giovedì 5 settembre 2013

Marini e Boccali? Dc ma "a loro insaputa" di Ciuenlai, Umbrialeft.it

PERUGIA - La levata di scudi della Presidente della Giunta Regionale Katiuscia Marini contro Marco Guasticchi è fuori del tempo. E’ la cartina di tornasole di uno dei tanti perché dell’inarrestabile ed inesorabile declino degli ex comunisti e della conseguente “democristianizzazione” del Pd. La Presidente si meraviglia che ci sia qualcuno che chieda le primarie per concorrere a candidato sindaco di Perugia del centrosinistra. Boccali è al primo mandato e lo statuto dei democratici non lo prevede.
Ecco questo ragionamento (che poi varrebbe anche per lei che è alla prima elezione) fa a cazzotti con quello che è diventato il Pd. Probabilmente questi signori non si sono ancora pienamente accorti di come l’hanno trasformato, in pochissimi anni, gli ex Dc.
C’è stato un sostanziale cambio di cultura politica. Sveglia! Il “comitato centrale” non c’è più. Chi spera ancora che, nel caso specifico, tutto si concluda con una relazione del segretario Parlavecchio davanti alla direzione comunale, che tesse le lodi del sindaco uscente e fa approvare la sua riconferma “per acclamazione”, è proprio entrato nel mondo dei sogni.
Oggi nel PD vige la cultura democristiana, imbellettata dalle “americanate” del Veltroni pensiero (leggi le primarie e partito liquido, trasformato in comitato elettorale e basta), che va, alla conta personale dei voti (interni od esterni che siano) ogni volta che c’è qualcosa da assegnare e ogni volta qualcuno lo richieda. Dal condominio in su, nessuno è al sicuro. E in questa maniera diversa di concepire la politica non c’è spazio per i primi mandati e non c’è spazio per scelte collettive come quella della valutazione dell’operato degli eletti, come criterio primario per la riconferma o no.
L’individualismo imperante apre, inevitabilmente e in continuazione, conflitti tra dirigenti perchè, essi stessi, sono un “partito” per conto proprio. Non è un caso che sia a livello nazionale che locale, si moltiplichino le associazioni di riferimento ai vari leader o leaderini. Strutture che non sono altro che luoghi di organizzazione del consenso personale. Una logica nella quale i democristiani si muovono a loro agio, perché è storicamente la loro e i comunisti faticano ad organizzarsi perché non la conoscono, non avendola mai praticata. Non è un caso che nel Pd il rapporto di forza iniziale (80 a 20) si sia drammaticamente invertito, in pochissimi anni. Oggi Letta è il capo del Governo, Franceschini il capo delegazione dei ministri del PD e Renzi il probabile capo del partito. In una parola : “cappotto”.
Titolo del film “storia di un disastro annunciato”! Quindi, tornando a noi, in questo scenario diverso, chiunque, non solo Guasticchi, ha il diritto di scendere in campo ed è pienamente legittimato a competere, indipendentemente dal giudizio che si da su Boccali, la Marini e compagnia eleggendo. Cari ex della sinistra comunista; l’avete voluta la bicicletta degli altri? Adesso pedalatela!

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