sabato 29 luglio 2017

Abbracciamoci. Ma anche no di Luca Billi



 
Ovviamente non ho alcun titolo per dire a Pisapia chi dovrebbe o non dovrebbe abbracciare. Personalmente faccio fatica a salutare, figurarsi abbracciare, ma sono io che ho un cattivo carattere; se Giuliano è per natura espansivo, non posso fargliene una colpa.
La questione però non è l’abbraccio in sé: si tratta con tutta evidenza di una polemica idiota. Il problema non è quello specifico abbraccio, ma il fatto che non si riesca a uscire da un dibattito in cui le persone – e i rapporti tra le persone – contano più delle idee. Aveva cominciato qualche giorno fa un noto – e mi dicono anche bravo – psicanalista, spiegando che noi di sinistra odiamo Renzi. Non so voi, io sono di sinistra e non odio Renzi, semmai lo disprezzo umanamente, come si può disprezzare uno scarafaggio, ma anche questa non è una categoria della politica, è ancora una volta sintomo del mio brutto carattere. In linea teorica potrebbe perfino esserci qualcuno del pd che mi sta simpatico, ma non è su questo che si può misurare la politica.
Io sono contro il pd perché quel partito rappresenta quelle idee contro cui ho sempre combattuto e contro cui combatterò sempre, perché le idee di quel partito sono radicalmente diverse dalle mie. E quindi combatto quel partito perché credo sia un danno per questo paese. Pisapia la pensa in maniera diversa? Ne sono convinto da sempre, e per questo credo che la sua proposta politica sia destinata a naufragare, anzi farò di tutto affinché naufraghi. E amici come prima.
Se un danno possiamo imputare alla troppo lunga stagione berlusconiana, in cui in qualche modo siamo ancora immersi, è proprio quello di aver trasformato la politica da uno scontro di idee a uno scontro tra persone. E infatti in questo inverno della politica abbiamo considerato di sinistra tutte le persone umanamente ostili a Berlusconi, così come ora rischiamo di commettere lo stesso errore con quelli umanamente ostili a Renzi. E anche il grillismo purtroppo non sembra uscire da questo schema pericoloso: il legame simpatetico con Grillo prevale su ogni altra cosa, anche perché quel partito programmaticamente non ha idee.
Io mi considero di sinistra indipendentemente dal fatto che disprezzi Renzi, ma perché leggo secondo certi valori e certe idee la storia umana e da qui ne ricavo un’interpretazione e di conseguenza una scelta di campo. Se vi considerate di sinistra solo perché Renzi vi sta sulle palle alla fine siete un po’ renziani anche voi, perché non riuscite a uscire da questa asfissiante personalizzazione della politica. In questi vent’anni quante volte avete sentito ripetere la balla che in politica le persone sono più importanti dei programmi? Talmente tante volte che avete finito per crederci. E infatti ci fanno votare le persone, indipendentemente da quello che quelle persone pensano e fanno.
Con buona pace degli psicanalisti, il nostro paese non si divide in renziani e antirenziani, così come non si divideva in berlusconiani e antiberlusconiani, ma si divideva allora e si divide oggi tra sfruttati e sfruttatori, tra padroni e lavoratori, e così ci si regola di conseguenza. E’ più comodo stare dalla parte degli sfruttatori, se ne ricavano più vantaggi, ma è la parte sbagliata, poi contenti voi. Qui non è in gioco la simpatia, ma un’idea. E il simpatico Pisapia ha scelto di stare dall’altra parte, con quelli del pd, dalla parte sbagliata. Amen. 
E piantiamola anche con questa stupidata che bisogna stare uniti: no, abbiamo bisogno di dividerci, abbiamo bisogno di conflitto, perché abbiamo bisogno di idee.
Dobbiamo tutti fare uno sforzo per non personalizzare la politica, per non farne sempre e comunque una questione di questa o quella persona – e quindi anche fregarcene degli abbracci dati o non dati – quando abbiamo cominciato a fare così abbiamo reso un pessimo servizio alla politica.

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