Ebbene sì, lo spettacolo in scena al teatro di Roma è stato fortemente deludente.
Mentre si parlava di “un percorso” che nascesse dal basso, che coinvolgesse compagni e compagne, che scrivesse il programma insieme alle “100 piazze” convocate in vista dell’assemblea del 18 novembre, in ristretti e segreti accordi di vertice (con Speranza, Fratoianni, Bersani, Civati, anche Pisapia e Grasso?) Falcone & Montanari facevano il contrario: si stendeva un programma (con molte lacune), si decideva che Pietro Grasso fosse “capo” della lista (la legge elettorale lo richiede, anche se nn compare sulla scheda), si selezionavano i soci fondatori.
Un vergognoso imbroglio dal punto di vista del metodo, una presa in giro. Non ho nulla contro i partiti che agiscono come tali, ma questo predicare bene e razzolare male è inaccettabile: viene meno la fiducia. Mi aspetto che le tante assemblee territoriali che già si sono costituite continuino questa esperienza proclamandosi ciò che sono, LA SINISTRA, e proseguano insieme la strada iniziata.
Chi dimentica di mettere nel suo programma l’abolizione del fiscal compact, dei trattati di Maastricht, della legge Fornero, il ritorno alla Costituzione italiana come era prima degli stravolgimenti introdotti da centrosinistra negli ultimi lustri, non andrà da nessuna parte. Alla SINISTRA il compito di rinascere rappresentando davvero le classi popolari, a partire da operai e operaie, precarie e precari, senza lavoro. Lotta di classe, identità, radicamento sociale, programma di opposizione, nessun accordo col Pd, Renzi o non Renzi: ripartiamo da qui.
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