Tra il dire e il fare... Di tutte le scene comiche
generate dai grillini nel primo mese e mezzo di vita sotto i riflettori,
quella di oggi non fa ridere affatto. Voto telematico annullato per una
“incursione degli hacker”. Mah!
E merita di essere letta attentamente, perché illumina il buco
nero, o il punto cieco, di tutta la retorica “tecnologica” della coppia
Grillo-Casaleggio. Ovvero la mistica della rete come luogo della
trasparenza, dove uno vale veramente uno, e così via.
Partiamo dalla notizia. Le «Quirinarie» del M5S sono state annullate per un attacco hacker al sito di Beppe Grillo. Lo annuncia lo stesso leader: «Le votazioni per il Presidente della Repubblica di giovedì sono state oggetto di attacco di hacker. Abbiamo deciso di annullare quindi le votazioni di ieri e ripeterle oggi».
Può succedere, è un incidente di percorso, si può rimediare, ce l'hanno con noi, ecc. Si può dire quel che si vuole, ma il fatto resta questo: è assolutamente falso che le votazioni in Rete siano più democratiche di altri sistemi di votazione.
Proviamo ad elencare alcune ragioni, sia tecnologiche che logico-filosofiche, a sostegno della nostra affernazione.
a) Ogni sondaggio o votazione parte da un soggetto che pone la domanda. La formulazione riflette l'interesse del soggetto proponente, non necessariamente quello degli intepellati. In questo caso (“chi vorreste come presidente della Repubblica?”), comunque, la domanda risulta sufficientemente neutra da essere ininfluente sull'esito.
b) ogni comunicazione online, persino nel caso di “firma certificata”, è passibile di inteferenze più o meno gravi, dipendenti dalla qualità dei sistemi di sicurezza e dalla potenza di fuoco degli attaccanti. La forza di Anonymous, per fare un esempio positivo, è stata in diversi casi tale da mettere in crisi persino database molto militarizzati (Usa, Israele, ecc). Il risultato di una votazione, dunque, può essere più o meno falsificato, orientato, pasticciato, “brogliato” tanto da non restituire affatto l'opinione reale dei partecipanti al “voto”. È quello che è accaduto in questo caso.
c) ogni sistema di rete è non solo “orizzontale”, ma anche “verticale”; nel senso che un sistema ha un proprietario, oltre che degli utenti, e che è questo proprietario a stabilire i suoi sistemi di filtraggio delle informazioni. Può lasciarle passare tutte, fermarne alcune, selezionandole in base alle proprie convinzioni o interessi. È noto, per prenderla larga, che Google restituisce le sue ricerche ponendo in testa i clienti paganti, prima di quelli a titolo gratuito. Nel caso della “rete Grillo”, è la Casaleggio & Partners a gestire il sistema. La quale, infatti, ha comunicato che aumenterà i livelli di sicurezza, peraltro in presenza di una società di certificazione (la DNV business assurance, fin qui arruolata “in segreto”).
Grillo e Casaleggio possono controllare il voto, questa è la realtà. Non è detto che lo facciano ogni volta, ma possono farlo quando vogliono. Non esiste “trasparenza certificata”, in rete. Men che meno quando il gioco diventa grosso.
Partiamo dalla notizia. Le «Quirinarie» del M5S sono state annullate per un attacco hacker al sito di Beppe Grillo. Lo annuncia lo stesso leader: «Le votazioni per il Presidente della Repubblica di giovedì sono state oggetto di attacco di hacker. Abbiamo deciso di annullare quindi le votazioni di ieri e ripeterle oggi».
Può succedere, è un incidente di percorso, si può rimediare, ce l'hanno con noi, ecc. Si può dire quel che si vuole, ma il fatto resta questo: è assolutamente falso che le votazioni in Rete siano più democratiche di altri sistemi di votazione.
