lunedì 13 maggio 2013

La salute è un diritto che non va bruciato: Terni dice “NO” all’inceneritore

di Agnese Cupido, Umbrialeft.it
TERNI - Mentre a Brescia qualcuno protesta a causa di deliranti manie di persecuzione da parte della magistratura, al centro Italia qualcun altro manifesta per ragioni sicuramente più concrete e ragionevoli. Oggi pomeriggio, infatti, i cittadini ternani si sono riuniti in un corteo organizzato dal Comitato NO Inceneritore, per gridare ancora una volta “NO” all’inquinamento e rivendicare quel diritto inalienabile che è il diritto alla salute.
Le ragioni di questo “NO” sono molteplici. Innanzitutto l’inceneritore emana nano polveri, diossine, furani e altre sostanze tossiche, che attraverso il sangue raggiungono tutti gli organi del corpo in poche ore, con ovvie ripercussioni sulla salute, esposta sempre più al rischio di cancro, malformazioni al feto, parkinson e via discorrendo. Inoltre, i rifiuti veramente distrutti dall’inceneritore sono soltanto il 35%, il resto finisce comunque in discarica, non risolvendo quindi il problema “affollamento rifiuti” e, anzi, andando a cozzare con il sistema della raccolta differenziata, un sistema che quindi per nulla si sposa con il meccanismo dell’inceneritore al contrario di quanto vogliono far credere le istituzioni. Se i politici gridano tanto alla differenziata, infatti, è soltanto perché plastica, carta, gomma e legno sono i rifiuti che alimentano maggiormente l’incenerimento, è nel loro interesse quindi, averli già separati e pronti per essere bruciati. Altra ragione del “NO” sta nel fatto che gli impianti vengono finanziati da ingenti fondi pubblici, con un aumento del 7% sulle bollette Enel. Oltre ai costi, bisogna guardare anche all’ambiente. Le ceneri emanate sono altamente tossiche, per far funzionare il sistema vengono utilizzate grandi quantità di acqua e inquinate altrettante, il cibo è a rischio contaminazione e questo si ripercuote sulla vendita delle merci, svalutate a causa del pericolo di prodotti contaminati.
Alla luce di ciò qualcuno si chiederà: perché allora continuano a esistere e a essere installati inceneritori nelle città, qual è il guadagno? Nessuno! Il guadagno va solo alle imprese costruttrici, agli imprenditori e ai politici che sostengono il sistema degli inceneritori. Proprio a questo non-guadagno, o meglio, sbagliato guadagno, grida la protesta di oggi che vede riuniti in un unico corteo comitati e associazioni di tutta la regione. Smaltimento non vuol dire necessariamente inceneritore, alternative ci sono e alcune alla portata di tutti i giorni, basti pensare al sistema della differenziata porta a porta. Basta solo iniziare a pensare a come far girare questa tanto acclamata “green-economy”, pensando di più alla componente “green” e non solo a quella “economy”. In un’Umbria verde per natura, non si può mettere a rischio la qualità dei nostri prodotti, eccellenze del territorio e basilari per l’economia, non si può minacciare la qualità dell’aria con ceneri tossiche e sostante simili.
Grazie alla propaganda sul web e a un video promozionale dove i personaggi più famosi di Terni (dagli Altoforno allo “storico” Rolando) invitano a partecipare al corteo, tanti i ternani e non che sono scesi in piazza per abbracciare la causa. È pur vero che, citando uno slogan del Comitato, “per pensare al nostro futuro abbiamo bisogno di poter respirare il nostro presente”.

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