giovedì 21 febbraio 2013

Se le banche centrali non regalano soldi, le borse crollano


Borse in drastico calo in tutto il mondo. Qual'è la novità? La Federal Reserve sta pensando di cambiare strategia, smettendo o almeno diminuendo le "iniezioni di liquidità" che fin qui hanno tenuto su i mercati finanziari anche se l'economia reale resta ferma.
Meno 2% in Asia, idem e anche di più in Europa. Ma la fuga dal rischio borsistico era iniziata già ieri sera a Wall Street, con Dow Jones e Nasdaq in caduta rapida.
La notizia è in effetti una bomba, per i mercati finanziari: la Federal Reserve è divisa al suo interno, e non è affatto detto che nella prossima riunione del Fomc (il comitato che decide sulle operazioni) accetti di continuare a "scaricare denaro dal cielo" come fin qui fatto con ben tre operazioni di "quantitative easing" (prestiti a tasso zero, acquisto di titoli "tossici" come se fossero buoni, acquisto dei titoli di stato del Tesoro Usa, ecc).
La terza operazione è ancor ain corso e si concretizza con acquisti per circa 85 miliardi di dollari al mese. Contemporaneamente, la Fed mantiene da tempo ormai immemorabile (oltre due anni) i tassi di interesse base praticamente a zero (una forchetta tra zero e 0,25; di fatto regala soldi alle banche che chiedono prestiti, visto che possono "prendere" a costo zero e investire a tassi più alti, o comunque - causa inflazione - restituire a scadenza una cinfra che comunque "pesa" meno di quanto era al momento del prestito).
Su questo vi alleghiamo qui sotto un articolo preoccupato da IlSole24Ore.
L'altra notizia è che, dopo la Francia, anche la Spagna sta iniziando una politica di "svalutazione competitiva" anche in regime di moneta unica (in cui un singolo paese non può più decidere in proprio quanta moneta stampare), visto che sono vietati anche i finanziamenti diretti alle imprese o all'economia, il governo Rajoy azzera i contributi e l'Iva per chi assume disoccupati. Una "rinuncia" alle entrate fiscali che al momento non rientra nella categoria di "aiuti di stato" che farebbe scattare le sanzioni della Ue.
La notizia Usa è che i guasti di un lungo periodo di denaro facile potrebbe a breve diventare superiori ai benefici (hanno tenuto in vita i mercati finanziari, ma l'eccesso di liquidità può trasformarsi alla lunga in uno tsunami inflazionistico senza molti precedenti recenti). Ed è una conseguenza dell'apertura, anche da parte del Giappone, di una offensiva al tempo stesso protezionistica e inflazionistica, per indebolire lo yen e favorire le proprie esportazioni.
Ma anche la mossa spagnola va letta nel quadro della "guerra delle monete" e della guerra commerciale. Inqeusto caso anche dentro l'Unione europea.
I due articoli che dettagliano la discussione nella Fed e le misure del governo spagnolo:

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La Fed è divisa e potrebbe frenare sull'allentamento monetario. La Banca d'Inghilterra prosegue con l'iniezione di liquidità