Proviamo ad elencare alcune ragioni, sia tecnologiche che logico-filosofiche, a sostegno della nostra affernazione.
a) Ogni sondaggio o votazione parte da un soggetto che pone la domanda. La formulazione riflette l'interesse del soggetto proponente, non necessariamente quello degli intepellati. In questo caso (“chi vorreste come presidente della Repubblica?”), comunque, la domanda risulta sufficientemente neutra da essere ininfluente sull'esito.
b) ogni comunicazione online, persino nel caso di “firma certificata”, è passibile di inteferenze più o meno gravi, dipendenti dalla qualità dei sistemi di sicurezza e dalla potenza di fuoco degli attaccanti. La forza di Anonymous, per fare un esempio positivo, è stata in diversi casi tale da mettere in crisi persino database molto militarizzati (Usa, Israele, ecc). Il risultato di una votazione, dunque, può essere più o meno falsificato, orientato, pasticciato, “brogliato” tanto da non restituire affatto l'opinione reale dei partecipanti al “voto”. È quello che è accaduto in questo caso.
c) ogni sistema di rete è non solo “orizzontale”, ma anche “verticale”; nel senso che un sistema ha un proprietario, oltre che degli utenti, e che è questo proprietario a stabilire i suoi sistemi di filtraggio delle informazioni. Può lasciarle passare tutte, fermarne alcune, selezionandole in base alle proprie convinzioni o interessi. È noto, per prenderla larga, che Google restituisce le sue ricerche ponendo in testa i clienti paganti, prima di quelli a titolo gratuito. Nel caso della “rete Grillo”, è la Casaleggio & Partners a gestire il sistema. La quale, infatti, ha comunicato che aumenterà i livelli di sicurezza, peraltro in presenza di una società di certificazione (la DNV business assurance, fin qui arruolata “in segreto”).
Grillo e Casaleggio possono controllare il voto, questa è la realtà. Non è detto che lo facciano ogni volta, ma possono farlo quando vogliono. Non esiste “trasparenza certificata”, in rete. Men che meno quando il gioco diventa grosso.
Il Movimento 5 Stelle ripete le ‘Quirinarie’: “Colpa di un attacco hacker”
Le votazioni online di ieri per la scelta di una rosa di candidati al Quirinale sono state annullate e vengono ripetute oggi. E su Twitter si scatenano le ironie.
Tutto da rifare. Le ‘quirinarie’ del Movimento 5 Stelle che si sono svolte ieri sono state annullate per un attacco hacker al sito di Beppe Grillo.
E quindi le votazioni online tra gli iscritti al movimento per la
scelta di una rosa di candidati al Quirinale sono da ripetere. Lo annuncia lo stesso leader 5 Stelle sul suo sito.
“Le votazioni per il presidente della Repubblica di ieri sono state oggetto di attacco di hacker – si legge sul blog -. In presenza dell’ente di certificazione è stata riscontrata una intrusione esterna durante il voto e siamo riusciti a determinare le modalità con cui è avvenuto l’attacco”. La nota dell’ente di certificazione Dnv Business Assurance incaricato dalla Casaleggio Associati di verificare le procedure di voto è stata linkata nel post: pur non facendo esplicito riferimento a un attacco hacker, parla di un’anomalia che “ha compromesso in modo significativo la corrispondenza tra i voti registrati e l’espressione di voto del votante. Trattandosi di un controllo periodico non è stato possibile determinare con certezza il momento iniziale della compromissione”.
In seguito ai problemi registrati, continua il post sul blog, “abbiamo deciso di annullare quindi le votazioni di ieri e ripeterle oggi con nuovi livelli di sicurezza. Ci scusiamo per questo inconveniente e chiediamo di ripetere le votazioni”. E poi le indicazioni per il voto, che sono le stesse di ieri: potranno esprimere la preferenza fino alle 21 di stasera tutti gli iscritti al movimento prima del 31 dicembre 2012, che abbiano inviato i documenti digitalizzati. “I primi dieci candidati saranno in seguito, il giorno lunedì 15 aprile, votati per scegliere il nome che sarà indicato dal gruppo parlamentare del M5S”.
