Grillo:
«Alla Camera e al Senato ci penso io»
di Romina Velchi, Liberazione.it
Grillo nomina due
suoi fedelissimi come «coordinatori della comunicazione» dei gruppi
parlamentari. Sono Martinelli e Messora, il blogger che ha proposto di
prorogare Monti a Palazzo Chigi. Affiancheranno i capigruppo a cinque stelle
Mentre resta in stand by la questione dei
senatori “dissidenti” che hanno votato a favore di Grasso (Grillo li accredita
della «buona fede» e sull’eventuale espulsione ci sarà un’assemblea ad hoc dei
gruppi parlamentari) Beppe Grillo corre ai ripari per mettere in sicurezza il
suo movimento e nomina due coordinatori della comunicazione dei gruppi
parlamentari 5 stelle: si tratta dei blogger Claudio Messora per il Senato e
Daniele Martinelli per la Camera, entrambi fedelissimi di vecchia data dell’ex
comico e di Casaleggio. Messora, 45 anni, è uno dei più noti blogger italiani,
conosciuto con lo pseudonimo di 'Byoblu'. Sul suo sito web, nato tre anni fa,
ospita e propone riflessioni di natura economica e politica. Vicinissimo a
Beppe Grillo, che spesso ha ospitato articoli di Messora sul proprio blog, poco
dopo il risultato delle elezioni era balzato all’onore delle cronache lanciando
l'ipotesi della “prorogatio” del governo Monti: cioè «lasciamo Monti e i
tecnici tranquilli a Palazzo Chigi, che tanto non sporcano, non danno
fastidio», mentre il parlamento approva nuove leggi. Operazione fin troppo
chiara: lasciare l’esecutivo alla stessa “strana maggioranza” che lo ha tenuto
in vita fin qui affinché il Movimento 5 Stelle possa continuare ad vere le mani
libere e a prendersela con «Pdl e Pdmenoelle». Un affare per Grillo e soci.
Messora ha anche un passato nel mondo della musica ed è uno “smanettone”
informatico. Ha vissuto all'estero, fermandosi anche un anno a Dubai nel 2005.
Con il suo blog ha vinto il Premio Agenda Rossa e il XXXI Premio Ischia
Internazionale del Giornalismo, nella categoria social media 2010. Martinelli,
che di anni ne ha 43, ha un blog molto attivo ma, a differenza di Messora, si
occupa principalmente di attualità giornalistica. In passato si è impegnato in
politica, candidandosi nel 2010 per l'Idv alle regionali. Impegnato in
inchieste giornalistiche, ha seguito l’M5S fin dalla nascita. Con Grillo, oltre
alla passione per i blog, condivide l'avversione per i talk show televisivi.
Saranno loro, d’ora in poi, a guidare la comunicazione dei grillini: se non è
un commissariamento dei capogruppo delle due Camere poco ci manca.
L'eterogenesi dei Grilli: i "controllori" controllati
di Alessandro Avvisato, Controiano.org |
Due "portavoce" per controllare i gruppi
parlamentari indipendentemente dai capigruppo. Grillo alle prese con
l'anarchia che credeva di dominare...
«Daniele Martinelli e Claudio Messora sono da oggi i due coordinatori dei due gruppi di comunicazione per la Camera e il Senato del M5S».
Il tweet con cui Grillo ha cercato di chiudere la "ribellione" dei senatori M5S - quelli che avevano votato Grasso per evitare il ritorno di Schifani - sa tanto di commissariamento. L'hanno notato in tanti, perché è un po' troppo evidente.
I due sono due blogger di stretta osservanza casaleggiana, ovvero due opinion maker da tastiera, abili nel metter giù la parola giusta al momento giusto nel flusso giusto. Vedremo alla prima occasione se saranno altrettanto abili con media diversi: la tv teoricamente vietata ai "parlamentari semplici", l'assedio dei cronisti con le stesse domande stupide che rivolgevano fin qui ai "vecchi politici". I rischi dell'improvvisazione, quand si passa dal mondo virtuale a quello reale, sono - come è visto subito - tanti e tutti enormi. Per gestirli servirebbe cultura politica ed esperienza, oltre che faccia come il culo. La seconda indubbiamente c'è ("siamo italiani"...), la prima era stata addirittura bandita come figlia delle "ideologie del Novecento".
