Il contributo volontario per l'acquisto di materiale si trasforma in un salato balzello obbligatorio. Le famiglie devono versare la somme al momento dell'iscrizione pena l'esclusione. Nei documenti degli istituti: "Non sono ammessi esoneri"
di VINCENZO CHIUMARULO, La Repubblica
Saranno le famiglie a dover pagare i tagli del governo
alle scuole italiane? A Bari sembra proprio di sì, dal momento che in
alcuni istituti superiori del capoluogo, il contributo richiesto ogni
anno in maniera volontaria, si è trasformato in una salata tassa
obbligatoria, passata in un lampo da 50 a 130 euro. Chi non potrà
pagarla dovrà rinunciare a iscrivere i propri figli a scuola. A
denunciarlo è l'Unione degli studenti di Bari, che documenta il caso
delle tre sedi dell'istituto tecnico-professionale Majorana dei
quartieri San Paolo (indirizzi Alberghiero e Operatore ottico), Japigia
(Elettronico e Audiovisivo) e Palese (Tecnico chimico-alimentare e
Fotografico). In tutti e tre i casi, spiegano, "la preside Paola
Petruzzelli ha informato gli studenti, con una circolare, che entro il
prossimo 28 febbraio dovranno perfezionare la domanda di iscrizione
versando obbligatoriamente il contributo scolastico di 130 euro". E non è
tutto: il documento precisa che "non sono previsti esoneri e tutte le
domande incomplete non produrranno l'iscrizione".
Immediata la reazione degli studenti non solo perché "il contributo si è quasi triplicato". Ma anche perché, spiega la coordinatrice Uds Bari, Arianna Petrosino, "è del tutto illegale, come recita
Immediata la reazione degli studenti non solo perché "il contributo si è quasi triplicato". Ma anche perché, spiega la coordinatrice Uds Bari, Arianna Petrosino, "è del tutto illegale, come recita
una circolare ministeriale del 20 marzo 2012, imporre l'obbligo del
pagamento del contributo scolastico". Inoltre, aggiunge, "l'istituto non
può assolutamente rifiutarsi di accettare le domande di iscrizione
prive di questo versamento, come invece già avvenuto in questi giorni al
Majorana". A confermare l'illegittimità di questa scelta, pur in attesa
di leggere la circolare, è la dirigente dell'Ufficio Politiche per gli
studenti e rapporti scuola-famiglia, dell'Ufficio scolastico regionale,
Anna Cammalleri: "Questa è un'ingiustizia che va eliminata - dichiara
- gli studenti sono i nostri destinatari e non i nostri azionisti. Il
contributo è un patto di solidarietà con le famiglie e non può avere
come strumento della sua realizzazione una circolare". In questa
maniera, aggiunge, "si lede quel rapporto fiduciario con lo studente e
la famiglia, che fa venire meno il principio sul quale si fonda la
scuola stessa". Da subito, assicura Cammalleri, "prenderò contatti con
il dirigente dell'Ufficio scolastico di Bari e prenderemo
provvedimenti".
Dall'istituto Majorana, intanto, giungono le precisazioni di Rosanna Brienza, collaboratrice della dirigente scolastica: "Il Consiglio di istituto, del quale fanno peraltro parte i rappresentanti degli studenti e delle famiglia, ha ritenuto di dover aumentare questo contributo per far fronte a tutte le spese di manutenzione e adeguamento tecnologico. Essendo un professionale è necessaria la funzionalità dei laboratori e il loro aggiornamento". L'aumento, infatti, è stato di 80 euro in più rispetto all'anno scorso. "I costi per mandare avanti la scuola - continua - sono elevatissimi, a fronte dei fondi tagliati dal Miur. Così la dirigente Paola Petruzzelli ha parlato con i ragazzi, anche al fine di responsabilizzarli, e ha spiegato loro che la contribuzione è essenziale per una scuola di qualità".
