di Stefano Vinti
PERUGIA - Rivoluzione Civile sarà impegnata, in
Parlamento, per l’approvazione di una legge che istituisca anche in
Italia il reddito minimo garantito.
E’ arrivato il momento, non più rinviabile, affinché una proposta di legge sul reddito minimo garantito venga inserita nell’agenda politica di questo paese. I numeri che ogni giorno vengono presentati dagli enti di statistica e di ricerca raccontano di un paese sull’orlo del disastro sociale, un default sociale che sta dimostrando con sempre maggiore chiarezza la necessità di una nuova politica redistributiva e l’importanza, cosi come definito in molti testi e risoluzioni europee, della misura del reddito minimo garantito. E’ necessario definire, prima di tutto per il riconoscimento della dignità umana, una base economica sotto la quale nessuno deve più stare! Il reddito minimo garantito non è più rinviabile!
E’ arrivato il momento, non più rinviabile, affinché una proposta di legge sul reddito minimo garantito venga inserita nell’agenda politica di questo paese. I numeri che ogni giorno vengono presentati dagli enti di statistica e di ricerca raccontano di un paese sull’orlo del disastro sociale, un default sociale che sta dimostrando con sempre maggiore chiarezza la necessità di una nuova politica redistributiva e l’importanza, cosi come definito in molti testi e risoluzioni europee, della misura del reddito minimo garantito. E’ necessario definire, prima di tutto per il riconoscimento della dignità umana, una base economica sotto la quale nessuno deve più stare! Il reddito minimo garantito non è più rinviabile!
Il reddito minimo garantito è un argine contro la ricattabilità, il
lavoro nero, il lavoro sottopagato e la negazione delle professionalità e
della formazione acquisita. Significa in buona sostanza non vendersi
sul mercato del lavoro alle peggiori condizioni possibili. Da argine può
diventare un paradigma per la costruzione di un welfare che includa e
promuova, garantisca autonomia e libertà di scelta. Siamo tra i
pochissimi Paesi europei – oltre a noi solo la Grecia – a non avere
alcuna forma di tutela di ultima istanza. Siamo persino inadempienti
rispetto all’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione europea.
Rifondazione Comunista si fece promotrice, nella precedente
legislatura, di una legge regionale per l’istituzione del reddito minimo
in Umbria, ma quel progetto è stato insabbiato in commissione
consiliare da una maggioranza trasversale PD e PdL. Oggi diverse forze
politiche della sinistra ne sostengono l’introduzione, posizione che
assomiglia più ad una boutade elettorale stante i fatti.
La crisi economica, accentuata dalle scelte del governo Berlusconi,
del governo Monti e di tutti coloro che l’hanno sostenuto, ha avuto
ripercussioni pesantissime sui livelli occupazionali del Paese e della
nostra regione. Ormai i giovani faticano sempre di più a trovare lavoro e
sempre più over 50 si ritrovano disoccupati ivi compresi gli artigiani e
i titolari delle piccole e medie imprese. Proprio per questo occorre
l’introduzione di un reddito minimo garantito per un sostegno a tutti
coloro che stanno pagando il prezzo più alto della congiuntura difficile
che stiamo attraversando. Un impegno concreto che i le forze politiche e
sociali che hanno contrastato in parlamento e nel Paese Monti e
Berlusconi porteranno avanti affinché in Europa non esistano cittadini
di serie A e di serie B e si rimetta al centro dell’azione politica
delle istituzioni la dignità della persona e del lavoro
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