L'esordio di Martinelli non fa pensare che risolverà un granché. "Sarò commissario nel senso che cercherò di evitare che si presti il fianco ad attacchi strumentali di cui sono pieni i giornali da settimane", perché i parlamentari del M5s sono "cittadini acqua e sapone, digiuni di stampa e poi magari l'ingenuità".
Se fossimo parlamentari M5S saremmo già offesi, e l'dea di avere un "tutor" che ammette fra l'altro di non esser stato votato da nessuno alle "parlamentarie" grilline dovrebbe far incazzare anche un santo. Ma sono problemi loro.
Quello che interessa è verificare se il principio della "democrazia diretta", sbandierato dal M5S, sia realizzabile o meno. E se sia effettivamente "compatibile" con uno statuto da "non partito" che affida la proprietà del marchio a una sola persona.
Su questo piano abbiamo registrato fin da subito delle defaillance clamorose (avendo premesso per tempo che erano anche logiche e inevitabili), oltre che evidenti divisioni interne. Che ora hanno prodotto l'inedita figura del "portavoce al posto dei parlamentari".
Dal punto di vista istituzionale, la cosa è clamorosa. I parlamentari - qualunque cosa si pensi delle persone che sono state "elevate" a questa funzione nel corso dei decenni - hanno un ruolo-chiave nel paese: scrivono le leggi, le discutono, le approvano, le cambiano. E' concepibile che uno che fa - sia pure temporaneamente - questo mestiere sia incapace di comunicare quel che pensa? Se sì, va rimandato a casa di corsa, perché i suoi eventuali errori in sede legislativa hanno una ricaduta grave sulla vita di tutti i cittadini; se no, non servono i "tutor".
Insomma, non fa una bella impressione vedere che decine di parlamentari entrati nelle Camere sull'onda di una spinta popolare gigantesca, investiti (e auto-investiti) del compito di "controllare i vecchi politicanti", siano così "ingenui" da dover essere a loro volta controllati per quel che fanno o dicono nell'esercizio delle proprie funzioni. Dà l'idea di marionette mosse da fili extraparlamentari. E sinceramente, è uno svilimento della "politica" altrettanto penoso del vecchio "inciucismo".
La mossa di Grillo sa dunque di vecchissima politica. Dopo aver "vinto le elezioni" gridando "tutti a casa" - non era impossibile, con questa classe politica impresentabile - ha dovuto sbattere il naso sulle complicazioni della "pratica" (si vota o no? e chi o cosa? e chi decide?). Ed ha reagito prima con l'anatema e richiesta di dimissioni per i "reprobi", poi con il "perdono" incattivito di chi deve fare buon viso a cattivo gioco, infine con la nomina di due "badanti" di provata fede per disciplinare la truppa.
Registriamo. Non avranno un compito facile, se dopo appena una settimana il clima interno ai gruppi è quello involontariamente svelato dalla senatrice Serenella Fucksia, che a Sky Tg24 ha dichiarato: «Chi ha dichiarato con onestà e chiarezza un voto contro la mafia, chiaramente non a sostegno del Pd, mi stanno bene. Non escludo però che al di là di queste persone ci possano essere delle persone nel Movimento in totale cattiva fede. La mano sul fuoco su Vacciano (uno dei senatori che ha votato per Grasso) non ce la metto, perchè non si è espresso particolarmente ma poi ha fatto casino».
Calma ragazzi, una legislatura dura cinque anni...
«Daniele Martinelli e Claudio Messora sono da oggi i due coordinatori dei due gruppi di comunicazione per la Camera e il Senato del M5S».
Il tweet con cui Grillo ha cercato di chiudere la "ribellione" dei senatori M5S - quelli che avevano votato Grasso per evitare il ritorno di Schifani - sa tanto di commissariamento. L'hanno notato in tanti, perché è un po' troppo evidente.
