sabato 20 agosto 2011

TRA SCILLA E CARIDDI: LA DEFLAZIONE DA DEBITI!




Mentre euforia e depressione, spesso intrinseche nei comportamenti comportamenti umani si susseguono nei mercati finanziari che la demenziale teorie delle aspettative razionali definisce "efficienti" noi andiamo a dare un'occhiata a quello che è il rischio maggiore di questa crisi, superiore alla mancanza di liquidità. Ho sempre sostenuto che questa non è una crisi di liquidità ma soprattutto una crisi di insolvenza e fiducia.

Che poi come sostengo da anni meta' sistema finanziario mondiale andrebbe lasciato fallire e nazionalizzato, questo e' un'altro discorso. Per coloro che mi scrivono chiedendomi il significato di "debt deflation" di deflazione da debiti qui sotto ci sono alcuni passi tratti dal mio libro, una dinamica che è la stella polare per comprendere quanto sta accadendo, il tutto amplificato da un manipolo di esaltati speculatori, banchieri e finanzieri che hanno messo in atto la più imponente frode e manipolazione della storia economico/finanziaria mondiale spesso con il sostegno delle lobbies e di una parte della politica.

E' assolutamente necessario nei confronti della storia, perchè alcuni errori, frodi e manipolazioni non vengano più ripetuti, l'istituzione di una Norimberga della finanza.

(...) Settantacinque anni fa, nel passaggio tra Scilla e Cariddi della Grande Depressione, Irving Fisher pubblicò il suo lavoro La deflazione da debiti, teoria della Grande Depressione, nel tentativo di trovare una spiegazione che potesse dare un senso agli eventi drammatici di quel periodo.

La principale corrente odierna di pensiero accademico, il cosiddetto pensiero razionale ( rational expectations hypothesis), che da oltre 30 anni domina con la sua ideologia l’economia, non ha mai, dal canto suo, preso in seria considerazione la teoria della deflazione da debiti, in quanto ritiene che tutto ciò che avviene nei mercati sia razionale (il valore stesso è sempre razionale, e solo uno shock esogeno può cambiare questa realtà).

La perdita di fiducia è stato il colpo di vento che ha fatto precipitare l’accumulo di neve depositatosi sulla cresta della montagna, ovvero l’eccesso di debito generalizzato. Le fasi della valanga che ne è seguita possono essere così sintetizzate:

1. la liquidazione dei debiti attraverso la svendita dei beni patrimoniali: i proprietari sono costretti a svendere la loro abitazione in quanto non riescono più a racimolare il denaro per pagare la rata del mutuo. Nel frattempo, il valore della loro abitazione scende sotto il valore del mutuo residuo; le banche vedono pertanto crollare il valore dei loro attivi in seguito alle svalutazioni dei beni immobiliari. Gli speculatori debbono a loro volta rientrare immediatamente dai loro debiti svendendo la merce, i titoli acquistati;

2. tutti si affrettano a liberarsi delle proprie case, amplificando la caduta della velocità di circolazione della moneta, ovvero la frequenza media con la quale un’unità di moneta è spesa in uno specifico periodo di tempo;

3. questo provoca un crollo generalizzato del livello dei prezzi e un aumento dell’onere del debito espresso in termini reali (ciò che ieri valeva 100 oggi vale 90, ma il mio debito resta nominalmente 100). Il crollo dei prezzi innesca a sua volta reazioni dannose per l’economia, sia per quanto riguarda il valore delle garanzie, che automaticamente scendono (la mia casa vale 90 mentre l’ipoteca resta 100), sia per quanto riguarda la riduzione della ricchezza (o la sensazione della sua riduzione), che provoca una riduzione dei consumi;

4. la riduzione del valore dei patrimoni, unita a quella delle garanzie, provoca quindi il circolo vizioso dei fallimenti privati e aziendali;

5. e il crollo dei profitti delle aziende;

6. ne consegue l’ulteriore crollo degli investimenti, dei redditi, dei salari, delle pensioni e dell’occupazione che porta a una contrazione ulteriore dei consumi;

7. e a un peggioramento del livello di fiducia nel sistema;

8. che invita, a questo punto, al «tesoreggiamento» (accumulo di liquidità infruttifera, ristagno, parcheggio di liquidità che non rende nulla, in attesa di un ulteriore calo dei prezzi degli immobili) oppure alla «tesaurizzazione» (acquisto di oro), con la conseguente ulteriore diminuzione della velocità di circolazione della moneta;

9. che a sua volta provoca infine un’alterazione dei tassi di interesse (con una riduzione del tasso nominale e un aumento di quello reale).

Così dice in sintesi la teoria della deflazione da debiti di Irving Fisher, una teoria che, insieme all’ipotesi dell’instabilità intrinseca del sistema finanziario elaborata da un altro grande economista, Hyman Minsky, rappresenta, a mio avviso, uno strumento fondamentale per comprendere le dinamiche dell’attuale crisi.

http://icebergfinanza.splinder.com

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