La conferenza “Inceneritori e salute: nessun rischio?” di sabato 12
gennaio sarà un appuntamento importante per accrescere la conoscenza
complessiva delle problematiche legate all’incenerimento, e per far
crescere la mobilitazione contro l’inceneritore di ARIA spa, convinti
che questa sia una giusta battaglia che la città si merita di vincere.
E’ la prima iniziativa che facciamo completamente dedicata all’aspetto medico, in cui interverranno solo esperti del settore; altre volte abbiamo avuto con noi medici ma all’interno di momenti pubblici in cui si è cercato di dare una visione complessiva del tema rifiuti/incenerimento. Il motivo è semplice: non abbiamo mai tollerato l’uso strumentale della salute come spauracchio per stimolare la partecipazione, ma abbiamo sempre voluto ampliare l’analisi fino a comprendere tutti gli elementi di contrarietà all’incenerimento; elementi che pongono una critica al modo di produrre merci che l’attuale sistema economico mette in campo, trasformandoci in individui produttori di montagne di rifiuti, di cui spesso siamo inconsapevoli. Soprattutto siamo stati resi ignoranti del fatto che non solo è possibile ridurre i rifiuti a monte, ma è anche possibile trasformarli in risorsa, differenziando, riducendo, riusando, limitando sempre di più il ricorso alle discariche ed eliminando in toto l’uso dell’inutile incenerimento.
Questi argomenti stanno diventando sempre di più sapere comune e condiviso, e soprattutto pongono il problema dell’incenerimento al centro di una discussione che parte dai rifiuti ma arriva a parlare di strategie future di sostenibilità reale.
Abbiamo però voluto costruire un momento pubblico di alto profilo scientifico convinti che sia necessario e urgente creare i presupposti affinché in città il dibattito sulla salute e le sostanze inquinanti esca dal pantano in cui si trova, schiacciato da continui tentativi di “riduzione alla normalità”, di letture che hanno sempre il solo obbiettivo di ricondurre tutto “all’interno delle soglie consentite dalle direttive”. Per non considerare poi quegli scienziati e istituti di ricerca che negano il legame tra polveri da combustione e patologie. Questo sta diventando davvero insopportabile. E soprattutto, e questo è ciò che ci interessa, non si pone il problema della soluzione.
A Terni si muore di cancro perché è una città in cui molti impianti industriali producono sostanze nocive. Il riscaldamento e il traffico veicolare fanno da triste corollario a questa realtà. L’inceneritore da ciliegina.
Ci chiediamo perché ogni qual volta venga sollevato il problema dell’inquinamento dell’aria anziché porsi nell’ottica di individuazione di politiche attive orientate alla sua soluzione, ci si sente rispondere dall’amministrazione e dalle agenzie preposte che in fin dei conti è appunto tutto “dentro i limiti consentiti”, e nessuno di questi che invece prenda fonte per fonte di inquinamento e per ciascuna individui una strategia di superamento, rimozione, miglioramento e quindi di soluzione. L’inceneritore è sotto tutti i punti di vista una non-soluzione, perché la Regione e la Provincia, conoscendo la criticità della situazione ambientale della conca, hanno rinnovato le Autorizzazioni ad ACEA? Questo impianto produrrà ogni anno 5mila tonnellate di polveri sottili che si accumuleranno nei nostri corpi e nell’ambiente, generando solo profitti per l’impresa con una minima ricaduta occupazionale: pura e sempre socializzazione dei danni. L’inceneritore incide sull’inquinamento atmosferico della Conca per un 5%? Ammesso che sia vero saranno comunque cinque mila tonnellate l’anno le polveri emesse dal suo camino, citando il noto climatologo Luca Mercalli “tante 0,1 portano a un cancro”.