Ma gli istituti racchiusi sotto il nome del Majorana non sembrano essere gli unici ad aver pensato a convertire in obbligatorio ciò che era volontario. "Anche al Santarella", sottolineano gli studenti, "è previsto un contributo obbligatorio di 60 euro, sotto la dicitura di contributo per laboratorio". Ma, come è noto, questi soldi "non possono per legge essere usati per l'attività ordinaria scolastica, bensì esclusivamente come ampliamento dell'offerta formativa e culturale". Purtroppo, spiega il segretario regionale dei dirigenti scolastici Uil, Vincenzo Fiorentino, "il governo Monti ha tagliato del 30-40% le risorse del Mof, ovvero quelle destinate al miglioramento dell'offerta formativa: se l'anno scorso un istituto riceveva ad esempio 100mila euro, quest'anno ne avrà 60mila". E quindi "tutti i Consigli di istituto stanno chiedendo aiuto alle famiglie, con maggiori oneri". Però, sottolinea, "non possiamo pensare di trasferire sulle famiglie i tagli del governo, anche perché come si fa a imporre il pagamento ad esempio ai ragazzi fino ai 16 anni? Qui si tratta di scuola dell'obbligo". Se non ci "sono risorse l'offerta formativa dovrà essere limitata ma non si possono esasperare le famiglie soprattutto con aumenti, come in questo caso, del 160%".
Un impatto traumatico per chiunque, forse meno doloroso per gli studenti dell'Alberghiero e dell'Ottico: "Per loro", precisa la rappresentante di istituto del Majorana di Palese, Noemi Noviello, "il contributo è aumentato di soli 30 euro rispetto ai 100 che pagavano l'anno scorso". Nel loro caso, però, la situazione è differente dal momento che "qui hanno spese maggiori per le cucine, mentre camici e divise sono forniti dalla scuola". Nella nostra sede, invece, i disabili "non possono neppure salire nel laboratorio fotografico perché l'ascensore è rotto; e poi mancano gli estintori, la palestra è disastrata e tutto quello di cui abbiamo bisogno per la didattica dobbiamo comprarlo a spese nostre".
Quello che più spaventa gli studenti, però, è che dietro l'obbligatorietà del contributo scolastico si possa nascondere il tentativo di liberarsi di quei ragazzi turbolenti che creano disagi, alzando così il livello della scuola. "Ma così - sostengono i ragazzi - si spingeranno molti di noi, inclusi i più meritevoli che non hanno molte possibilità economiche, a finire per strada e nelle mani della criminalità: sono già moltissimi i genitori disoccupati o in cassa integrazione che sono venuti a lamentarsi, spiegando che non possono permettersi di pagare così tanti soldi". In questa maniera, aggiunge, "perderemo l'80% delle iscrizioni: dove finiranno tutti questi ragazzi? Dove finisce il nostro diritto allo studio?". Per noi "non esistono neppure testi usati, ognuno dei quali costa in media 60-70 euro, perché in Puglia l'unico altro indirizzo di Tecnico chimico-alimentare si trova a Castellana Grotte, mentre il Fotografico è solo a Palese: in tutto ogni anno spendiamo 400 euro per i libri". Qualcuno ha provato a trattare gli studenti come clienti di un ipermercato, proponendo prima una proroga e poi una proposta di rateizzazione: "Ci hanno dato la possibilità di pagare entro il 20 marzo 90 euro e gli altri 40 entro il 15 giugno". Il problema, però, è sempre lo stesso: "Si tratta di una cosa illegale".
Dall'istituto Majorana, intanto, giungono le precisazioni di Rosanna Brienza, collaboratrice della dirigente scolastica: "Il Consiglio di istituto, del quale fanno peraltro parte i rappresentanti degli studenti e delle famiglia, ha ritenuto di dover aumentare questo contributo per far fronte a tutte le spese di manutenzione e adeguamento tecnologico. Essendo un professionale è necessaria la funzionalità dei laboratori e il loro aggiornamento". L'aumento, infatti, è stato di 80 euro in più rispetto all'anno scorso. "I costi per mandare avanti la scuola - continua - sono elevatissimi, a fronte dei fondi tagliati dal Miur. Così la dirigente Paola Petruzzelli ha parlato con i ragazzi, anche al fine di responsabilizzarli, e ha spiegato loro che la contribuzione è essenziale per una scuola di qualità".