di Vittorio da Rold

Contrordine a Washington sul QE3. All'interno della Federal Reserve di Ben Bernanke ci sono forti divisioni sulla strategia da tenere e sull'efficacia di una politica monetaria troppo accomodante, motivo per cui durante la riunione del prossimo 19 e 20 marzo si discuterà di un possibile cambio di strategia fin qui tenuta dalla più potente banca centrale del pianeta. È quanto si legge nei verbali del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, relativi alla riunione dello scorso 29 e 30 gennaio.
Nonostante alcuni segnali incoraggianti arrivati dal fronte economico, per esempio sul versante immobiliare e d sul mercato dell'automobile, la Fed ha deciso di proseguire con l'acquisto di 85 miliardi di dollari di titoli di stato e bond garantiti da mutui al mese.
I programmi sono pensati per sostenere investimenti e assunzioni e rilanciare la crescita tenendo i tassi di lungo periodo bassi. I verbali del Fomc mostrano tuttavia che secondo alcuni membri del Fomc , tra cui il rappresentante della Fed di Kansas City, Esther George, una politica monetaria troppo accomodante potrebbe incoraggiare un'eccessiva assunzione di rischio in alcune aree del mercato del credito. «Ho dissentito a causa di possibili rischi e possibili costi di queste politiche che superano i loro benefici - aveva detto George - Mentre io sono d'accordo di mantenere bassi i tassi per sostenere la ripresa, penso che mantenere i tassi vicino allo zero abbia le sue conseguenze negative».
Anche se i programmi di stimolo hanno avuto successo, «molti hanno espresso preoccupazione sulle possibili conseguenze avverse sulla stabilità finanziaria», riportano le minute. Insomma il grido di allarme del "falco" Esther George della Fed di Kansa City ha colpito nel segno.
Come si legge ancora nelle minute, eventuali cambi di rotta saranno valutati anche sulla base delle previsioni economiche. Durante il meeting di marzo, saranno aggiornate anche le stime sull'economia ed è in calendario la conferenza stampa del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke. Insomma si volta pagina. Alcuni membri hanno sottolineato inoltre che "la Banca centrale dovrebbe essere pronta a cambiare il ritmo degli acquisti di asset", anche rivedendo gli obiettivi fissati in precedenza.
GLI EFFETTI SUL CAMBIO. In effetti la mossa di ridurre la liquidità sul mercato dovrebbe rafforzare il dollaro che mercoledì sera ha effettivamente guadagnato terreno mentre Wall Street ha perso punti. Sui mercati valutari, l'euro è calato a 1,3279 dollari e il biglietto verde è avanzato a 93,79 yen. La guerra delle valute potrebbe avere una nuova puntata con la modifica del QE della Fed.
LA BANK OF ENGLAND NON CAMBIA ROTTA E PENSA A PIù STIMOLI
È una Bank of England invece è unanime nel mantenere il tasso di riferimento allo 0,5% e sul programma di acquisto titoli, quella che emerge dalle minute
del comitato monetario della banca centrale, diffuse mercoledì. I verbali mostrano però che addirittura tre dei nove membri del comitato abbiano sostenuto la necessità di incrementare di ulteriori 25 miliardi di sterline il programma di acquisto titoli, portandolo da 375 a 400 miliardi. Insomma Londra va avanti con iniezioni di liquidità senza timori di inflazione .
da Il Sole 24 Ore

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Spagna, Iva sospesa alle Pmi e sgravi per chi assume i giovani disoccupati

di Luca Veronese

Mariano Rajoy tenta di rilanciare l'azione del suo Governo, di aprire una nuova fase, quella della crescita e del sostegno alle imprese e all'occupazione. Promette agevolazioni fiscali per le aziende che assumono giovani, garantisce un regime speciale di "Iva per cassa" per le piccole imprese e per gli autonomi.
Assediato più dagli scioperi quotidiani e dalla protesta che monta nelle piazze che dall'opposizione socialista, più debole che mai a causa degli scandali di corruzione che coinvolgono il suo Partito popolare, il premier conservatore si è presentato oggi in Parlamento per il tradizionale Dibattito sullo stato della Nazione rivendicando le riforme realizzate - quella del mercato del lavoro e quella del sistema bancario - e il risanamento del bilancio pubblico attuato nel suo primo anno alla Moncloa: secondo il primo ministro spagnolo nel 2012 il deficit pubblico è stato ridotto al 7% del Pil, con un calo pari a 21 miliardi che tuttavia non ha permesso a Madrid di centrare il target del 6,3% concordato con i partner europei.
Dopo l'austerity - voluta da Bruxelles e inevitabile considerando la perdita di credibilità sui mercati della Spagna che la scorsa estate è stata a un passo dal default - Rajoy ha annunciato un piano per rilanciare l'economia iberica ancora in piena recessione.
«Abbiamo compiuto il nostro dovere: evitare il naufragio che minacciava il nostro Paese e avviare, senza perdere un solo minuto, le riforme necessarie per il nostro sistema produttivo», ha detto Rajoy. «Non è stato né facile né piacevole ma non tutti l'hanno capito», ha spiegato il leader popolare sottolineando i progressi fatti: «Tra gli osservatori internazionali nessuno avrebbe scommesso sulla Spagna solo un anno fa. Nessuno. Mentre oggi tutti sono concordi nel sostenere che la Spagna può farcela, che la nostra economia si riprenderà».
Le due misure più incisive proposte oggi da Rajoy sono agevolazione fiscali alle imprese. La prima studiata per «sconfiggere il nemico più pericoloso, la disoccupazione» riguarda le agevolazione per le imprese che assumono giovani: «Favoriremo i contratti part-time per i dipendenti con meno di 30 anni con una riduzione del 75% degli oneri sociali per le imprese con più di 250 dipendenti e del 100% per quelle più piccole. E questo fino a quando il tasso di disoccupazione non scenderà sotto il 15% dall'attuale 26%». La seconda ha l'obiettivo di dare ossigeno alle piccole attività in piena crisi: «Approveremo un regime speciale dell'Iva che dal 2014 permetterà alle pmi e agli autonomi di non pagare l'Iva sulle fatture che non hanno incassato interamente. Un sostegno che sarà dato a tutte le attività con un giro d'affari inferiore ai due milioni di euro».

da Il Sole 24 Ore

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