Attenzione a non cadere nel frame sbagliato: la domanda da
porsi non è “Perché Beppe Grillo non va in televisione?”. Quella domanda
costruisce una cornice concettuale sbagliata perché sono anni che, al
contrario di quanto vorrebbe farci credere, Grillo va in televisione, dettando le sue condizioni, imponendo il suo punto di vista, decidendo come e dove farsi vedere.
Il Capo-Comico va sul piccolo schermo del caro vecchio televisore
grazie ai giochi di sponda con le numerose trasmissioni amiche o in
cerca di audience che ne amplificano i messaggi dal palco e i video da
lui diffusi e compare anche nelle televisioni on demand che ormai sono
di stanza sul piccolo schermo dei nostri monitor. Non dimentichiamolo:
Grillo scopre il web nel 2005, l’anno in cui comincia il grande
mutamento di YouTube e dei social network, che consentono in maniera
inedita di dettare contenuti e farli diffondere da orde di fan pronti ad
autoattivarsi, a spargere il verbo e moltiplicare il consenso, per di
più nella convinzione di combattere la sacra guerra della Rete contro i
“vecchi media” e di contribuire a far circolare samizdat digitali e
semiclandestini, video del leader sfuocati che paiono i messaggi dal
covo segreto ma che in realtà rispondono esattamente alle logiche
televisive che il fondatore e sovrano assoluto del Movimento 5 Stelle
conosce e sa utilizzare benissimo.
Dunque, non si tratta di adeguarsi alla fittizia contrapposizione tra
“Rete” e “Tv” che cercano di venderci Grillo e Casaleggio. E la domanda
giusta per affrontare la clamorosa e commentatissima ritirata
dall’intervista annunciata davanti alle telecamere di Sky è questa:
“Come mai Beppe Grillo non vuole rispondere alle domande?”.
Oltre alla tv, c’è la piazza. Dalla campagna elettorale siciliana in
poi, quella cominciata con l’impresa clamorosa dell’attraversamento a
nuoto dello Stretto di Messina, Beppe Grillo ha inaugurato una strategia
tutt’altro che virtuale: la messa in scena del proprio corpo. Beppe
urla, si mostra affannato, si fa toccare (come disse lui stesso al New
Yorker qualche anno fa, è fondamentale scendere dal palcoscenico e
mostrarsi umano). Beppe arriva nelle piazze col suo camper, riproponendo
il format del camper di “StranAmore”, quando Alberto Castagna portava
in giro per il paese i suoi baffi sorridenti, a stringere mani a favor
di telecamera e riconciliare coppie in crisi con la musica dei Beatles.
Quando compare il camper, è il segno che Beppe sta arrivando. La folla
applaude e lui, come disse anni fa Pippo Baudo rivelandone le doti da
cabarettista, è bravissimo a capire cosa la gente vuole sentirsi dire.
La piazza di Grillo pare tradizionale, sembra la piazza delle sagre
di un tempo e dei comizi degli anni Cinquanta, ma è anch’essa una piazza
neotelevisiva. Perché si va ad assistere allo spettacolo di uno
“famoso”, uno visto “alla televisione”, e perché ci si riprende con
telefonini per mettere il video su YouTube e mostrare agli amici di
Facebook che c’eravamo. Quando i misteriosi candidati messi in lista
grazie alle poche decine di voti raccattati a quelle “parlamentarie” che
sono state solo una misera consultazione privata, prendono impacciati
il microfono in mano per ripetere slogan ritriti come “fatti e non
parole” o “ci metto la faccia”, la piazza televisiva di Grillo si
svuota. Loro non sono “famosi”, ma verranno eletti grazie alle liste
blindate del Porcellum.
L’altro personaggio televisivo di questa campagna elettorale, Silvio
Berlusconi. Non ha la stessa capacità di Grillo di utilizzare i nuovi
media come se fossero televisori di una volta. E però i due, Silvio e
Beppe, in questi ultimi giorni di campagna elettorale pescano dallo
stesso bacino elettorale, stuzzicano le stesse sensibilità, accarezzano
le stesse emozioni: meno spesa pubblica, basta politici di professione,
non ascoltate chi parla difficile. Silvio è stanco e screditato. Beppe
appare instancabile e vergine. Parla anche di “reddito di cittadinanza”,
rinnovando la consuetudine di pescare a destra e a manca. Ma avremmo
voluto chiedergli come pensa di finanziare questa ricetta sacrosanta,
visto che allo stesso tempo promette meno tasse per gli imprenditori.
Avremmo voluto chiederlo, ma lui, come è noto ormai a tutti, non accetta
domande.
Nessun commento:
Posta un commento