sabato 2 febbraio 2013

"Primarie finte, con Vendola che ha anteposto i suoi interessi privati". I dissidenti di Sel approdano a Rc


"Le primarie per la scelta dei candidati sono state finte. Vendola ha anteposto interessi privati a quelli collettivi". I dissidenti di Sel approdati ieri a Rivoluzione civile non si risparmiano certi in complimenti verso il loro ex portavoce. E mettono giù accuse molto precisi. Sul numero esatto di quanti siano inon c'e' chiarezza visto che come spiegano alcuni di loro, Alfonso Gianni, Carmine Fotia, Francesco Cantafia, Rosario Costaro, Saverio Cipriano, si tratta di ''esponenti di Sel in varie regioni, dalla Sicilia alla Sardegna, passando per il Lazio, che hanno deciso di restare coerenti''. Anche se Sel precisa che molti di questi personaggi avevano già deciso di abbandonare la loro organizzazione alla fine del 2012 la decisione di passare con Ingroia ha oggi il suo grande impatto simbolico, anche perché arriva dopo la formazione delle liste, come fa notare lo stesso leader di Rc nel corso della conferenza stampa di ieri a Montecitorio. “La nostra decisione di lasciare Vendola per aderire a 'Rivoluzione Civilè infatti - spiega il siciliano Cantafia, tra i fondatori di Sel – è spontanea ed è dettata da ragioni politiche, non certo da nostre aspirazioni personali. Noi non abbiamo mai chiesto candidature, nè le vogliamo. Semplicemente diciamo 'nò a chi antepone i propri interessi personali a quelli collettivi. e vogliamo restare coerenti”.“L'unica scissione pre-liste invece – incalza Ingroia – è quella che ha consentito il Pd all’interno dell’Idv candidando Massimo Donadi...”. Ma l’affondo di 'Rivoluzione Civilè a Sel e al Pd è a 360 gradi: i “fuoriusciti” parlano di “primarie finte” che hanno portato alla candidatura certa “solo un drappello di 23 persone calate dall’alto” senza alcun confronto con il territorio (quello che è successo con le primarie, racconta uno di loro Saverio Cipriano, “è drammatico, tanto che non esistono dati certi su nulla informatevi pure...“); si accusa Vendola di usare la coalizione con il Pd “come un taxi” visto che in caso di accordo con Monti “probabilmente ne uscirà”; e si punta il dito contro la “questione morale” che comunque, assicura Ingroia, “interessa il partito di Bersani da Penato al Monte dei Paschi di Siena”.“Noi non vogliamo fare gli sciacalli che si approfittano di casi come questo del Mps per fare campagna elettorale – assicura Ingroia – ma è anche vero che il Pd non ha mai fatto nulla sinora per uscire dall’intreccio tra politica e affari”. A chi accusa Rc di voto “inutile”, Ingroia risponde: “Vorrei ricordare – scandisce – che la mia campagna elettorale è cominciata con una lettera aperta a Bersani e con una richiesta di confronto con Vendola. Sono stati loro ad aprire le ostilità. Non noi”. “Noi restiamo semplicemente coerenti con le nostre idee e con i nostri programmi che sono in tutto alternativi a quelli di Monti e di Berlusconi” che comunque, conclude, “non credo proprio corra il rischio di vincere”.

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