venerdì 5 settembre 2014

Governo bugiardo. Bloccati per un altro anno gli stipendi dei lavoratori pubblici

Governo bugiardo. Bloccati per un altro anno gli stipendi dei lavoratori pubblici
Bloccati i salari per un altro anno: il sesto. Sull’ennesimo blocco salariale per i lavoratori pubblici, le ultime parole del ministro della Pubblica Amministrazione Madia lasciano pochi dubbi: “In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti gli oltre 3,3 milioni di dipendenti pubblici non ci sono”. Ma quelli che guadagnano meno possono comunque contare, fa presente il ministro, sugli 80 euro di bonus Irpef.
Per saperne di più bisognerà aspettare la legge di Stabilità. Sarà quella la sede in cui si deciderà che forma dare al nuovo blocco salariale. Il ministro Madia, poco tempo fa aveva definito il blocco un’ingiustizia, ma oggi mette l’accento sui dati, sulla “situazione di difficoltà economica” non ancora superata. Sulla prosecuzione del blocco degli stipendi, la Madia ha lasciato intendere come la soluzione sia quella di estendere il blocco al 2015, confidando che il prossimo anno possa arrivare la ripresa economica. Il blocco salariale ha attraversato ben quattro governi . Era stato avviato sotto l’esecutivo Berlusconi, confermato con Monti e Letta ed ora dal Governo Renzi. Dal Def e dalla conseguente Legge di Stabilità di capirà se il blocco riguarderà solo la contrattazione nazionale, ferma ormai dal 2010, o anche quella individuale (scatti di anzianità nel comparto della sicurezza, progressioni di carriera).

Attacco ai lavoratori pubblici, sarà guerriglia

Attacco ai lavoratori pubblici, sarà guerriglia

“Il ministro Madia smentisce se stessa e annuncia che il blocco dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego proseguirà almeno per tutto il 2015”, esordisce Luigi Romagnoli, dell’Esecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego. “Lo scorso 27 maggio, rispondendo alla protesta dell’ USB al Forum P.A., aveva affermato che le risorse per il rinnovo dei contratti sarebbero venute dall’annunciata Riforma della Pubblica Amministrazione. Evidentemente quelle risorse saranno ancora una volta incamerate dallo Stato”. 
“In questi mesi abbiamo letto cifre che non si avvicinano alla realtà. I nostri calcoli – precisa il dirigente USB – sono fatti in base agli indici IPCA e all’inflazione, che negli ultimi cinque anni danno un risultato medio pressoché identico, pari all’1,9% su base annua. Così sono almeno 20 i miliardi che tra il 2010 e il 2014 sono stati risparmiati per il blocco dei contratti. Dove sono andati a finire quei soldi? La disoccupazione sfiora il 13% e quella giovanile il 40%, i servizi continuano ad essere tagliati al pari dei posti di lavoro nel pubblico impiego. Chi governa si accanisce su diritti fondamentali come occupazione, reddito e pensioni, mentre non fa nulla di concreto per recuperare i 260 miliardi annui di evasione e i 60 miliardi di corruzione, ma dirotta risorse pubbliche per finanziare la presenza italiana nei teatri di guerra che ci circondano”. 
“Il blocco dei contratti ha fatto pagare un pesante costo ai lavoratori pubblici. A livello individuale – prosegue Romagnoli – la perdita salariale complessiva media ammonta ad almeno 6.250 euro, mentre il valore degli stipendi non risulta adeguato per un importo medio di  2.110 euro. E queste perdite sono irreversibili ed andranno sommate nel tempo fino alla pensione del singolo lavoratore, arrivando a sfiorare i 30.000 euro nel caso l’uscita dal lavoro dovesse avvenire per esempio nel 2024. E i nostri calcoli sono basati sul blocco dei contratti fino al 2014”. 
“L’USB ha promosso lo scorso 19 giugno lo sciopero dei lavoratori pubblici per il rinnovo dei contratti, la stabilizzazione dei precari, il recupero dei servizi tagliati. In autunno sarà sicuramente necessaria una mobilitazione generale che unisca non solo i lavoratori pubblici e privati, ma anche quei settori sociali che hanno fin qui pagato a caro prezzo le politiche di austerità: studenti, disoccupati, precari, pensionati, migranti. Da subito è necessario portare la mobilitazione in tutti i posti di lavoro, rispondendo in modo adeguato agli attacchi del governo. A Renzi, che spesso parla di iniziative rivoluzionarie, risponderemo attuando la guerriglia nel pubblico impiego, con iniziative non convenzionali”, conclude il dirigente sindacale.

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