domenica 10 marzo 2013

«Grillo chi?» di Checchino Antonini, Popoff.globalist.it



Stiglitz, Fitoussi, Krugman: «Grillo chi?»
Stiglitz, Fitoussi, Krugman: «Grillo chi?»

La rete ha fabbricato Grillo ma in rete circola anche l’antidoto a certe leggende metropolitane che, dilatandosi, hanno contribuito all’affermazione del logo a 5 stelle. Una di queste è la sintonia, se non la collaborazione diretta, del “moVimento” con alcuni famosissimi economisti controcorrennte. Ha detto Grillo dai palchi della campagna elettorale che: «Noi abbiamo tutto un piano preciso, perché è un piano fatto da migliaia di persone nel mondo. Il nostro piano economico l’ha fatto Stiglitz, che è premio Nobel per l’economia» (Beppe Grillo, 20/02/2013). L’8 marzo 2013, Grillo sul suo blog ha postato un articolo del quotidiano tedesco Der Spiegel: «Grillo sarà supportato da economisti rispettati. Il Nobel Paul Krugman ha già dialogato in video con Grillo. Il premio Nobel Joseph Stiglitz lo consiglia sui temi economici insieme all’economista francese Jean Paul Fitoussi».
Un attivista di Sel del modenese, Fabio Nacchio, ha scartabellato sul web per trovare le risposte dei diretti interessati, almeno tre sonore smentite alle ambizioni grilline e le ha pubblicate nella sua bacheca fb: «Stiglitz non sta fornendo nessuna consulenza economica a Beppe Grillo» (Eamon Kircher-Allen, Collaboratore di Joseph Stiglitz alla Columbia University, 9/3/2013 ).
«Apprendo con sorpresa dai giornali italiani che starei lavorando sul programma di Beppe Grillo. Ma quando mai? Non lo conosco, non l’ho mai incontrato e non sarò mai il suo consigliere. Per quanto mi riguarda, il suo movimento è espressione di una forma di regressione democratica» (Jean Paul Fitoussi, 6 marzo).
«Gli osservatori stranieri sono terrificati dalle elezioni italiane, e giustamente: anche se l’incubo del ritorno di Berlusconi non si è materializzato, lo stesso Berlusconi, Grillo o i due insieme potrebbero destabilizzare non solo l’Italia, ma l’intera Europa. Il M5S? Ha una piattaforma economica incoerente» (Paul Krugman, 7 marzo).
Il profilo facebook di un attivista del Prc abruzzese, Carmine Tomeo, invece, riporta in un grafico che pubblichiamo le singolari coincidenze tra il pensiero dell’estensore del programma economico di Grillo e quello di Ichino e della Fornero, due personaggi che dovrebbero turbare i sonni e le veglie di chi ha cercato nella lista del milionario genovese un’alternativa alle catastrofi della crisi.
















«Da mesi i commentatori si dividono tra chi considera il Movimento 5 stelle una «costola della sinistra» e chi lo considera un’organizzazione populista, prevalentemente di destra, in certi casi tendenzialmente fascista. Sono vere entrambe le cose», ha scritto sul manifesto il sociologo Loris Caruso, studioso di movimenti sociali ricordando l’ambiguità della relazione tra cinquestelle e movimenti sociali, l’apparente iperdemocrazia, i richiami alla spoliticizzazione tecnocratica, l’analogia tra la forma della lista e quella dell’economia della rete: «una vasta partecipazione dal basso (di utenti, consumatori, mediattivisti, ecc.) e da una restrizione piramidale in alto, cioè dal ruolo oligopolistico di poche grandissime imprese». [Vedi http://ilconfrontodelleidee.blogspot.it/2013/03/il-movimento-5-stelle-e-la-sinistra-di.html]
 L’aspirazione ad esere totalità è una delle chiavi del suo successo (oltre alle ragioni fornite dalla materialità della disperazione sociale) assieme, appunto, alla capacità di sfruttare ogni opportunità della rete, compresa quella della superfetazione di leggende metropoltane. Da questo punto di vista la vantata collaborazione con gli economisti si va ad aggiungere al fornito catalogo di bufale rifilare dall’ex comico al suo gentile pubblico (dalla cura Di Bella alla biowashball, solo per citare le più famose).
Che l’articolo 18 sia «un’aberrazione» lo scrive chiaro e tondo sul suo blog anche Roberta Lombardi, la capogruppo parlamentare del M5s, più nota come “la grillina del fascismo buono”.

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