Sarà importante che nei mesi che verranno tutti coloro che come medici e ricercatori avranno la volontà di dare il loro contributo, si facciano avanti. E’ necessario e urgente che chi di noi ha le competenze tecniche e scientifiche si metta a servizio di una lotta decennale fino a chiudere per sempre il capitolo incenerimento. Altri medici e professionisti lo stanno già facendo. Sabato 12 gennaio 2013, Sala rossa, Palazzo Gazzoli
Comitato No Inceneritori Terni
E’ la prima iniziativa che facciamo completamente dedicata all’aspetto medico, in cui interverranno solo esperti del settore; altre volte abbiamo avuto con noi medici ma all’interno di momenti pubblici in cui si è cercato di dare una visione complessiva del tema rifiuti/incenerimento. Il motivo è semplice: non abbiamo mai tollerato l’uso strumentale della salute come spauracchio per stimolare la partecipazione, ma abbiamo sempre voluto ampliare l’analisi fino a comprendere tutti gli elementi di contrarietà all’incenerimento; elementi che pongono una critica al modo di produrre merci che l’attuale sistema economico mette in campo, trasformandoci in individui produttori di montagne di rifiuti, di cui spesso siamo inconsapevoli. Soprattutto siamo stati resi ignoranti del fatto che non solo è possibile ridurre i rifiuti a monte, ma è anche possibile trasformarli in risorsa, differenziando, riducendo, riusando, limitando sempre di più il ricorso alle discariche ed eliminando in toto l’uso dell’inutile incenerimento.
Questi argomenti stanno diventando sempre di più sapere comune e condiviso, e soprattutto pongono il problema dell’incenerimento al centro di una discussione che parte dai rifiuti ma arriva a parlare di strategie future di sostenibilità reale.
Abbiamo però voluto costruire un momento pubblico di alto profilo scientifico convinti che sia necessario e urgente creare i presupposti affinché in città il dibattito sulla salute e le sostanze inquinanti esca dal pantano in cui si trova, schiacciato da continui tentativi di “riduzione alla normalità”, di letture che hanno sempre il solo obbiettivo di ricondurre tutto “all’interno delle soglie consentite dalle direttive”. Per non considerare poi quegli scienziati e istituti di ricerca che negano il legame tra polveri da combustione e patologie. Questo sta diventando davvero insopportabile. E soprattutto, e questo è ciò che ci interessa, non si pone il problema della soluzione.
A Terni si muore di cancro perché è una città in cui molti impianti industriali producono sostanze nocive. Il riscaldamento e il traffico veicolare fanno da triste corollario a questa realtà. L’inceneritore da ciliegina.
Ci chiediamo perché ogni qual volta venga sollevato il problema dell’inquinamento dell’aria anziché porsi nell’ottica di individuazione di politiche attive orientate alla sua soluzione, ci si sente rispondere dall’amministrazione e dalle agenzie preposte che in fin dei conti è appunto tutto “dentro i limiti consentiti”, e nessuno di questi che invece prenda fonte per fonte di inquinamento e per ciascuna individui una strategia di superamento, rimozione, miglioramento e quindi di soluzione. L’inceneritore è sotto tutti i punti di vista una non-soluzione, perché la Regione e la Provincia, conoscendo la criticità della situazione ambientale della conca, hanno rinnovato le Autorizzazioni ad ACEA? Questo impianto produrrà ogni anno 5mila tonnellate di polveri sottili che si accumuleranno nei nostri corpi e nell’ambiente, generando solo profitti per l’impresa con una minima ricaduta occupazionale: pura e sempre socializzazione dei danni. L’inceneritore incide sull’inquinamento atmosferico della Conca per un 5%? Ammesso che sia vero saranno comunque cinque mila tonnellate l’anno le polveri emesse dal suo camino, citando il noto climatologo Luca Mercalli “tante 0,1 portano a un cancro”.
Sarà importante che nei mesi che verranno tutti coloro che come medici e ricercatori avranno la volontà di dare il loro contributo, si facciano avanti. E’ necessario e urgente che chi di noi ha le competenze tecniche e scientifiche si metta a servizio di una lotta decennale fino a chiudere per sempre il capitolo incenerimento. Altri medici e professionisti lo stanno già facendo. Sabato 12 gennaio 2013, Sala rossa, Palazzo Gazzoli
Comitato No Inceneritori Terni
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