giovedì 11 giugno 2015

M5S: LE BUGIE HANNO LE GAMBE CORTE di Piemme

Il Movimento 5 Stelle avanzò e ottenne un enorme consenso anche perché promise che mai si sarebbe comportato come gli altri partiti, ad esempio non avrebbe utilizzato il loro stile di ricorrere alle bugie e raggirare i cittadini, di vendere fumo pur di ottenere consenso.
Non sembra che i cinque stelle siano in grado di tenere fede a questa promessa.

Paolo Becchi forse esagera nelle sue accuse a Beppe Grillo ed al Movimento, ma il giudizio dei "grillini" sui risultati elettorali da essi ottenuti nelle recenti elezioni regionali è come minimo indisponente per quanto è paraculo.
Sulla falsa riga di Renzi essi parlano di "vittoria", lo fanno basandosi sulle percentuali di voti ottenuti e non invece sul dato dei voti assoluti, che è quello che decisivo per misurare l'effettivo consenso dei cittadini verso un partito o di un movimento.

Su come siano andate effettivamente le cose ne abbiamo parlato a caldo ma in modo circostanziato QUI e QUI. L'astensione ha dato una batosta non solo al Pd renziano ed a Forza Italia, ma pure a M5S, che ha perso la bellezza di 1.956.613 voti rispetto alle politiche del 2013 e 893.541 rispetto alle europee dell'anno scorso.
Come sono andate le cose considerando le regioni in cui s'è votato

 
Tanto per fare un confronto si consideri che la tanto declamata avanzata leghista (+402mila voti rispetto al 2103), nelle sue dimensioni, corrisponde a circa un quinto (un quinto) del totale di voti persi da M5S. Numeri impietosi, che danno la misura del grande smottamento dell'elettorato dei "grillini". 

L'Istituto Cattaneo com'è noto è uno degli organismi di analisi dei risultati e dei flussi elettorali più affidabili. Ebbene l'istituto conferma quanto noi scrivevamo a caldo:
«Il Movimento 5 stelle (M5s) ha ridotto i propri consensi di circa il 60% rispetto all’exploit delle politiche del 2013, ma anche rispetto alle europee del 2014 (-40,4%), quando già avevano fatto registrare un cospicuo arretramento. In valore assoluto questa variazione si traduce in una contrazione di voti pari a (-1.956.613) rispetto alle politiche e -893.541 rispetto alle europee. Da un lato il partito di Grillo non riesce a capitalizzare le difficoltà degli avversari in alcuni contesti apparentemente favorevoli, ad esempio in Campania, dove il caso dei candidati “impresentabili” segnalati dalla Commissione Antimafia lasciava forse presagire un risultato più brillante. Anche in Veneto, dove il Movimento ha perso il 75% dei voti del 2013, molti elettori del centro-destra sembrano essere stati riassorbiti dal partito di Salvini. Ciò detto, non deve essere sottovalutata la capacità del Movimento di consolidare la propria presenza nell’arena elettorale difficile delle regionali, in cui la presenza del leader Beppe Grillo è meno visibile». (Elezioni regionali 2015)

Nella tabella il voto al Movimento 5 Stelle, nelle elezioni 2015, 2014 e 2013, in voti assoluti e percentuali.

L'Istituto Cattaneo ha quindi fornito le prime analisi dei flussi elettorali nelle regioni in cui si è votato, prendendo a campione le città  più importanti. E cosa abbiamo?
«Come s’è detto, il Movimento ha preso voti dal Pd, ed abbiamo già avanzato ipotesi interpretative su quel flusso. C’è poi un problema dei 5 Stelle con l’astensione e più in generale con l’area della protesta: il Movimento perde verso l’astensione molti voti a la Spezia, Livorno, Perugia e Foggia (e ne prende invece in misura modesta a Padova e Salerno). Ricordiamo che già nelle elezioni europee dello scorso anno gran parte del ridimensionamento del Movimento rispetto all’exploit delle politiche era dovuto a perdite verso l’astensione. Si aggiunge in questo quadro un flusso di voti da M5s verso la Lega: a la Spezia, Padova, Livorno, Perugia, e quindi in tutte le città del Centro-nord da noi studiate. Non è difficile ipotizzate una certa contiguità fra la protesta di chi non va a votare, quella di chi vota 5 Stelle e quella di chi vota Lega. Il voto di protesta è un voto mobile, è un voto impaziente disposto con facilità a cambiare cavallo, e certamente il Movimento è perennemente esposto a perdite verso altre formazioni che cavalcano la protesta o verso in non-voto». (I flussi elettorali)
La crescita dell'astensione non ha punito solo Pd e Forza Italia ma pure M5S.
Come poi segnala l'Istituto Cattaneo «...questi neo-astensionisti hanno con probabilità alle spalle due diverse motivazioni: protesta per quelli che provengono da M5s, disorientamento di fronte alle spaccature nei rispettivi partiti per chi proviene da Pd e FI». 

Morale della favola: mentre crescono e molto l'indignazione e la protesta sottotraccia dei cittadini, M5S non solo riesce ad intercettare questo flusso, ma subisce un grande smottamento verso l'astensione (in misura molto minore verso la lega Nord).

Invece di ammettere la verità ed interrogarsi sulle cause di questo smottamento, i vari Di Maio o Di Battista dicono... avanti così!... tutto va bene madama la marchesa. Proprio come Renzi si difendono dicendo che non c'è alcun paragone possibile tra politiche, europee e regionali. Questo è vero in astratto. Nel concreto le dimensioni dello smottamento sono talmente grandi che la tendenza solo i ciechi non possono vederla.

Ma i portavoce di M5S non sono ciechi, semplicemente mentono.
Chi si monta la testa, di solito, non va molto lontano.

Nessun commento:

Posta un commento