venerdì 4 aprile 2014

Landini accusa: “violate le regole congressuali”

 
l43-landini-131219121004_bigLe assemblee della Cigl in vista del congresso di maggio hanno registrato una bassa partecipazione e le regole congressuali sono state violate. E’ la denuncia del segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, secondo cui tutto cio’ “cambia la natura del congresso”. Secondo Landini, la prima discrepanza e’ tra il, dato degli iscritti alla Cgil a dicembre del 2012 (5.712.642) e gli iscritti dichiarati nei verbali congressuali (5.047.812). Le percentuali dei voti sono state fatte non contando 600 mila persone. Il secondo elemento che “dovrebbe far riflettere tutta l’organizzazione” e’ la percentuale di votanti (29,69% rispetto agli iscritti 2012 e 33,60 sugli iscritti dichiarati): “l’84% degli iscritti non partecipa alle discussioni delle assemblee e alle decisioni. E’ un problema di democrazia – ha detto Landini in una conferenza stampa – va cambiata la modalita’ congressuale”.
Un altro aspetto criticato dal leader della Fiom e’ il rapporto tra i voti agli emendamenti e il numero dei delegati corrispondenti: la regola prevede che la platea dei delegati tenga conto del voto che si realizza negli emendamenti – ha affermato Landini – cio’ non e’ avvenuto. Non si sta rispettando l’equilibrato rapporto tra emendamenti e platea congressuale. Siamo di fronte ad una violazione del regolamento votato dal direttivo, perche’ chi ha votato gli emendamenti non avra’ una rappresentanza adeguata. Questo cambia la natura del congresso”.
Su questo punto e’ intervenuto anche Mimmo Moccia, facendo notare che il suo emendamento (sulla democrazia) ha ottenuto 235.000 voti, ma al congresso portera’ solo tre delegati. Landini ha quindi fatto notare i dati sulla partecipazione al voto, molto diversi da regione a regione e da categoria a categoria: in Lombardia, dove si conta il maggior numero di iscritti alla Cgil, ha votato solo il 31,43%, mentre nelle regioni del Sud, come la Puglia e la Campania che arriva a percentuali del 55% e 49%. “Questi elementi vanno resi espliciti – ha osservato Landini – e’ importante la credibilita’ dei dati registrati”.
Il rischio per la Fiom e’ di avere al congresso un numero di delegati non corrispondente al numero di votanti, che sono stati il numero piu’ elevato tra le categorie dopo i pensionati. “Siamo ad una violazione della democrazia nella composizione del congresso – dichiarato Landini – e’ un problema politico aperto che va affrontato. I congressi fatti in questo modo non consentono agli iscritti di partecipare.
Siamo dentro una crisi democratica dell’organizzazione”.
“Non e’ un problema tra la Cgil e la Fiom ne’ tantomeno tra le due segreterie – ha sostenuto l’ex leader dei metalmeccanici, Gianni Rinaldini – ma continuando su questa strada si mette a rischio la Cgil, la natura stessa del sindacato confederale”; secondo Rinaldini si configura una platea del congresso “scandalosa” in cui la Fiom avrebbe dal Lazio in giu’ sono cinque-sei delegati. “Si prefigura una platea congressuale talmente sbilanciata che puo’ far sorgere dei sospetti. Si apre un problema delicatissimo”. La replica a Landini e’ affidata al segretario confederale della Cgil, responsabile d’organizzazione, Vincenzo Scudiere: “Un metodo strano e insolito di calcolo soprattutto perche’ esclude i partecipanti al voto congressuale ed e’ irrispettoso degli iscritti all’organizzazione”, dice Vincenzo Scudiere.
In merito all’ ‘equilibrato rapporto’ previsto dal regolamento congressuale per la formazione della platea dei delegati, Scudiere precisa: “E’ gia’ in atto dalle assemblee di base in poi e si concludera’ con i congressi nazionali di categoria e, come ben sanno, non c’e’ un automatismo tra voti sugli emendamenti e platea congressuale. In ogni caso, comunque la si metta gli emendamenti sono stati bocciati. E questo e’ un fatto democratico indiscutibile”.

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