mercoledì 26 settembre 2018

Ponte Morandi, il governo ha fatto propaganda sulla pelle di Genova? fi Ferruccio Sansa, Il Fattoquotidiano

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Ma che cosa c’era scritto su quei fogli che Giuseppe Conte ha sventolato davanti a diecimila genovesi il 14 settembre?
Sono passati 42 giorni dalla tragedia del ponte e soltanto adesso, forse, arriva il decreto.
Sono passati 42 giorni e non c’è ancora un commissario, anzi, abbiamo dovuto assistere a penose dispute tra i partiti di maggioranza per la scelta del nome.
Sono passati 42 giorni e il ponte non è stato demolito, né si sa chi e quando lo farà.
Sono passati 42 giorni e non si ha la minima idea di quale progetto sarà scelto. Non è stata nemmeno immaginato un concorso (come sarebbe auspicabile), ma si litiga tra il progetto di Renzo Piano e quello proposto da un ingegnere. Sì, quello che immagina di fare bungee jumping da un ponte dove sono precipitate 43 persone!
E intanto Genova muore. Il porto che soffoca, la gente che impiega ore per spostarsi da una parte all’altra della città. I ragazzi che non riescono ad andare a scuola, gli adulti che non sanno come raggiungere il lavoro, gli anziani sempre più soli. Una città divisa, strappata, che muore.
Ma il punto è anche un altro: il governo ha mentito a Genova?
Torna in mente Luigi Di Maio che il giorno dei funerali, a pochi metri dalle bare, sparava a zero su Autostrade in una specie di comizietto. Accanto a lui Matteo Salvini che, mentre ancora i parenti erano accanto ai feretri, si faceva i selfie con i fan. Solidarietà maldestra o propaganda in un giorno di lutto?
E poi promesse buttate lì, in una città spaesata, confusa. Con un disperato bisogno di aggrapparsi a qualcuno.
Le ha messe in fila ieri Il Secolo XIX: “Presto un commissario”, dice Di Maio il 14 agosto. “Cominceremo la demolizione del ponte a inizio settembre”, promette la Lega a fine agosto. Ancora Di Maio il 10 settembre: “Entro la fine della settimana o all’inizio della prossima il governo approverà il decreto”. Poi Danilo Toninelli il 12 settembre: “Decreto Genova in consiglio dei ministri forse domani. Conterrà la nomina del commissario”. Sempre Toninelli in visita agli sfollati il 20: “Ho il decreto in mano, immagino che nelle prossime ore sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale”.
Giudicate voi se fosse la verità o se sia stata propaganda. Ma soprattutto c’è Conte che, almeno sulla carta, guida il governo. Il 14 settembre si presenta in piazza De Ferrari a Genova per la cerimonia di commemorazione della tragedia. Si ricordano le vittime. La gente piange. E Conte, con un intervento che molti giudicano stonato, sventola quei fogli. Parla con pause sapienti richiamando applausi. Durante una commemorazione per i morti, Conte fa un intervento politico. Ma soprattutto annuncia il decreto, lo mostra. Il 25 settembre, però, noi genovesi eravamo ancora lì ad attendere il decreto. Si dubita che ci siano le coperture, non si sa cosa abbiano votato i ministri.
Giudicate allora voi: Conte ha detto il vero alla gente di Genova? È stato sincero con una città in ginocchio? Già, in fondo la domanda dopo 42 giorni di promesse e comizi è questa: il governo è stato leale con Genova o ha fatto propaganda dopo una tragedia?

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