”Da
quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la
parte folcloristica, razzista e sprangaiola. Che non comprende
l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione
nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo
senso dello stato e la tutela della famiglia”. Queste le parole oscene
che scriveva sul suo blog il 21 gennaio Roberta Lombardi, appena
nominata capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla Camera. La Lombardi
ripropone la tesi di un primo fascismo “buono”, prima che degenerasse.
Ma non finisce qui, perché la neodeputata in un altro post del suo blog
chiede l’abolizione dei sindacati, che “hanno esaurito una missione nel
momento in cui si sono trasformati in grumi di potere che mercanteggiano
soldi, cariche, proprietà con quelli che dovrebbero essere i loro
interlocutori dall’altra parte della barricata ma che sono diventati i
loro complici di inciuci alle spalle dei lavoratori”. Meglio quindi
“pensare a qualcosa di nuovo che tuteli i diritti dei lavoratori”.
Ecco il testo integrale del suo blog:
Il testo integrale dell’incredibile commento revisionista del
capogruppo grillino alla Camera: dopo Mussolini giustifica anche Casa
Pound. E spera nella fine dei sindacati.
Roberta Lombardi è la capogruppo alla Camera dei Deputati del Movimento 5
Stelle e lo sarà per i prossimi tre mesi. Pubblichiamo il testo
integrale di un post dal titolo “Italia sotto formaldeide”, pubblicato
lo scorso gennaio sul suo blog robertalombardi.wordpress.com
Ultimamente sento e leggo molti ardimentosi paladini dello status quo
difendere a spada tratta sindacati, associazione di categoria, partiti e
vecchie ideologie e mi chiedo perché.
Perché così tante persone, scontente dello situazione attuale,
comprensibilmente preoccupate per il futuro loro e dei loro figli,
giustamente indignate di fronte alla pochezza morale ed intellettuale di
una classe dirigente inadeguata sotto TUTTI I PUNTI DI VISTA difendono
ancora strenuamente i simboli di un modo di pensare e creare la società
VECCHI e che hanno ESAURITO la loro missione storica?
Se parliamo delle ideologie, penso all’episodio recente di “Grillo
che apre a Casapound”. Prima questione: qualcuno mi dice, finchè
esistono loro il fascismo non sarà morto, quindi non mi dire che questa
ideologia non rappresenta una minaccia presente. Da quello che conosco
di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica
(se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende
l’ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione
nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo
senso dello stato e la tutela della famiglia.
Quindi come si vede Casapound non è il fascismo ma una parte del
fascismo. E quindi solo in parte riconducibile ad esso. Seconda
questione, e questo per me è il punto fondamentale, sono 30 anni che
fascismo e comunismo in Italia non esistono più. Invocarne lo spettro a
targhe alterne è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa: ti agito
davanti il noto spauracchio perché voglio far leva sulle tue paure per
portarti dalla mia parte. Non sono i fascisti o i comunisti che ci hanno
impoverito, tolto i diritti, precarizzato l’esistenza, reso un incubo
il pensiero del futuro.
Se parliamo dei sindacati chiedendone l’abolizione, ti tacciano di
voler tornare indietro alla rivoluzione industriale. Anche qui, i
sindacati hanno esaurito una missione nel momento in cui si sono
trasformati in grumi di potere che mercanteggiano soldi, cariche,
proprietà con quelli che dovrebbero essere i loro interlocutori
dall’altra parte della barricata ma che sono diventati i loro complici
di inciuci alle spalle dei lavoratori. Non si tratta di negare la
fondamentale funzione che storicamente hanno avuto, ma oggi non è più
così e quindi meglio pensare a qualcosa di nuovo che tuteli i diritti
dei lavoratori.
Discorso simile per le associazione di categoria: potevano avere un
senso nel medioevo ma delle corporazioni hanno perso lo spirito
mutualistico per trasformarsi in caste e castine o lobby che cercano
sponde politiche ad ogni tornata elettorale. Organizzano tavole rotonde
con i vari candidati e cercano di tirarli dalla loro parte lusingandone
la voglia di consenso. Presidenti o segretari ti chiamano chiedendoti
una candidatura che porterebbe al tuo movimento tanti tanti voti di cui
non sai che fartene, se quello che cerchi sono cittadini attivi e non
automi della croce sulla scheda elettorale.
Purtroppo la storia , soprattutto la nostra, ci ha dimostrato che
ogni filtro o intermediario posto tra cittadino e cittadino nel tempo si
è trasformato in una barriera allo sviluppo di rapporti sociali,
economici, lavorativi.
Una società fluida ed interconnessa permette uno scambio paritario e
la creazione dinamica di reti che si compongono intorno ad idee. Questo è
il salto nel vuoto di cambiare il proprio modo di pensare in modo
radicale e nuovo.
Passiamo dalla società delle divisioni alla società delle connessioni.
