Potere al popolo chiama alla mobilitazione contro chi sta soffiando sul
razzismo per distogliere dal vero male di questa società, lo
sfruttament.
Livorno, Milano, Pavia, Torino, Bussoleno, Salerno, Napoli, Pesaro,
Roma, Benevento, Padova, Firenze: queste le città nelle quali gli
attivisti di Potere al Popolo! si sono dati appuntamento nei giorni
scorsi per dare vita ad azioni di solidarietà e per rompere il clima di
paura e diffidenza che sta monopolizzando il dibattito pubblico
italiano. Il 10 febbraio Potere al popolo sarà presente al corteo
antirazzista di Macerata.
"La retorica che molte forze politiche stanno agitando ormai da mesi fa leva sugli istinti peggiori con l’unico scopo di ottenere un tornaconto politico; l’invasione dei clandestini, la minaccia alla “nostra” cultura, la sostituzione etnica sono tutti temi agitati a sproposito per fomentare la guerra tra poveri e distrarre l’attenzione dal vero problema: l’impoverimento generalizzato aggravato da dieci anni di crisi e da politiche che non hanno fatto che peggiorare la situazione", si legge in una nota.
Secondo Potere al Popolo, la diffusione di contratti di lavoro sempre più precari, la distruzione dello stato sociale, il taglio dei servizi essenziali e l’aumento delle tariffe hanno fatto in modo che anche chi ha ancora uno straccio di lavoro si trovi sempre più spesso in condizioni di indigenza. 5 milioni di persone, in Italia, vivono in condizioni di povertà assoluta; 13 milioni devono rinunciare alle cure mediche perché costretti a sopravvivere con la pensione minima o senza continuità di reddito.
La risposta che il governo ha dato a questa emergenza è stato il decreto Minniti sul decoro urbano, il quale, più che porre un argine alla povertà, ci sembra scateni una vera e propria guerra ai poveri, allontanandoli dai centri cittadini e non curandosi dei loro destini. Gli ultimi frutti di questi provvedimenti e del clima che essi alimentano sono sotto gli occhi di tutti: le ronde urbane contro gli immigrati, le retate all’esterno della stazione di Milano e nel centro di Torino e , ultimi, i drammatici fatti di Macerata, dove un fascista si è aggirato per la città dando letteralmente la caccia all’immigrato a colpi d’arma da fuoco.
"La retorica che molte forze politiche stanno agitando ormai da mesi fa leva sugli istinti peggiori con l’unico scopo di ottenere un tornaconto politico; l’invasione dei clandestini, la minaccia alla “nostra” cultura, la sostituzione etnica sono tutti temi agitati a sproposito per fomentare la guerra tra poveri e distrarre l’attenzione dal vero problema: l’impoverimento generalizzato aggravato da dieci anni di crisi e da politiche che non hanno fatto che peggiorare la situazione", si legge in una nota.
Secondo Potere al Popolo, la diffusione di contratti di lavoro sempre più precari, la distruzione dello stato sociale, il taglio dei servizi essenziali e l’aumento delle tariffe hanno fatto in modo che anche chi ha ancora uno straccio di lavoro si trovi sempre più spesso in condizioni di indigenza. 5 milioni di persone, in Italia, vivono in condizioni di povertà assoluta; 13 milioni devono rinunciare alle cure mediche perché costretti a sopravvivere con la pensione minima o senza continuità di reddito.
La risposta che il governo ha dato a questa emergenza è stato il decreto Minniti sul decoro urbano, il quale, più che porre un argine alla povertà, ci sembra scateni una vera e propria guerra ai poveri, allontanandoli dai centri cittadini e non curandosi dei loro destini. Gli ultimi frutti di questi provvedimenti e del clima che essi alimentano sono sotto gli occhi di tutti: le ronde urbane contro gli immigrati, le retate all’esterno della stazione di Milano e nel centro di Torino e , ultimi, i drammatici fatti di Macerata, dove un fascista si è aggirato per la città dando letteralmente la caccia all’immigrato a colpi d’arma da fuoco.
Viola Carofalo, capo politico e portavoce nazionale di Potere al
Popolo: “Per rispondere a tutto questo abbiamo deciso di mostrare che
un’umanità diversa esiste. Un’umanità solidale, generosa, accogliente,
cosciente che solo lavorare insieme per ricostruire legami e
riconoscimento reciproco può invertire il corso della barbarie nella
quale vorrebbero costringerci. C’è un’unica distinzione di razza che
riconosciamo e combattiamo: quella tra chi sfrutta e chi è sfruttato.
Non sono i poveri, i senza fissa dimora, gli indigenti ad essere
indecorosi. In un mondo nel quale un’esigua percentuale della
popolazione detiene la totalità della ricchezza a scapito della
maggioranza, sono povertà e sperequazione ad essere inaccettabili”.
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