mercoledì 13 marzo 2013

Vendola caccia il PRC dalla giunta per far spazio a Monti




Primi chiari effetti della "nuova" posizione vendoliana nello schieramento politico: rimpasto delle giunta con esclusione di Maria Campese (Prc) e l'assunzione del montiano De Caro.

dal Giornale del Mezzogiorno

Taglio dei costi della politica, rinnovamento e parità di genere sono le tre linee seguite dal presidente della Regione Puglia nel rimpasto di giunta. Il numero degli assessori diminuisce, passando da 14 a 12 componenti. Viene mantenuta la parità di genere tra gli assessori divisi equamente tra sei uomini e sei donne. Sono in tutto 5 gli assessori esterni (Nardoni, Godelli, Sasso, Barbanente, Stanisci). Angela Barbanente, assume l’incarico di vicepresidente e viene confermata assessore alla Qualità del territorio (ricopre l'incarico sin dalla prima giunta Vendola) con deleghe all’Assetto del Territorio, Beni Culturali, Politiche abitative, Urbanistica.
I nuovi volti della giunta regionale sono: l’assessore alle risorse umane Rosa Stanisci, ex sindaco di San Vito dei normanni e ex parlamentare del Pd. L’assessore alle Infrastrutture-mobilità e lavori pubblici Antonio De Caro, capogruppo regionale del Pd e neoeletto alla Camera. L’assessore al bilancio Leonardo Di Gioia, ex consigliere regionale PdL ora in area montiana.
L'assessore al lavoro Leo Caroli, primo dei non eletti della lista Sel nelle ultime regionali. L’assessore alle risorse agroalimentari Fabrizio Nardoni (Puglia per Vendola).
VENDOLA : CHIUSO CICLO POLITICO - “Si è chiuso un ciclo politico. Credo che sia il contesto in cui va ripensata l’organizzazione dei lavori del governo regionale”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, presentando oggi a Bari ai giornalisti il rimpasto di giunta resosi necessario dopo l'elezione di alcuni assessori al parlamento. “C'è la necessità – secondo Vendola – di rendere più efficace l’azione di governo e c'è da considerare anche l’esito delle elezioni. Siamo ad un rimpasto abbastanza corposo”.
“Parte una nuova fase – ha detto Vendola presentando la nuova giunta regionale – sarà un corpo a corpo tra la politica e la povertà. Questo è il tema degli ultimi anni di governo che ci restano”. “Mi auguro – ha aggiunto – che sia un gabinetto da combattimento contro il nemico che ci sta assediando: la povertà, la paura, la perdita del lavoro. Spero in Consiglio regionale prevalga il senso di responsabilità”. “Avremo – ha aggiunto – un atteggiamento di collaborazione positiva con tutte le forze politiche. Mio auspicio è che base consiliare dell’attuale maggioranza possa allargarsi. Uno degli elementi più negativi di questi anni è stato legato ai numeri di una maggioranza, con l’azione di governo frenata dai numeri risicati”.
Vendola ha aperto la conferenza stampa ringraziando gli assessori uscenti. “Rigrazio Nicola Fratoianni, un fratello minore per me; Michele Pelillo, personalità forte; Dario Stefano, riferimento del mondo agricolo; Ettore Attolini, ha portato con garbo e sulle spalle la croce più pesante nel momento più pensante (riprende ruolo di direttore d’area all’Ares); Marida Dentamaro, competente in materia tecnico amministrativa; Fabiano Amati, un altro fratello minore; Maria Campese, ha cucito ferite costruite nel tempo”. “Li ringrazio tutti – ha concluso – per la la lealtà avuta nei confronti della Puglia”.
La composizione della nuova giunta prevede il taglio del numero di assessori da 14 a 12. Il rimpasto, definito è stato determinato tra le altre cose dalla necessità di sostituire tre assessori eletti in Parlamento. Sostituito l’assessore alle Politiche della Salute Ettore Attolini.


Grazie Niki, grazie per aver cacciato dalla giunta pugliese il PRC per inserire un montiano eletto nelle file del PDL. Grazie per davvero perchè nel giro di pochi giorni, con l'annuncio dell'adesione di SEL al PSE e con la scelta di oggi hai fatto chiarezza definitiva su cos'è il trasformismo. La scelta di Vendola oltre ad un cinico pragmatismo evidenzia infatti un tratto nichilista tipico di chi abbandona i propri ideali in nome della propria sopravvivenza. Una volta che si è rotto con la propria storia del resto si è disposti a far di tutto per salvare se stessi ed il proprio staff. Fino a ieri Vendola poteva spostare questa discussione dicendo che la sua era innovazione mentre gli altri erano prigionieri dell'ideologia, ma oggi Niki ha fatto vedere a tutti cos'è diventato. In fin dei conti c'è di che ringraziarlo perchè ha risolto gran parte della discussione su quale sia il rapporto da intrattenere oggi su quel che rimane delle forze politiche comunemente dette di Sinistra. Abbiamo risparmiato ore ed ore di interminabili riunioni, inchiostro su fantomatici appelli all'unità sul Manifesto, e reciproche accuse di incomprensione. Da oggi Vendola è un politicante come gli altri, uno che fa campagna elettorale contro Monti e poi inserisce in giunta i suoi referenti poche settimane dopo il voto cacciando i comunisti. Ci pare che non ci sia altro da aggiungere, in Italia siamo abituati a personaggi del genere

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