Il documento condiviso da MDP, Possibile e SI non ci
pare prefigurare quella sinistra nuova e radicale che si era auspicata
nelle assemblee del Brancaccio.
Non lo è sul piano programmatico, non lo è sul piano del profilo politico e nemmeno su quello del rinnovamento.
Non c’è tra gli obiettivi nemmeno l’abolizione della legge Fornero!
Non c’è scritto che non ci saranno alleanze col Pd dopo le elezioni.
Non c’era bisogno di scomodare migliaia di persone in decine e decine di assemblee per fare una lista tra MDP, possibile e Si.
Per quanto riguarda Rifondazione Comunista non vi sono
nel documento che circola condizioni per una nostra convergenza. Se
volevamo contrattare qualche seggio in una lista con la vecchia
leadership del centrosinistra telefonavamo a D’Alema e Bersani. Non
siamo parlamentari ossessionati dalla rielezione e abbiamo la
consapevolezza che senza rottura con un fallimentare passato di
pseudoriforme antipopolari e comportamenti cinici non si ricostruisce
una sinistra popolare.
Ci interessa un processo che motivi all’impegno e al
voto i tanti elettori di sinistra che si sono rivolti al M5S o verso
l’astensionismo.
Consegnare il Brancaccio a Bersani e D’Alema non ne
riconquisterà nemmeno uno ma di certo fara’ allontanare proprio quel
poco di sinistra sociale che in questi anni ha contrastato il
neoliberismo e difeso diritti e beni comuni.
Confidiamo che dall’assemblea nazionale del Brancaccio
del 18 novembre emergano contenuti e regole all’altezza degli obiettivi
che ci si era dati: chi ha governato negli ultimi 25 anni faccia un
passo indietro, il programma sia di radicale rottura col neoliberismo a
partire dalla cancellazione dello stillicidio di leggi che hanno
distrutto i diritti di chi lavora e dalla disobbedienza ai trattati
europei che contrastano con la nostra Costituzione.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-Se
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