Ironie su Twitter
Appena lanciato dallo stesso Grillo, l’hasthag #iorivotoilmiopresidente, ha scalato la classifica delle tendenze Italia su Twitter e va a piazzarsi al primo posto, tra cinguettii sferzanti e ironie. Le ‘quirinarie’, in molti tweet, si trasformano in ‘buffonarie’.
“Aridatece la matita copiativa. Te la ciucci e nun t’attacca”, scrive @per_piacere, richiamando la teoria complottistica lanciata da alcuni 5 Stelle nei giorni del voto.
“Stavolta ricordatevi di leccare il dito prima di cliccare!”, fa eco @ilfrance. “Io voto Casaleggio ministro dell’Interno – ironizza @ninocarella – La sua competenza in tema di votazioni non può essere sprecata”.
“Gli attivisti M5S dovranno rivotare il loro candidato al Quirinale. Finché non lo indovinano”, rimarca @MisterDonnie13.
E ancora: “Troll, hacker, orchi, gremlins, giornalisti, democratici e liberi pensatori. La Rete è un covo di mostri”, cinguetta @cicciogia. Ma c’è anche chi difende a spada tratta l’operato di Grillo e della Casaleggio Associati. “Bello vedere tanti troll in azione, vuol dire che il M5S sta facendo bene”, è l’opinione di @stefanoloi.
“Le votazioni per il presidente della Repubblica di ieri sono state oggetto di attacco di hacker – si legge sul blog -. In presenza dell’ente di certificazione è stata riscontrata una intrusione esterna durante il voto e siamo riusciti a determinare le modalità con cui è avvenuto l’attacco”. La nota dell’ente di certificazione Dnv Business Assurance incaricato dalla Casaleggio Associati di verificare le procedure di voto è stata linkata nel post: pur non facendo esplicito riferimento a un attacco hacker, parla di un’anomalia che “ha compromesso in modo significativo la corrispondenza tra i voti registrati e l’espressione di voto del votante. Trattandosi di un controllo periodico non è stato possibile determinare con certezza il momento iniziale della compromissione”.
In seguito ai problemi registrati, continua il post sul blog, “abbiamo deciso di annullare quindi le votazioni di ieri e ripeterle oggi con nuovi livelli di sicurezza. Ci scusiamo per questo inconveniente e chiediamo di ripetere le votazioni”. E poi le indicazioni per il voto, che sono le stesse di ieri: potranno esprimere la preferenza fino alle 21 di stasera tutti gli iscritti al movimento prima del 31 dicembre 2012, che abbiano inviato i documenti digitalizzati. “I primi dieci candidati saranno in seguito, il giorno lunedì 15 aprile, votati per scegliere il nome che sarà indicato dal gruppo parlamentare del M5S”.
Ironie su Twitter
Appena lanciato dallo stesso Grillo, l’hasthag #iorivotoilmiopresidente, ha scalato la classifica delle tendenze Italia su Twitter e va a piazzarsi al primo posto, tra cinguettii sferzanti e ironie. Le ‘quirinarie’, in molti tweet, si trasformano in ‘buffonarie’.
“Aridatece la matita copiativa. Te la ciucci e nun t’attacca”, scrive @per_piacere, richiamando la teoria complottistica lanciata da alcuni 5 Stelle nei giorni del voto.
“Stavolta ricordatevi di leccare il dito prima di cliccare!”, fa eco @ilfrance. “Io voto Casaleggio ministro dell’Interno – ironizza @ninocarella – La sua competenza in tema di votazioni non può essere sprecata”.
“Gli attivisti M5S dovranno rivotare il loro candidato al Quirinale. Finché non lo indovinano”, rimarca @MisterDonnie13.
E ancora: “Troll, hacker, orchi, gremlins, giornalisti, democratici e liberi pensatori. La Rete è un covo di mostri”, cinguetta @cicciogia. Ma c’è anche chi difende a spada tratta l’operato di Grillo e della Casaleggio Associati. “Bello vedere tanti troll in azione, vuol dire che il M5S sta facendo bene”, è l’opinione di @stefanoloi.
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