Stamattina abbiamo presentato le firme per indire i referendum sui diritti dei lavoratori, sull’articolo 8 e 18. Questa presentazione è un atto politico contro l’ennesimo scippo di democrazia perpetrato ai danni del popolo italiano.
Lo scioglimento anticipato delle Camere
fatto a fine 2012 – invece che a inizio gennaio 2013 come abbiamo
chiesto più volte – infatti rende pressoché impossibile lo svolgimento
dei referendum. La questione è molto semplice: la legge prevede che non possano essere presentate le firme per i referendum nell’anno precedente alle elezioni.
Quindi nel 2012 non era possibile presentare le firme. La legge prevede
anche che non possano essere presentate le firme a camere sciolte. Ecco
il giochetto. Sarebbe stato sufficiente che Napolitano sciogliesse le Camere il 3 di gennaio e avremo potuto presentare il 2 gennaio i referendum sui diritti dei lavoratori come quelle per abrogare l’orribile riforma delle pensioni della Fornero.
Al contrario la scelta del Presidente della repubblica di sciogliere le camere a dicembre ha reso carta straccia le firme di un milione di italiani che in questi mesi hanno firmato le proposte di referendum. Ovviamente faremo ricorso
agli organi competenti ma è del tutto evidente che il destino dei
referendum è già segnato. Scrivo queste righe per denunciare l’ennesimo
sequestro di democrazia di cui è vittima il popolo italiano. A novembre
del 2011 invece di andare alle urne Napolitano con il consenso di Berlusconi, Bersani e Casini insediò il governo Monti.
Adesso si toglie la possibilità agli italiani di votare sui peggiori
provvedimenti del governo Monti. E’ sempre più evidente che la
demolizione dei diritti sociali è tutt’uno con la distruzione della
democrazia sostanziale ed è sempre più evidente che i sostenitori del
governo Monti – per quanto si presentino divisi alle elezioni – fanno
parte del problema e non della soluzione.
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