Bisogna
ammetterlo, Berlusconi è un genio inconsapevole. Quando diede ad Obama
dell’abbronzato tanto per fare un po’ di squallida ironia così
apprezzata dal suo popolo, aveva evocato una realtà che si è sempre più
concretizzata: il primo presidente nero a Washington rappresentava una
novità e un progresso solo all’interno degli Usa, ma quasi per nulla
all’esterno, nonostante le accoglienze entusiastiche delle folle europee
o africane e quel premio nobel per la Pace che ora grida vendetta. Era
il risultato di un profondo cambiamento etnico della popolazione
americana e delle sue esigenze, l’espressione di una retorica peculiare,
ma senza la volontà di scalfire di un millimetro la politica imperiale
bianca, anzi dandole ancora più mano libera per conseguire alcuni
risultati interni.
Tutta la vicenda siriana, i fatti di Libia di Egitto e ora
dell’Ucraina lo dimostrano. E così come a suo tempo erano state evocate
le armi di distruzioni di massa per distruggere l’Irak o la
partecipazione dei talebani di Kabul all’11 settembre per invadere
l’Afganistan anche Obama non si sottrae alla macchina delle menzogne.
Dopo aver organizzato il golpe a Kiev, ora dice che il referendum per
l’annessione alla Russia della Crimea “non rispetta la Costituzione”,
“violerebbe la legge” e ” non coinvolge il governo legittimo ucraino”.
Ora ci sarebbe da chiedersi a quale costituzione si riferisca Obama: a
quella che c’era fino a tre settimane fa per la quale un referendum è
perfettamente fattibile? A quale legge visto che il nuovo parlamento
Ucraino, comunque illegittimo perché non eletto da nessuno, non ha
legiferato in merito? La democrazia, quella vera, ha delle regole che
non possono essere sovvertite: un Parlamento e un governo non eletti non
possono acquistare legittimità perché Obama e la Merkel lo riconoscono
dopo averlo creato.
E poi l’assoluto grottesco di aver giustificato il golpe a Kiev in
nome di una confusa e vaneggiante autodeterminazione dei popoli, per poi
negare lo stesso principio per il referendum in Crimea. Chissà, forse
la costituzione ucraina non prevedeva che il potere potesse passare di
mano con un colpo di stato perpetrato da truppe paramilitari. E tuttavia
non ci è risparmiata la farsa delle sanzioni alla Russia, colpevole del
fatto che la stragrande maggioranza degli abitanti della Crimea è russa
e non vuole più appartenere a un Paese dove sono stati cancellati i
diritti delle minoranze. Ma non sono queste anguillesche giravolte
attorno all’evidenza che inquietano, è ciò che ci sta dietro: la totale
sovrapposizione della Nato all’Europa dentro un paradigma da guerra
fredda che non riesce a cambiare i suoi dogmi. Ma soprattutto il
tentativo sempre più scoperto degli Usa di mantenere la preminenza
mondiale attraverso lo strumento militare in un universo sempre più
multipolare, nel quale i 320 milioni di americani, nonostante le bolle
per tenere altissimi i consumi, sono destinati a perdere la centralità
economica.
L’Europa in questo quadro ha da molto tempo perso l’occasione di
essere un occidente alternativo e dall’inizio della crisi non interpreta
più nemmeno la parte del poliziotto buono: è sempre più indistinguibile
da un’appendice amerikana con la classica kappa e sarà completamente
assorbita dopo il varo del patto transatlantico che decreterà in via
definitiva il governo della finanza e delle multinazionali. Saremo solo
una grande ucraina.
Nessun commento:
Posta un commento