Ma gli istituti racchiusi sotto il nome del Majorana non sembrano essere gli unici ad aver pensato a convertire in obbligatorio ciò che era volontario. "Anche al Santarella", sottolineano gli studenti, "è previsto un contributo obbligatorio di 60 euro, sotto la dicitura di contributo per laboratorio". Ma, come è noto, questi soldi "non possono per legge essere usati per l'attività ordinaria scolastica, bensì esclusivamente come ampliamento dell'offerta formativa e culturale". Purtroppo, spiega il segretario regionale dei dirigenti scolastici Uil, Vincenzo Fiorentino, "il governo Monti ha tagliato del 30-40% le risorse del Mof, ovvero quelle destinate al miglioramento dell'offerta formativa: se l'anno scorso un istituto riceveva ad esempio 100mila euro, quest'anno ne avrà 60mila". E quindi "tutti i Consigli di istituto stanno chiedendo aiuto alle famiglie, con maggiori oneri". Però, sottolinea, "non possiamo pensare di trasferire sulle famiglie i tagli del governo, anche perché come si fa a imporre il pagamento ad esempio ai ragazzi fino ai 16 anni? Qui si tratta di scuola dell'obbligo". Se non ci "sono risorse l'offerta formativa dovrà essere limitata ma non si possono esasperare le famiglie soprattutto con aumenti, come in questo caso, del 160%".
Un impatto traumatico per chiunque, forse meno doloroso per gli studenti dell'Alberghiero e dell'Ottico: "Per loro", precisa la rappresentante di istituto del Majorana di Palese, Noemi Noviello, "il contributo è aumentato di soli 30 euro rispetto ai 100 che pagavano l'anno scorso". Nel loro caso, però, la situazione è differente dal momento che "qui hanno spese maggiori per le cucine, mentre camici e divise sono forniti dalla scuola". Nella nostra sede, invece, i disabili "non possono neppure salire nel laboratorio fotografico perché l'ascensore è rotto; e poi mancano gli estintori, la palestra è disastrata e tutto quello di cui abbiamo bisogno per la didattica dobbiamo comprarlo a spese nostre".
Quello che più spaventa gli studenti, però, è che dietro l'obbligatorietà del contributo scolastico si possa nascondere il tentativo di liberarsi di quei ragazzi turbolenti che creano disagi, alzando così il livello della scuola. "Ma così - sostengono i ragazzi - si spingeranno molti di noi, inclusi i più meritevoli che non hanno molte possibilità economiche, a finire per strada e nelle mani della criminalità: sono già moltissimi i genitori disoccupati o in cassa integrazione che sono venuti a lamentarsi, spiegando che non possono permettersi di pagare così tanti soldi". In questa maniera, aggiunge, "perderemo l'80% delle iscrizioni: dove finiranno tutti questi ragazzi? Dove finisce il nostro diritto allo studio?". Per noi "non esistono neppure testi usati, ognuno dei quali costa in media 60-70 euro, perché in Puglia l'unico altro indirizzo di Tecnico chimico-alimentare si trova a Castellana Grotte, mentre il Fotografico è solo a Palese: in tutto ogni anno spendiamo 400 euro per i libri". Qualcuno ha provato a trattare gli studenti come clienti di un ipermercato, proponendo prima una proroga e poi una proposta di rateizzazione: "Ci hanno dato la possibilità di pagare entro il 20 marzo 90 euro e gli altri 40 entro il 15 giugno". Il problema, però, è sempre lo stesso: "Si tratta di una cosa illegale".
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