Il cambiamento è una sfida complessa, ma se non siamo pronti ora che
non abbiamo più nulla da perdere a mettere in gioco tutto noi stessi
inventandoci un nuovo modo di intendere la società intorno a noi, se non
rompiamo il barattolo pieno di formalina in cui la nostra società si
conserva da troppi decenni, dobbiamo essere consapevoli che domani non
avremo un’altra possibilità.
da Globalist.ited ecco un commento di Maso Notarianni apparso su Micromega
Roberta Lombardi: l’ideologia quando mancano le idee
L’antifascismo di maniera è una delle cose peggiori siano capitate
nella storia del dopoguerra. Quante sprangate – o peggio – “per il gusto di”
sono state date in nome dell’antifascismo (di maniera, appunto). E quanti danni
hanno fatto, non solo alle vittime delle stesse, ma in generale al grande
movimento di emancipazione dei lavoratori in Italia e nel mondo.
Dopodiché, un capogruppo alla camera, non può permettersi di dire simili
castronerie: «Prima che degenerasse, il fascismo aveva una dimensione nazionale
di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato
e la tutela della famiglia». (Qui il post originale)
Dire che un capogruppo alla Camera (nel linguaggio del MoVimento
il portavoce dei portavoce) non può permettersi impunemente tali castronerie
non è però antifascismo di maniera. Questo è antifascismo e basta, è quell’antifascismo
di cui parla la Costituzione italiana. Questo quindi, (anche questo, per
carità, insieme a mille altre cose che con l’antifascismo non c’entrano nulla)
è vigilare sulla Costituzione italiana.
«Prima che degenerasse, il fascismo aveva una dimensione nazionale
di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello Stato
e la tutela della famiglia», scrive Roberta Lombardi sul suo blog. Scrive, non
dice al volo distratta mentre un cronista la insegue. Scrive, quindi si suppone
poi rilegge, corregge gli errori, e poi pubblica.
Quando arrivano, inevitabili, le polemiche, il capogruppo alla
Camera – la portavoce dei portavoce – mette una pezza assai peggiore del buco,
dicendosi “allibita dalle stumentalizzazioni in atto su una frase estrapolata
da un contesto” (Qui il post originale). Una frase degna di Berlusconi e di
tutti coloro che negli ultimi 30 anni hanno sfrattato la politica dai palazzi
del potere rendendoli dimore di una casta, del tutto scollegata con la realtà,
che ha difeso i suoi particolari interessi invece di fare gli interessi di chi
era chiamata a rappresentare.
Ma la portavoce dei portavoce insiste: “Quella espressa era una
analisi esclusivamente storica di questo periodo politico, che naturalmente
condanno. In Italia il fascismo così come il comunismo è morto e sepolto da
almeno trent’anni.
Mi riferivo, facendo una analisi, al primo programma del 1919, basato su voto
alle donne, elezioni e altre riforme sociali che sembravano prettamente
socialiste rivoluzionarie e non certamente il preludio di una futura
dittatura”.
Fin dal 1919, i Fasci di Combattimento misero in atto azioni di squadrismo,
appoggiate dalla alta borghesia, che miravano a impedire in Italia una
rivoluzione socialista e a rispondere con violenza alle rivendicazioni degli
operai e dei contadini. Nell’aprile del 1919 i fascisti assaltarono la
redazione milanese de l’Avanti.
Quindi la portavoce dei portavoce non solo risponde con un tono degno della
peggior casta politica, ma scrive altre sciocchezze che una semplice googlata
le avrebbe evitato.
Vero è che siamo abituati a deputati e senatori che non hanno idea
di cosa sia la Costituzione italiana o di dove sia l’Afghanistan, paese nel
quale siamo in guerra. Ma intanto, proprio contro questa situazione il
MoVimento 5 stelle ha costruito la sua fortuna, e comunque se l’ignoranza sulle
tecnicità del funzionamento della macchina politica del nostro Paese può essere
perdonata a dei giovani e nuovi volti, l’ignoranza sulla Costituzione
repubblicana e sulla storia del fascismo e dell’antifascismo del nostro Paese
no, io quella non mi sento di perdonarla in nessun modo.
Avere un capogruppo alla camera di un gruppo così forte che pensa queste cose,
e che alle accuse replica peggiorando la situazione, è un problema per tutti,
non solo per il gruppo M5S, perché siamo in un momento difficile e delicato.
Che potrebbe portare a cose nuove e belle, ma anche a cose orrende…
E non ci sono più “opinioni personali” personali che tengano:
Roberta Longobardi è capogruppo alla Camera e – insisto ancora – è portavoce.
Ovunque scriva (che vuol dire che ha anche meditato su quel che ha scritto), e
ovunque parli, non lo fa più per se stessa, ma per tutti quelli che hanno
votato M5S e per tutti quelli che rappresenta come capogruppo. Soprattutto dopo
quello che ha detto lo stesso Beppe Grillo sull’articolo 67 della Costituzione
(che come dimostra la vicenda Longobardi, è da difendere con le unghie e con i
denti).
Ora, siccome io non sono pregiudizialmente contrario al MoVimento
5 Stelle, anche se la dinamica del guru, che ben conosco, mi fa paura non poco,
sono qui, non credo da solo, disponibile a dare una mano.
Ma vedo, purtroppo, che da parte di molti aderenti e simpatizzanti del
MoVimento si risponde alle critiche nello stesso modo nel quale molte critiche
vengono fatte: in modo ideologico e pergiudiziale. E questo mi piace ancora
meno.
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