martedì 5 febbraio 2013

IL VOTO UTILE di Matteo Pucciarelli, Micromega

Ma un po’ di dignità, perdio! Ma che teatrino è? Ma dove si sono mai visti due candidati avversari alle elezioni che si scambiano cotante smancerie prima del voto? Bersani e Monti, una coppia di fatto. Resta solo da capire perché il professore non ha fatto le primarie.
«Aiuto Pierluigi ma lui non ricambia», si lamenta un po’ offeso l’algido tecnico su Repubblica. «Siamo prontissimi a collaborare con Monti», si fa perdonare l’adone di Bettola. In mezzo ci siamo noi elettori di sinistra. Ci hanno assicurato che i tecnici erano una parentesi dolorosa ma necessaria, i più gaudenti non avevano dubbi (vedi Stefano Fassina) e spiegavano ciò che tutti sanno: Monti è la destra, autorevole ed educata, ma la destra. I neoliberisti. I colpevoli della crisi, come spiega benissimo Luciano Gallino. E bisognava svoltare, tornare a una sana e massiccia dose di “moderato” (non sia mai…) keynesismo, investimenti pubblici e lavoro, lavoro, lavoro.
Nel frattempo Monti ha tradito gli accordi col suo garante, Giorgio Napolitano. Si è candidato e contro il Pd, quest’ultimo fedele fino al sadomasochismo con i tecnici tutto loden e classismo ottocententesco che fa tanto antichi valori, quelli pre-emancipazione delle masse.
Ora uno si aspetterebbe una specie di amor proprio da parte della “sinistra”. Una voglia di rivalsa di una sinistra capace, finalmente, di dire parole di cambiamento radicale, di uguaglianza sociale, di povertà ed esclusione, di ambiente, di regolamentazione della finanza. Invece no, siamo agli amorosi messaggi, al politicismo spinto (dove c’è D’Alema trionfa quello), alle parole vaghe e democristiane che sanno di conservazione perenne.
Allora parlarci oggi di “voto utile” si profila come un attentato all’intelligenza collettiva. Così come le primarie (#oppureMonti) si sono rivelate un festival buono a occupare paginate di giornali, visto che l’accordo tra Pd e centristi è scritto nelle stelle. Lo sanno tutti e ci sfugge come possa non saperlo Vendola e come possa ignorarlo la Cgil. Per chi spera in un governo delle sinistre (riformiste e radicali, ma “sinistre”) il “voto utile”, oggi, è quello chiaramente alternativo al montismo. Nelle parole e – soprattutto – nei fatti.

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