venerdì 5 settembre 2014

Podemos al 21 percento. Come non accorgersi che di Alessandro Fatigati, Esseblog.it

Pochi giorni fa il quotidiano El Mundo ha pubblicato un sondaggio che stimerebbe gli spagnoli anti-liberisti di Podemos oltre il 21 percento, in rapida ascesa, e non troppo distanti dai Popolari, prima forza politica del Paese. Rifuggo da qualsiasi (banale, e ricorrente) monito a “fare come”, convinto come sono che le opzioni politiche non siano in alcun modo replicabili, così come le storie, i destini e le condizioni sociali che le hanno partorite.
E tuttavia, mi chiedo come sia possibile non accorgersi che nel solco della Sinistra Unita Europea, tanto Syriza quanto Podemos siano riuscite a percorrere coraggiosamente l’intuizione di rimettere in discussione pratiche, forme e gruppi dirigenti, innovando senza perdere radicalità.
Come non accorgersi che quegli esperimenti sono nati dal pragmatismo di chi ha anteposto la politica (intesa come rappresentanza, e non rappresentazione del conflitto sociale) all’ossessione per tattiche e dibattiti infiniti, astratti, ridondanti sulle alleanze.
Come non accorgersi che non esiste fortuna, e tanto meno esperimenti da copiare inseguendo la moda corrente, salvo poi restare sempre e irrimediabilmente uguali a noi stessi, coi nostri limiti clamorosi e le nostre reciproche diffidenze.
Come non accorgersi che in politica la credibilità di chi dice conta quanto ciò che si dice, e che divisi, rissosi, e arroganti non siamo credibili.
Come se fosse scontato che ci sarà sempre un prossimo treno, un altro momento utile, un ennesimo rantolo di fiducia e speranza da spremere, e da sacrificare sugli altari dei nostri confortanti quanto inutili steccati.
Il tempo è ora. Lo spazio è qui. La parola della sinistra deve tornare ad essere quella dell’unità.

ENCUESTA EL MUNDO-SIGMA DOS AGOSTO 2014

Intención de voto

Si hoy se celebraran las Elecciones Generales en España, ¿a qué partido votaría usted?


los-desafios-de-podemos

Pochi giorni fa il quotidiano El Mundo ha pubblicato un sondaggio che stimerebbe gli spagnoli anti-liberisti di Podemos oltre il 21 percento, in rapida ascesa, e non troppo distanti dai Popolari, prima forza politica del Paese. Rifuggo da qualsiasi (banale, e ricorrente) monito a “fare come”, convinto come sono che le opzioni politiche non siano in alcun modo replicabili, così come le storie, i destini e le condizioni sociali che le hanno partorite.
E tuttavia, mi chiedo come sia possibile non accorgersi che nel solco della Sinistra Unita Europea, tanto Syriza quanto Podemos siano riuscite a percorrere coraggiosamente l’intuizione di rimettere in discussione pratiche, forme e gruppi dirigenti, innovando senza perdere radicalità.
Come non accorgersi che quegli esperimenti sono nati dal pragmatismo di chi ha anteposto la politica (intesa come rappresentanza, e non rappresentazione del conflitto sociale) all’ossessione per tattiche e dibattiti infiniti, astratti, ridondanti sulle alleanze.
Come non accorgersi che non esiste fortuna, e tanto meno esperimenti da copiare inseguendo la moda corrente, salvo poi restare sempre e irrimediabilmente uguali a noi stessi, coi nostri limiti clamorosi e le nostre reciproche diffidenze.
Come non accorgersi che in politica la credibilità di chi dice conta quanto ciò che si dice, e che divisi, rissosi, e arroganti non siamo credibili.
Come se fosse scontato che ci sarà sempre un prossimo treno, un altro momento utile, un ennesimo rantolo di fiducia e speranza da spremere, e da sacrificare sugli altari dei nostri confortanti quanto inutili steccati.
Il tempo è ora. Lo spazio è qui. La parola della sinistra deve tornare ad essere quella dell’unità.
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Pochi giorni fa il quotidiano El Mundo ha pubblicato un sondaggio che stimerebbe gli spagnoli anti-liberisti di Podemos oltre il 21 percento, in rapida ascesa, e non troppo distanti dai Popolari, prima forza politica del Paese. Rifuggo da qualsiasi (banale, e ricorrente) monito a “fare come”, convinto come sono che le opzioni politiche non siano in alcun modo replicabili, così come le storie, i destini e le condizioni sociali che le hanno partorite.
E tuttavia, mi chiedo come sia possibile non accorgersi che nel solco della Sinistra Unita Europea, tanto Syriza quanto Podemos siano riuscite a percorrere coraggiosamente l’intuizione di rimettere in discussione pratiche, forme e gruppi dirigenti, innovando senza perdere radicalità.
Come non accorgersi che quegli esperimenti sono nati dal pragmatismo di chi ha anteposto la politica (intesa come rappresentanza, e non rappresentazione del conflitto sociale) all’ossessione per tattiche e dibattiti infiniti, astratti, ridondanti sulle alleanze.
Come non accorgersi che non esiste fortuna, e tanto meno esperimenti da copiare inseguendo la moda corrente, salvo poi restare sempre e irrimediabilmente uguali a noi stessi, coi nostri limiti clamorosi e le nostre reciproche diffidenze.
Come non accorgersi che in politica la credibilità di chi dice conta quanto ciò che si dice, e che divisi, rissosi, e arroganti non siamo credibili.
Come se fosse scontato che ci sarà sempre un prossimo treno, un altro momento utile, un ennesimo rantolo di fiducia e speranza da spremere, e da sacrificare sugli altari dei nostri confortanti quanto inutili steccati.
Il tempo è ora. Lo spazio è qui. La parola della sinistra deve tornare ad essere quella dell’unità.
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