mercoledì 4 dicembre 2013

Forza Nuova si camuffa e cerca confusioni "rosso-brune" di Dante Barontini, Contropiano.org

Forza Nuova si camuffa e cerca confusioni "rosso-brune"
La destra fascista ha deciso di tornare in campo, ma in modo “mimetizzato”. Hanno capito che la loro presenza esplicita fa vomitare e quindi cercano di presentarsi sotto mentite spoglie. Come “cittadini qualsiasi” (“qualunque” è termine bruciato già negli anni '50 dell'altro secolo), sfruttando l'ideologia figlia delle stronzate generiche sulla “castache hanno gonfiato il grillismo e il vuoto immenso di idee che sotto il gridare scomposto è sempre palese.
La scadenza del “9 dicembre- su cui abbiamo riportato ieri un documento dell'Osservatorio Democraticoal di del più che probabile fallimento, è un caso esemplare di “mascheramento”. E, com'è normale in questi casi, si tratta di un piano ragionato a tavolino, che ha tempi lunghi di preparazione, istruzioni per l'uso indirizzate ai propri attivisti.
L'aspetto “interessante”, per chi come noi pratica il conflitto sociale, è l'ennesimo tentativo di utilizzare discorsi, ragionamenti, parole d'ordine “di sinistraper dare una veste attendibile a un'operazione chiaramente fascista. Non è una novi (“Ordine Nuovo”, “Fronte della Gioven”, ecc, sono solo alcune delle sigle), ma ogni volta va denunciata ex novo perc le menti malate dei fascisti partoriscono sempre dei copia-e-incolla differenti. In fondo, non richiede un grande sforzo intellettuale....
Un esempio chiarissimo è il video di presentazione che giricchia su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=OSgbK8ce__M), dal titolo “9 dicembre 2013 - l'italia si ferma”. Una serie di immagini tratte dalle manifestazioni del 18 e 19 ottobre, dagli scontri del 15 ottobre 2011, dei movimenti per l'acqua, persino un cartello con “difendiamo la Costituzione”, accenni rosso-bruni alquanto evidenti, camuffamento completo.
Ancora più chiare le istruzioni consegnate ai “camerati” dal consigliere comunale di Forza Nuova di Sezze, provincia di Frosinone, Roberto Reginaldi:
Nei Presidi sono in vigore, per tutti i partecipanti, 4 Regole, Rigide e assolutamente Insindacabili:
1) Nessuno stemma o maglietta o bandiera, o saluto romano, o pugno chiuso o altro simbolo politico di qualsiasi natura. SOLO ED ESCLUSIVAMENTE BANDIERE ITALIANE! Siamo tutti Cittadini Italiani del 2013! Questa Rivoluzione è la Rivoluzione dei Cittadini Italiani.
Non siamo Fascisti, non siamo Comunisti, non siamo del PDL, del PD, del Movimento 5 Stelle di qualsiasi altro schieramento politico che non comprenda in l'intero Popolo Italiano. I Partiti Politici rappresentano la Servitù di ciò contro cui combattiamo.
Questo inoltre è necessario affinc non vi sia alcuna possibilità di strumentalizzazione per mezzo dell'anti-fascismo, dell'anti-comunismo o di qualsiasi altro anti-qualcosa che si possa vigliaccamente utilizzare contro di noi per strumentalizzare la nostra Rivoluzione;
2) Ogni presidio, banchetto ecc. deve avere un Portavoce riconosciuto dal Coordinamento Nazionale o dai vari Coordinamenti Locali riconosciuti a loro volta dal Nazionale. Non sono autorizzati a svolgere funzione di Portavoce rappresentanti, dirigenti o anche semplici tesserati di alcun Partito o Sindacato;
3) E' fatto divieto assoluto a tutti i partecipanti di fare qualsiasi riferimento a fatti, personaggi ed epoche appartenenti al passato. La nostra è una Rivoluzione unica nella Storia e ciò che costruiremo non è mai stato realizzato da alcun Popolo nella Storia della nostra Civiltà. Siamo qui, oggi, in questo momento, qui ed ora, SIAMO IL POPOLO ITALIANO E VOGLIAMO LA LIBERTA', VERA E DEFINITIVA!!!
4) Nessun genere di violenza. Nessuna arma di alcun genere. Nessun bene (Privato o Pubblico) danneggiato, nessuna persona ferita in alcun modo, nessun lancio di oggetti di alcun genere contro le Forze dell'Ordine, nessun vandalismo di alcun tipo. Noi non siamo qui per danneggiare la collettivi e la Cosa Pubblica. Noi siamo qui perc vogliamo che questi parassiti si facciano da parte e lascino entrare il Popolo Italiano in Parlamento ad attuare il Progetto di Ristrutturazione Totale della Nazione.
Qualsiasi manifestante, poliziotto infiltrato, militare o civile, che si presenti a volto coperto e/o si faccia responsabile di danneggiamenti o di qualsiasi genere di violenza (Infami Traditori del Popolo Italiano), sa energicamente neutralizzato dal Servizio d'Ordine e dai Cittadini Italiani, che provvederanno a bloccarlo, renderlo inoffensivo, identificarlo, pubblicarlo su Internet con Documento di Identi, Tesserino, Distintivo e volto ben visibili e consegnarlo all'Arma dei Carabinieri.
 
