva fatto sì che suo padre morisse e fosse sepolto
in un paese straniero.
Intanto, proprio in questa settimana, segnata anche dalla volontà di lasciare il soglio pontificio da parte di papa di Benedetto XVI, circostanza che fa tremare i polsi ai porporati vaticani, qualche provvedimento nei confronti di più di un “ladruncolo”, è stato preso e dai primi provvedimenti assunti, la nascente terza Repubblica, sembra aver imboccato finalmente e con fermezza un percorso agevole in grado di garantire ciò che si attendono, in primo luogo, i cittadini italiani, lavoro, equità sociale, massima moralità, assoluta legalità e revisione del piano sanitario nazionale.
Raffaele Fitto, il “ragazzo prodigio”, così definito da Berlusconi che a suo tempo lo aveva indicato quale di lui delfino prima della comparsa sulla scena di Angelino Alfano, ex ministro per gli affari regionali oltre che ex presidente della Regione Puglia, si è beccato quattro anni di galera. Destinato perciò ad essere ricordato anche quale ex carcerato, per intanto si dichiara vittima dell’accanimento giudiziario nei confronti dei politici del Pdl, facendo da controcanto al “refrain” tanto caro al suo cantore-padrino-padrone, ovviamente delegittimando il provvedimento assunto nei suoi confronti dalla magistratura.
Intanto, proprio in questa settimana, segnata anche dalla volontà di lasciare il soglio pontificio da parte di papa di Benedetto XVI, circostanza che fa tremare i polsi ai porporati vaticani, qualche provvedimento nei confronti di più di un “ladruncolo”, è stato preso e dai primi provvedimenti assunti, la nascente terza Repubblica, sembra aver imboccato finalmente e con fermezza un percorso agevole in grado di garantire ciò che si attendono, in primo luogo, i cittadini italiani, lavoro, equità sociale, massima moralità, assoluta legalità e revisione del piano sanitario nazionale.
Raffaele Fitto, il “ragazzo prodigio”, così definito da Berlusconi che a suo tempo lo aveva indicato quale di lui delfino prima della comparsa sulla scena di Angelino Alfano, ex ministro per gli affari regionali oltre che ex presidente della Regione Puglia, si è beccato quattro anni di galera. Destinato perciò ad essere ricordato anche quale ex carcerato, per intanto si dichiara vittima dell’accanimento giudiziario nei confronti dei politici del Pdl, facendo da controcanto al “refrain” tanto caro al suo cantore-padrino-padrone, ovviamente delegittimando il provvedimento assunto nei suoi confronti dalla magistratura.
Per Giuseppe Orsi, molto vicino agli ambienti di Comunione e
Liberazione e della Lega ed ex Amministratore Delegato di Finmeccanica,
il Tribunale di Busto Arsizio ha disposto la custodia cautelare in
carcere perché accusato del reato di corruzione internazionale per una
tangente di oltre 50 milioni di euro, pari a un centinaio di miliardi
delle vecchie lire (capito?), per un appalto di elicotteri destinati
all’aviazione indiana. Rappresentando Finmeccanica la più importante
azienda metalmeccanica europea e leader assoluta nel settore della
difesa, dei trasporti e dell’energia, con un terzo del suo capitale in
mano al Tesoro, al momento, non sembra del tutto peregrina anche
l’ipotesi di un coinvolgimento di qualche alto “papavero” che abbia
facoltà decisionali superiori a quelle di Orsi. Con l’aria che tira non
vorremmo gridare ancor con più voce ad un nuovo scandalo che già, allo
“status quo”, sembra proprio uno di quelli che non lasciano dormire,
specialmente dopo l’improvvida dichiarazione rilasciata ieri dal
bizzarro leader del molto folcrorico rassemblement di centrodestra a cui
è piaciuto giustificare e ”santificare” la corresponsione di quella
tangente, di fatto legalizzando un reato corruttivo. Evento che,
naturalmente, ha scatenando il finimondo in ambito politico e
giudiziario perché, ai più maliziosi, lascia intendere che quella sia
stata la strada da lui percorsa nella gestione delle sue molte aziende.
Un atto corruttivo, ma indispensabile “passe partout” per consentirgli
smisurati e troppo spesso nebulosi arricchimenti personali che, nel loro
merito, hanno chiamato in causa anche l’avvocato londinese David Mills,
la cui reticenza ha valore confermativo.
