mercoledì 6 febbraio 2013

Sul biogas il Pd va sotto in Consiglio. Complimenti

di Stefano Vinti
PERUGIA - Che la questione del regolamento per gli impianti a biogas fosse una questione complicata, dal punto di vista politico, oltre che ambientale si era capito da tempo, soprattutto da quando da quando la mobilitazione dei cittadini contrari a carte scelte ha assunto una caratteristica non proprio minoritaria.
Il Consiglio Regionale dell’Umbria è stato convocato, martedì 5 febbraio, a discutere di due mozioni, una a firma dei consiglieri del Pd, Galanello, Barberini e Smacchi e l’altra a firma del capogruppo di Rifondazione Comunista, Damiano Stufara.
Le due mozioni erano convergenti sul punto politico essenziale: la Giunta regionale deve riscrivere il regolamento in materia di istallazione degli impianti a biogas, particolarmente penalizzante, data l’eccessiva vicinanza prevista alle abitazioni.
Dopo il dibattito, prima di passare al voto sulle mozioni, su richiesta del Pd, si interrompe la seduta del consiglio per verificare se esistono le condizioni politiche di sostenere la tesi dell’assessore all’ambiente, Silvano Rometti, che ribadiva l’immutabilità del regolamento vigente.
Il primo fatto politico, assolutamente inedito, è che il Pd decideva di riunirsi, non con tutta la maggioranza consiliare come sarebbe stato normale e pacifico, ma solo con il gruppo Psi, escludendo Rifondazione Comunista, l’Idv e il gruppo misto.
Un fatto politico, una rottura consiliare nella maggioranza, che sono in grado di testimoniare, mai avvenuta negli ultimi 13 anni di storia del consiglio regionale dell’Umbria.
Nella sostanza il Pd ha rinunciato alla ricerca della sintesi tra posizioni diverse manifestate nella maggioranza, tra cui, è bene ricordarlo 3 suoi consiglieri.
La mini riunione di maggioranza, Pd-Psi, partorisce un ordine del giorno che, clamorosamente, cancella le richieste di revisione del regolamento contenute nella mozione, che viene ritirata. Pertanto in aula sono sottoposte al voto, l’ordine del giorno (Pd-Psi) e la mozione di Rifondazione Comunista.
Il risultato è praticamente clamoroso, il Pd è battuto in aula, infatti l’ordine del giorno ottiene 14 voti favorevoli (Pd-Psi), 5 contrari (Prc, Idv, Lega Nord e Gruppo misto) e 10 astensioni (Pdl, Udc, FdI).
Il voto d’astensione vale come voto contrario.
Occorrerà fare i complimenti a qualche stratega democratico-socialista per lo splendido risultato raggiunto, sia dai loro gruppi che dalla maggioranza di centro sinistra. Quando il settarismo e l’aria elettorale prende il sopravvento, per la buona politica sono tempi duri. In questo frullatore anche l’opposizione ne esce disarticolata, tant’è che la Lega vota per conto suo.
Il regolamento sbagliato resta in vigore, i cittadini sono delusi e arrabbiati, qualche potere è soddisfatto, la credibilità delle istituzioni non ne esce bene.

PERUGIA - “Alla fine di questa messinscena penosa sono ancora una volta i cittadini e le istituzioni a pagare il prezzo più alto. La giunta rifiuta ancora una volta di ritirare la delibera che di fatto deregolamenta il settore delle biomasse e il Pd, come era immaginabile, fa carta straccia della propria mozione per assecondare la volontà dell'assessore Rometti. Poi ci si lamenta del proliferare di comitati e focolai di protesta...” Il consigliere regionale Oliviero Dottorini, capogruppo Idv a Palazzo Cesaroni, commenta con queste parole il voto del Consiglio regionale che ha portato alla bocciatura di entrambe le mozioni presentate da alcuni consiglieri di maggioranza sul tema delle biomasse.
“Sui temi ambientali la credibilità è tutto – afferma Dottorini -. Purtroppo quando ai numerosi scandali ambientali si uniscono i tentativi maldestri di modificare i regolamenti elaborati dal Consiglio, non si fa altro che confermare nell'opinione pubblica la sensazione di opacità nella gestione dell'intera materia. Questo non possiamo permetterlo. La Giunta regionale deve immediatamente ritirare la delibera 494 e sgomberare il campo da ogni insinuazione o sospetto. Tra tutte le modalità di produzione di energia da fonti rinnovabili le biomasse sono le più controverse e più di altre si prestano al rischio di contraffazioni pericolose. Per questo necessitano di regolamenti chiari, controlli severi e confronto costante con la popolazione. Indipendentemente da come la si pensi in proposito, è urgente riaprire un confronto, seppur tardivo, con le amministrazioni locali e con i cittadini per riaffermare alcuni principi: la biomassa deve essere reperita in loco e gli impianti devono essere di piccole dimensioni, riportando le distanze a quanto già deciso dal Consiglio regionale. Fa veramente dolore constatare come una straordinaria opportunità di produzione di energia da fonti rinnovabili possa trasformarsi in un boomerang per la credibilità delle nostre istituzioni".


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