sabato 8 febbraio 2014

Il vento del sud può salvare l’Europa di Tonino Perna, Il Manifesto


l43-alexis-tsipras-120612175234_mediumIl valore aggiunto della lista per “Tsi­pras pre­si­dente” ini­zia con que­ste ele­zioni euro­pee, ma non si ferma qui. E’ la prima vera occa­sione per creare una alleanza tra le forze sociali, eco­no­mi­che e cul­tu­rali del Sud-Europa, per spo­stare il bari­cen­tro dell’Ue verso il Medi­ter­ra­neo, dopo la lunga mar­cia verso est con­dotta sotto l’egemonia tede­sca. Dob­biamo ricor­darci che i primi passi verso l’Unione Euro­pea sono par­titi pro­prio dal nostro paese (Con­fe­renza di Mes­sina 1955, Trat­tato di Roma 1957 che isti­tui­sce la Cee) e che oggi l’Italia può riac­qui­stare un ruolo se diventa punto di incon­tro euro-mediterraneo, e non più l’avamposto bel­li­coso della for­tezza euro­pea che affoga nel mare i suoi vicini dell’altra sponda.
Per que­sto obiet­tivo val la pena mobi­li­tarsi, senza fer­marsi al momento elet­to­rale. Anche se, come pen­siamo e spe­riamo, la lista per Tsi­pras avrà suc­cesso, abbiamo biso­gno di costruire una alleanza dura­tura tra i paesi del Sud Europa, e tra que­sti ed i paesi del Medi­ter­ra­neo, in campo eco­no­mico, sociale e cul­tu­rale. Non in con­trap­po­si­zione alla Ger­ma­nia e ai suoi satel­liti, ma per cam­biare un modello eco­no­mico e sociale fallimentare.
Una solida alleanza in grado di nego­ziare da posi­zioni di forza il debito inso­ste­ni­bile che ci por­tiamo addosso come una con­danna a morte. Dob­biamo ren­dere visi­bile que­sta nuova alleanza poli­tica che nasce oggi con le ele­zioni euro­pee, costruendo liste trans­na­zio­nali. Non più ele­zioni euro­pee come som­ma­to­ria di inte­ressi nazio­nali, ma liste trans­na­zio­nali. Natu­ral­mente abbiamo ancora più biso­gno di una vera soli­da­rietà tra i lavo­ra­tori del Sud e del Nord–Europa, tra i movi­menti per i beni comuni, tra le fab­bri­che recu­pe­rate e le reti dell’Altreconomia. La soli­da­rietà che ci è man­cata, che è stata negata alla popo­la­zione greca stre­mata dalle poli­ti­che di auste­rity, che ci è man­cata con il movi­mento degli indi­gna­tos spa­gnoli, che ha lasciato da soli i lavo­ra­tori in tutta l’Europa.
La crisi ha col­pito il nostro Sud con una vio­lenza mai regi­strata in pas­sato. Par­lano le cifre : dal 2008 al 2013 il Pil è sceso di quasi l’11% con­tro il 6% nel Centro-Nord, la disoc­cu­pa­zione “uffi­ciale” sfiora il 23% con­tro l’8% del Nord e il 12% del Cen­tro Ita­lia, una fami­glia su quat­tro sotto il livello di povertà, con­tro una fami­glia su sei nel resto del paese, e tra la popo­la­zione meri­dio­nale under trenta il tasso di emi­gra­zione è supe­riore a quello degli anni ’50 del secolo scorso.
Le popo­la­zioni del Mez­zo­giorno non sono scese in massa nelle piazze, come in Gre­cia, in Spa­gna o in Por­to­gallo, o l’hanno fatto spo­ra­di­ca­mente inse­guendo lea­der popu­li­sti –come i for­coni– con una cul­tura con­ti­gua a quella della destra, per­ché manca un punto di rife­ri­mento cre­di­bile capace di indi­care una strada per­cor­ri­bile, in grado di rimet­tere in moto una spe­ranza.
Il movi­mento per Tsi­pras pre­si­dente è una chance per il nostro Sud, come per gli altri Sud dell’Europa, un’occasione per sal­vare la stessa costru­zione della Ue dalle spinte sui­cide della Ger­ma­nia che hanno segnato tra­gi­ca­mente il Nove­cento. Come ha scritto su que­ste pagine lo scrit­tore Franco Armi­nio «Per me sini­stra euro-mediterranea signi­fica una sini­stra che uni­sce sogno e ragione, che tiene insieme poe­sia ed impe­gno civile, dolore e lietezza».
C’è un entu­sia­smo cre­scente intorno alla for­ma­zione di una lista per Tsi­pras pre­si­dente, gra­zie anche all’adesione di per­so­na­lità del mondo della cul­tura, dello spet­ta­colo e dell’impegno civile. Accanto ai dub­biosi (non sarà come l’altra volta con lista Ingroia? Non finirà come con la lista Arco­ba­leno?), c’è anche chi è più otti­mi­sta, ma vede comun­que que­sta lista come una occa­sione sto­rica per ricu­cire i pezzi dell’arcipelago della sini­stra ita­liana dell’alternativa, andata in fran­tumi dopo il 2008. E forse si tratta di una posi­zione che può essere più peri­co­losa di quella soste­nuta dagli scet­tici blasé. Se fosse que­sto il vero obiet­tivo delle ele­zioni euro­pee avremmo già perso. Il motivo è sem­plice: l’unità della sini­stra è un valore, non si discute, ma que­sta volta non si gioca una par­tita ita­liana pen­sando di risol­vere i pro­blemi a casa nostra. O c’è una forte con­vin­zione che si vota e ci si batte per un cam­bia­mento euro­peo, o non riu­sci­remo a tra­smet­tere nes­sun mes­sag­gio capace di susci­tare entu­sia­smi ed ener­gie fuori dalla solita cer­chia dei mili­tanti della sini­stra radi­cale. La posta in gioco è ben più alta e rile­vante di qua­lun­que rica­duta nazio­nale, in gioco c’è il futuro dell’Ue, di que­sta fati­cosa costru­zione isti­tu­zio­nale che,prima della attuale crisi, era vista da molti paesi afri­cani e latino ame­ri­cani come un punto di rife­ri­mento, un modello per supe­rare la debo­lezza dei sin­goli Stati, per creare una nuova e più ampia iden­tità (quella boli­va­riana, quella panafricana,ecc.).
P.S. E’ un buon segno che un movi­mento come Alba, che ha avuto un ruolo rile­vante nella costru­zione dell’appello per Tsi­pras, abbia scelto di par­tire da Napoli – oggi e domani– per trac­ciare la strada dell’alternativa verso que­ste ele­zioni europee.
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