È quasi un manuale, giustificato dalla preoccupazione che l'”esuberanza” dei fascistelli si traduca nella solita parata di “saluti romani”, facendo scappare gli incauti o disinformati che casualmente si erano avvicinati alle “manifestazioni”.
Sul carattere assolutamente di destra dell'iniziativa giova citare un'assemblea tenuta in una bocciofila di Torinodi cui riferisce il sito di informazione “Nuova società” (area dell'ex sindaco del capoluogo piemontese, Diego Novelli):
E si sono ritrovati anche a Torino in una bocciofila di San Mauro. A parlare a una sala abbastanza piena è Danilo Calvani, contadino di Latina, che in questa lotta fatta di passaparola ci crede. In veri le parole di Calvani sono simili a tante altre ascoltate da chi fa del qualunquismo e del populismo un’ideologia. Non manca nulla: dalla meritocrazia ai “traditori della Costituzione”. Poi si dimentica della Carta quando, sbilanciandosi, spiega che dopo la caduta del governo ne servirà uno temporaneo che alla guida veda una figura militare.
 
Forse ha già in mente un futuro come conducator per il gen. Pappalardo (ex parlamentare del centro-destra) che da tempo funziona un po' come personalità di riferimento di questo mondo. Un “golpein piena regola, come nel Cile del 1973 o nella Grecia del 1967. Evidentemente l'immaginario del “contadino littorionon riesce ad andare più lontano...
Tanto basterebbe per tirare le somme e considerare la questione chiusa, invitando i compagni a tenersi lontani da simili avventure ed avventurieri.
Ma qualche deficiente si trova sempre. E quindi dobbiamo evidenziare quanto andiamo illustrando da mesi, in una situazione di crisi sociale, politica, culturale, “ideologica” in senso latoche mette in confusione aree per fortuna ultraminoritarie. Una crisi gestita dal capitale multinazionale, che vede protagonisti attivi del governo di questoe di molti altri paesi europei la Troika (Bce, Fmi e Unione Europea); contro i quali si dirige giustamente e con sempre maggiore chiarezza il conflitto sociale. Questo “governotecno-burocratico impone tagli spesa, aumenti di tasse, licenziamenti, fallimenti, cancellazione del welfare, ecc, che vanno a colpire in primo luogo il lavoro dipendente (ormai quasi tutto in condizioni di precariato effettivo, al di della forma contrattuale con cui sta al lavoro), pensionati, disoccupati, utenti dei servizi pubblici (salla sani ai trasporti). Ma colpisce anche settori clientelari, piccole rendite di posizione un tempo utilissime in chiave “anticomunista”, piccolissima imprenditoria (“padroncini”, ecc), imprese di subappalto, “uscieri della politicalocale, ecc. Strati sociali diversi, con interessi anche opposti, che reagiscono “ribellandosi” - similitudine nelle forme - per obiettivi radicalmente diversi
Basta un semplice dato politico-programmatico per orientarsi in modo chiaro. Sulla questione dell'opposizione alla Troika e sull'uscita dall'euro, per esempio, i neofascisti dichiarati o di complemento avanzano come proposta esplicita quello del “ritorno alla lira”, alla “nazione sovrana”, quando non ai ridicoli fasti dell'”autarchia”.
Al contrario, a sinistra, chi si ponecome noi - il problema di “rompere l'Unione Europea”, si pone come obiettivo quello di avanzare verso un'alleanza (e una moneta comune) tra paesi ed economie “compatbili” fra loro; gestendo i rapporti con altre aree (e monete) su un piano di pari. Spezzando dunque il “comando oligarchico” e antidemocratico che si va costruendo a forza di “Fiscal Compact”, “Six Pack”, ecc.
Una visione apertamente internazionalista e di classe, che prende ad esempio l'Alba latino-americana, opposta e contraria ad ogni “nazionalismo” di ritorno; il quale, come ogni “ritornoè profondamente reazionario.
 
