mercoledì 1 maggio 2013

Dovete morire prima. La Sicilia apre la corsa

Non è gratificante avere ragione su certe cose. Ma "dovete morire prima" è l'obiettivo delle politiche di taglio della spesa pubblica. In Sicilia, quindi, si eliminano i fondi per le cure di "fine vita" ai malati di tumore inoperabili.

Sintetizzare certe decisioni come "politiche criminali" - e crimogene - ci è costato qualche critica. Ma la realtà quotidiana, tra suicidi e tentati omicidi, ci dà fin troppe conferme. Ora siamo arrivati al dunque. Ricordate le polemiche di destra e cattoliche contro l'eutanasia - nei casi in cui o il paziente stesso finché era in condizioni di intendere e volere, oppure i parenti più stretti dopo anni di mantenimento in vita forzato - e le grida agli "assassini che voglio staccare la spina"?
Bene. La differenza c'è ed è abissale: chi sostiene, noi compresi, la libertà di scegliere la morte, sostiene una libertà fondata sulla consapevolezza individuale e sui limiti della scienza attuale. Nel tagliare invece la spesa sanitaria, invece, si pratica una "eurtanasia di massa" CONTRO la volontà dei pazienti. Tra suicidio individuale e stragi di massa, nella Storia, ce ne corre...

Qui sotto vi proponiamo l'articolo http://palermo.blogsicilia.it che dà conto dela decisione della giunta regionale siciliano guidata da Crocetta.

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Stop alle cure oncologiche di fine vita, la Sicilia azzera i fondi

Manlio Viola
Stop alle cure ai malati oncologici terminali. La Sicilia non finanzierà più le così dette “cure palliative” o di “fine vita” abbandonando a se stessi i malati terminali che negli ultimi anni avevano potuto contare su cure per accompagnarli verso l’irreparabile limitando il dolore e garantendo loro una accettabile qualità della vita nella fase terminale e una “dignità” negli ultimi mesi di esistenza.

La Commissione bilancio ha, infatti, azzerato i tre capitoli di spesa che era dedicati alle sovvenzioni alle tre associazioni no profit che si occupano di questi malati attraverso assistenza domiciliare e attraverso la gestione di specifiche aree para ospedaliere.

Si tratta, complessivamente  di 505 mila euro, poco più di mezzo milione. i riferimenti sono a tre capitoli di spesa, uno da 70 mila euro, un secondo da 231 mila euro ed un terzo da 204 mila euro. tutti sono adesso “per memoria” ovvero non c’è un soldo.

Bilancio di tagli, dunque, e a farne le spese sembra siano non solo precari, forestali ed enti locali anche anche l’assistenza diretta e indiretta. Persone che non possono scendere in piazza a difendersi e che vengono abbandonate a se stesse negli ultimi mesi di vita.

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