giovedì 4 giugno 2015

Mafia Capitale. Altri 44 arresti

Mafia Capitale. Altri 44 arresti

La foto in copertina è di una manifestazione della destra a Roma contro immigrati e rom, guidata dal consigliere Gramazio, tra gli arrestati di stamattina.
I fatti di oggi dovrebbero indurli a sparire al di sotto del mondo di sotto. Infatti, la seconda rata di Mafia Capitale demolisce, parzialmente, il business dell'"accoglienza" dei migranti ma demolisce definitivamente la legittimità della Giunta comunale di Marino. Ancora una volta bisogna sottolineare due cose: tutti i partiti dell'amministrazione locale risultano coinvolti e la parte del leone - nel ramazzare soldi pubblici - la fanno quegli stessi fascisti che ancora in queste ore "manifestano" contro i migranti in carne e ossa. Oltre, naturalmente, al Pd, il partito-pigliatutto.
Il nuovo blitz all'alba per il momento dà i numeri (44 arrestati), ma pochi nomi: su tutti quello di Luca Gramazio, "figlio d'arte", di quel Domenico cresciuto nella sezione del Msi di piazza Tuscolo, uno dei vertici del "triangolo nero" di Roma Sud, negli anni '60 e '70, insieme a via Noto e Acca Larenzia. Gramazio è accusato di partecipazione all'associazione mafiosa capeggiata da Carminati, mettendo così a frutto la carica di consigliere regionale del Pdl. Il solito vecchio gioco: tu mi procuri i voti, io ti affido un servizio pagato con soldi pubblici, tu mi dai parte del guadagno (illecito).
Ma non è l'unico "politico" finito agli arresti. Una misura cautelare è stata disposta anche per l’ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti, "autorevole" dirigente del Pd romano che si era autosospeso dal partito a dicembre. In manette pure l’ex assessore alla casa del Campidoglio, Daniele Ozzimo (Pd). Agli arresti anche alcuni consiglieri comunali come Giordano Tredicine (il "re" dei camion bar che appestano i luoghi centrali del turismo a Roma), Massimo Caprari e l’ex presidente del X Municipio (Ostia), Andrea Tassone.

Il business. anche questa volta, riguarda i campi di "accoglienza" per migranti, rifugiati e rom. Gli arresti sono stati effettuati tra  Roma, Rieti, Frosinone, L'Aquila, Catania ed Enna. I reati contestati dalla procura distrettuale antimafia di Roma sono associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro.
E' la seconda puntata dell'inchiesta che ha portato in carcere "er cecato" - il terrorista dei Nar, ma contiguo anche alla banda della Magliana, Massimo Carminati - oltre al boss delle coooperative del Pd, Salvatore Buzzi. L'ordine di cattura conferma "l'esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali", che andavano a costituire un "ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d'imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori".
Un ruolo centrale, secondo i magistrati, era ricoperto da Luca Odevaine che, "in qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull' accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, è risultato in grado di ritagliarsi aree di influenza crescenti" nel costruire un business sicuro. E non sembra essere una illazione eccessiva ritenere che questo ramo dell'inchiesta parta proprio dalla collaborazione con gli inquirenti da parte dello stesso Odeavine, salito ai vertici dei poteri capitolini - nonostante una vecchia condanna per droga - come vice capo di gabinetto con Walter Veltroni, poi capo della polizia provinciale con Nicola Zingaretti e poi approdato al Coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo del ministero dell’Interno. 
 
L'elenco completo: Gerardo Addeo, Tommaso Addeo, Gaetano Altamura, Claudio Bolla, Stefano Bravo, Marco Bruera, Emanuela Bugitti (detenuta agli arresti domiciliari), Salvatore Buzzi (detenuto), Claudio Caldarelli (detenuto), Domenico Cammisa, Massimo Caprari, Massimo Carminati (detenuto) Nadia Cerrito (detenuta), Pierina Chiaravalle detta "Piera" (detenuta agli arresti domiciliari), Mario Cola, Sandro Coltellacci (detenuto agli arresti domiciliari), Mirko Coratti, Santino Dei Giudici, Paolo di Ninno (detenuto), Antonio Esposito, Francesco Ferrara, Franco Figurelli, Emilio Gammuto (detenuto), Alessandra Garrone (detenuta), Luca Gramazio, Carlo Maria Guarany (detenuto), Guido Magrini, Angelo Marinelli, Salvatore Menolascina, Mario Monge, Michele Nacamulli, Daniele Ozzimo, Brigidina Paone detta "Dina", Carmelo Parabita, Pierpaolo Pedetti, Daniele Pulcini, Angelo Scozzafava, Paolo Solvi, Fabio Stefoni, Andrea Tassone, Fabrizio Franco Testa (detenuto), Giordano Tredicine, Stefano Venditti, Tiziano Zuccolo.
A questo punto la credibilità e la legittimità del consiglio comunale di Roma e della Giunta Marino appaiono definitivamente compromessi. Già a Dicembre dello scorso anno, Ross@, per tutta una fase in completa solitudine, avevo chiesto le dimissioni della giunta e lo scioglimento del consiglio comunale organizzando su questo una assemblea cittadina il 18 dicembre e portando questa richiesta in tutte le iniziative pubbliche. Ma Marino era stato lasciato al suo posto di sindaco come foglia di fico per poter gestire il bilancio lacrime e sangue approvato nei mesi successivi. A questo punto ci sembra di poter riaffermare che dimissioni della giunta Marino siano un atto dovuto.
Su questo Ross@ Roma ha reso pubblica una nota:

Roma. Mafia Capitale: le dimissioni della Giunta Marino sono il minimo sindacale
La seconda ondata di arresti che si è abbattuta su Roma nel quadro dell’inchiesta su Mafia Capitale, coinvolge – come prevedibile – diversi consiglieri comunali della maggioranza e dell’opposizione. Non destra nessuna sorpresa che i consiglieri della destra, spesso i più esagitati contro immigrati e rom – siano coinvolti nel business e nella speculazione sui centri di accoglienza. L’arresto di consiglieri della maggioranza, conferma l’operazione che ha fatto di Marino la “foglia di fico” per tenere in piedi una giunta compromessa, una giunta che ha contraccambiato il favore facendo il lavoro sporco con un bilancio comunale “lacrime e sangue”, obbedendo alla lettera ai diktat del Patto di Stabilità. Ma oggi questa operazione non sta più in piedi.
Ross@, sin da dicembre dello scorso, con iniziative e dichiarazioni pubbliche, ha chiesto le dimissioni della Giunta Marino, lo scioglimento del consiglio e la ripulitura degli apparati dirigenziali comunali. Per mesi lo ha fatto in solitudine e solo successivamente altre forze sindacali e politiche hanno rotto gli indugi chiedendo anch’esse le dimissioni.
Gli arresti di oggi confermano che era stato corretto allora chiedere le dimissioni e lo è tanto più oggi. E’ un intero sistema ad essere corrotto e connivente.
Si tratta sin da ora di lavorare e confrontarsi per delineare una alternativa politica e di priorità sociali nella città, senza fare sconti per nessuno, praticando la rottura con le logiche da “sinistra di governo” e con i vincoli del Patto di Stabilità, dando forza e protagonismo alle esigenze e ai movimenti sociali che pure sono attivi e radicati in questa città.

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