I due sono due blogger di stretta osservanza casaleggiana, ovvero due opinion maker da tastiera, abili nel metter giù la parola giusta al momento giusto nel flusso giusto. Vedremo alla prima occasione se saranno altrettanto abili con media diversi: la tv teoricamente vietata ai "parlamentari semplici", l'assedio dei cronisti con le stesse domande stupide che rivolgevano fin qui ai "vecchi politici". I rischi dell'improvvisazione, quand si passa dal mondo virtuale a quello reale, sono - come è visto subito - tanti e tutti enormi. Per gestirli servirebbe cultura politica ed esperienza, oltre che faccia come il culo. La seconda indubbiamente c'è ("siamo italiani"...), la prima era stata addirittura bandita come figlia delle "ideologie del Novecento".
L'esordio di Martinelli non fa pensare che risolverà un granché. "Sarò commissario nel senso che cercherò di evitare che si presti il fianco ad attacchi strumentali di cui sono pieni i giornali da settimane", perché i parlamentari del M5s sono "cittadini acqua e sapone, digiuni di stampa e poi magari l'ingenuità".
Se fossimo parlamentari M5S saremmo già offesi, e l'dea di avere un "tutor" che ammette fra l'altro di non esser stato votato da nessuno alle "parlamentarie" grilline dovrebbe far incazzare anche un santo. Ma sono problemi loro.
Quello che interessa è verificare se il principio della "democrazia diretta", sbandierato dal M5S, sia realizzabile o meno. E se sia effettivamente "compatibile" con uno statuto da "non partito" che affida la proprietà del marchio a una sola persona.
Su questo piano abbiamo registrato fin da subito delle defaillance clamorose (avendo premesso per tempo che erano anche logiche e inevitabili), oltre che evidenti divisioni interne. Che ora hanno prodotto l'inedita figura del "portavoce al posto dei parlamentari".
Dal punto di vista istituzionale, la cosa è clamorosa. I parlamentari - qualunque cosa si pensi delle persone che sono state "elevate" a questa funzione nel corso dei decenni - hanno un ruolo-chiave nel paese: scrivono le leggi, le discutono, le approvano, le cambiano. E' concepibile che uno che fa - sia pure temporaneamente - questo mestiere sia incapace di comunicare quel che pensa? Se sì, va rimandato a casa di corsa, perché i suoi eventuali errori in sede legislativa hanno una ricaduta grave sulla vita di tutti i cittadini; se no, non servono i "tutor".
Insomma, non fa una bella impressione vedere che decine di parlamentari entrati nelle Camere sull'onda di una spinta popolare gigantesca, investiti (e auto-investiti) del compito di "controllare i vecchi politicanti", siano così "ingenui" da dover essere a loro volta controllati per quel che fanno o dicono nell'esercizio delle proprie funzioni. Dà l'idea di marionette mosse da fili extraparlamentari. E sinceramente, è uno svilimento della "politica" altrettanto penoso del vecchio "inciucismo".
La mossa di Grillo sa dunque di vecchissima politica. Dopo aver "vinto le elezioni" gridando "tutti a casa" - non era impossibile, con questa classe politica impresentabile - ha dovuto sbattere il naso sulle complicazioni della "pratica" (si vota o no? e chi o cosa? e chi decide?). Ed ha reagito prima con l'anatema e richiesta di dimissioni per i "reprobi", poi con il "perdono" incattivito di chi deve fare buon viso a cattivo gioco, infine con la nomina di due "badanti" di provata fede per disciplinare la truppa.
Registriamo. Non avranno un compito facile, se dopo appena una settimana il clima interno ai gruppi è quello involontariamente svelato dalla senatrice Serenella Fucksia, che a Sky Tg24 ha dichiarato: «Chi ha dichiarato con onestà e chiarezza un voto contro la mafia, chiaramente non a sostegno del Pd, mi stanno bene. Non escludo però che al di là di queste persone ci possano essere delle persone nel Movimento in totale cattiva fede. La mano sul fuoco su Vacciano (uno dei senatori che ha votato per Grasso) non ce la metto, perchè non si è espresso particolarmente ma poi ha fatto casino».
Calma ragazzi, una legislatura dura cinque anni...
Nessun commento:
Posta un commento