Chi si avvicina alla scadenza del “9 dicembre”, insomma, non potrà questa volta dire che si tratta di un “equivoco”. Prendiamo l'esempio del cosiddetto “Movimento popolare di liberazione”, che con una nota della “segreteria nazionale” pubblicata sul proprio blog (http://sollevazione.blogspot.it/2013/11/9-dicembre-rivolta-reazionaria-di.html) invita a partecipare alla scadenza neofascista. Non avviene per un incidente di percorso, un abbaglio frutto di scarsa informazione, ma di una “strategia consapevole” di “condivisione” della piazza insieme ai fascisti. Citiamo direttamente, in modo da sgomberare il campo da ogni ambiguità semantica:
Chi come noi partecipa attivamente alla preparazione di questa mobilitazione ha potuto verificare che non si tratta solo di indignazione morale o di cieca rabbia. C'è dietro una consapevolezza tutta politica. Che vogliono coloro che scenderanno in strada? (1) cacciare il governo e farla finita coi partiti, di destra e sinistra che ci hanno accompagnato al baratro; (2) uscire dall'Unione europea, farla finita con l'euro-dittatura e tornare alla sovranità monetaria, ovvero a quella popolare e nazionale; (3) infine, e questo non è meno importante, li unisce tutti la consapevolezza che per cambiare il corso delle cose occorre una generale sollevazione popolare dal basso, che rispettando le compatibilità sistemiche resteremo sempre prigionieri.
 
E ancora:
 
Che in questo movimento che sfocerà nella mobilitazione che inizia il 9 dicembre ci siano, e per aadesso in prima linea, strati della piccola borghesia, non c'è dubbio. Che in questa polvere d'umanità massacrata dalla crisi allignino tanti pregiudizi se non proprio posizioni politiche destrorse, per noi, è chiaro. Non è vero, tuttavia, che esse siano dominanti. Alla base c'è invece un sincero comune sentire sovranista democratico
[…]
Il compito dei rivoluzionari è di stare accanto a questi settori sociali che si ribellano, di innervare questo movimento di idee a proposte adeguate. Solo da dentro, eventualmente sulle barricate, dando l'esempio di determinazione e intelligenza tattica, portando la nostra esperienza, si conquista la fiducia di chi lotta, si possono far viaggiare le idee giuste, co contrastando gli avventurieri e i demagoghi reazionari che fanno capolino.
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Nessun equivoco, dunque. Qui si dice chiaro e tondo che bisogna stare nelle mobilitazioni fasciste per “spostarle a sinistra”, perc rappresenterebbero “strati popolari”. Noi pensiamo che questo modo di fare, al contrario, sia una porta spalancata per far entrare la destra “dentro la sinistra antagonista”. Ne abbiamo avuti esempi storici, e anche recenti (con il tentativo di alcuni “ex” Forza Nuova di infilarsi dentro Ross@, per dirne una). Come dimostra il video citato in apertura, questo tentativo di creare “zone grige”, dove “antagonisti di ogni estrazionesi mesconano e confondono, è un progetto fascista consapevole e ben articolato. È la riedizione nel nuovo millennio del solito gioco da “Terza Posizione”, quel gruppo che fece da incubatore per i Nar e da cui provengono i fondatori guarda un po' di Forza Nuova.
 
Non passeranno nemmeno stavolta. L'antifascismo non è una moda culturale transitoria, ma un pilastro dell'identità rivoluzionaria e comunista. In qualsiasi angolo di questo pianeta, in qualsiasi millennio.

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