Roberto Formigoni, nella sua veste di presidente della Regione
Lombardia, per essere indagato nel verminaio dell’inchiesta sul caso
Maugeri con l’accusa di corruzione ed associazione a delinquere, per la
cui vicenda sono da tempo in carcere alcuni dei suoi benefattori e
sodali, ha già annunciato di voler querelare mezzo mondo. Naturalmente,
anche il “Celeste”, indossando i panni della “verginella”, dice di
essere del tutto estraneo ai fatti contestatigli, pur essendo stato
colto con le mani nel vaso della marmellata. Ovviamente anche lui
dichiarandosi vittima della “giustizia ad orologeria” ed al pari di
Berlusconi, che nel frattempo ha ricandidato nelle sue liste una
cinquantina di fior di “galantuomini”, tuttora alle prese con problemi
irrisolti anche molto seri di carattere civile e penale, ribadisce con
forza e fierezza la sua innocenza.
Altro “boiardo di stato” salito alle cronache in questi giorni è l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, che ha ricevuto un avviso di garanzia per tangenti versate alla Saipem per l’ottenimento di commesse operative in Algeria. Un altro malaffare, questo, che inquieta parecchio perché coinvolge una delle aziende storiche e leader del nostro paese.
Altro “boiardo di stato” salito alle cronache in questi giorni è l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, che ha ricevuto un avviso di garanzia per tangenti versate alla Saipem per l’ottenimento di commesse operative in Algeria. Un altro malaffare, questo, che inquieta parecchio perché coinvolge una delle aziende storiche e leader del nostro paese.
Anche sul versante dello scandalo che ha coinvolto numerosi
personaggi eccellenti attivi nel mondo finanziario, politico, molti dei
quali con responsabilità elevate al vertice del Monte dei Paschi di
Siena, implicando anche l’on. Denis Verdini, coordinatore nazionale del
Popolo della Libertà e presidente di una banca cooperativa fiorentina
che, in qualche difficoltà, è stata costretta ad accorparsi ad altro
istituto in grado di assicurare più solidità, si sono registrate
importanti novità. Proprio ieri, difatti, Giancarlo Baldassarri,
direttore finanziario della banca senese è stato arrestato con l’accusa
di far parte della “banda del 5%”, mentre, con parte del malloppo in
tasca, sembra che fosse in procinto di fuggire alla volta di Londra, con
l’intento di sottrarsi alla cattura.
Nel mezzo di tanto preoccupante clamore, a scorrere con attenzione i
giornali, per fortuna, appaiono anche notizie frivole che togliendo
dalla mente la tristezza, rasserenano l’animo, contribuiscono a
riportare un minimo di gaiezza e invitano a sorridere di nuovo.
Un giornale americano ha riportato la notizia che riferisce di uno studio condotto dal primo dipartimento della facoltà zooiatrica di una prestigiosa Università della California, presieduta dal professor Rosenthal, ha dimostrato che il coniglio nano si accoppia di media due volte in più di un coniglio normale. Secondo l’eminente preside della facoltà veterinaria la spiegazione del fenomeno è da ricercarsi nel fatto che, quasi tutte le conigliette, hanno prevalentemente preferito accoppiarsi ai “maschietti” nani.
La notizia, pur assai singolare, ma certamente non sconvolgente, non deve stupirci troppo, essendoci già notorie le straordinarie performance del famoso nano Bagonghi, la principale attrazione del Circo Barnum e le altrettanto rinomate “prestazioni” del duo B&B, alias Berlusconi e Brunetta, non proprio due “spilungoni”, che al pari di quelle del brevilineo circense, hanno fatto più volte il giro del mondo per la stupefacente fama che hanno suscitato.
Un giornale americano ha riportato la notizia che riferisce di uno studio condotto dal primo dipartimento della facoltà zooiatrica di una prestigiosa Università della California, presieduta dal professor Rosenthal, ha dimostrato che il coniglio nano si accoppia di media due volte in più di un coniglio normale. Secondo l’eminente preside della facoltà veterinaria la spiegazione del fenomeno è da ricercarsi nel fatto che, quasi tutte le conigliette, hanno prevalentemente preferito accoppiarsi ai “maschietti” nani.
La notizia, pur assai singolare, ma certamente non sconvolgente, non deve stupirci troppo, essendoci già notorie le straordinarie performance del famoso nano Bagonghi, la principale attrazione del Circo Barnum e le altrettanto rinomate “prestazioni” del duo B&B, alias Berlusconi e Brunetta, non proprio due “spilungoni”, che al pari di quelle del brevilineo circense, hanno fatto più volte il giro del mondo per la stupefacente fama che hanno suscitato.
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