Vedere il proprio "caro leader" concordare con "i
concetti" del programma di CasaPound fa male. Specie ai militanti che
non hanno cancellato la pregiudiziale dell'antifascismo .
Lorenzo Paluan consigliere comunale di Carpi, sostenuto anche da Rifondazione Comunista, si è dimesso per protesta dopo l'incredibile numero "amichevole" tra l'ex comico a CasaPound.
*****
A me l’antifascismo compete (e di parecchio) Un movimento che nasce per chiedere più democrazia, non può essere non antifascista. E’ una questione di logica e di senso delle parole, peraltro supportata, per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, dai temi e dalle campagne portate avanti fino ad oggi, negli atti istituzionali delle persone che sono state elette in consigli regionali e comunali e nel fatto che i movimenti di sinistra che non si sono ancora venduti per una poltrona di assessore o un posto in parlamento, hanno sempre trovato nel M5S un loro interlocutore naturale (e l'alleanza di Carpi lo dimostra nei fatti), così come era evidente che la gran parte dei consensi raccolti dal M5S nelle sue prime elezioni, veniva proprio dai delusi dei partiti della cosiddetta sinistra “di governo”; che infatti accusavano il movimento di “rubargli i voti”.
La mia storia politica personale, che è pubblica su questo sito dal giorno in cui mi è stato richiesto da Rifondazione Comunista e da Carpi 5 Stelle di candidarmi, la mia scelta di aderire all’ANPI, sono lì a dimostrare che io mi ritengo in tutto e per tutto erede culturale della Resistenza e dello spirito dell’Assemblea Costituente, in gran parte tradito dall’evoluzione della classe politica di questo paese, ma valido e giusto nei suoi presupposti contenuti negli articoli fondamentali.
Sono antifascista per definizione e quindi l’antifascismo “mi compete” (e di parecchio)
Questa realtà è a mio modo di vedere incompatibile con la feccia di chi si definisce fascista del terzo millennio (Casa Pound, per intenderci) e su questo tema non ci possono essere margini di dubbio, quindi, molto semplicemente, dopo aver ascoltato le parole dette in libertà da Grillo, proprio nel momento che ci apprestiamo a partecipare ad un’elezione (per quanto viziata nella forma da una legge elettorale, quella sì fascistoide, ma che va benissimo al sistema dei maggiori partiti), non può per me essere valutata come uno dei tanti errori e mancanze nella gestione interna del movimento che ho segnalato da quando vi ho aderito fino ad oggi.
Dispiace vedere il lavoro di anni, di una moltitudine di persone, sprecato con questa leggerezza.
Dispiace constatare che l’unica possibilità praticabile di avere un grande movimento ecologista e democratico in Italia, motore di uno dei principali risultati in difesa dei Beni Comuni, come i referendum del 2010, getti all’aria questa incredibile opportunità, ma con l’antifascismo non si scherza e se siamo democratici, non possiamo dirci non antifascisti, quindi, per quanto mi riguarda, la mia esperienza con il Movimento 5 Stelle, si interrompe qui, perché quello che per me era chiaro ed evidente nella pratica quotidiana di questo movimento, non può compensare certe uscite ed esternazioni di quello che (purtroppo anche qui venendo meno rispetto alle premesse di due anni fa), si definisce il suo capo politico.
C’erano molte cose che ero convinto fossero errori di un Movimento ai suoi inizi, in un paese allo sfascio come l’Italia e a fronte un sistema partitico fra i peggiori d’Europa, per le quali ero e resto convinto che si sarebbe potuta dare una soluzione politica mano a mano che avessimo imparato insieme a esercitare un vera democrazia dal “basso”, ma per me la pregiudiziale antifascista inserita nella Costituzione rimane il punto da cui partire.
Se in futuro, nel Movimento 5 Stelle, questa cosa sarà chiarita, vorrà dire che ci si ritroverà più in là a condividere gli stessi temi e le stesse battaglie che abbiamo condotto in questi anni, insieme a tanti altri.
Per il momento, io non sono disponibile a continuare a lavorare in consiglio comunale, avendo in uno dei simboli del gruppo consiliare il nome di una persona che dice che “l’antifascismo non gli compete”:
Il 15 gennaio c’è un’assemblea organizzativa della Lista Carpi 5 Stelle, dove avremmo dovuto parlare di questioni rilevanti per il nostro territorio e di come organizzare la campagna elettorale, purtroppo ora dovrà valutare se mettere all’ordine del giorno anche la decisione fra il mantenere il proprio simbolo nel gruppo consiliare o sostituire il sottoscritto (cosa che non è certo da vivere come un dramma dato che sono convinto che tutti i cittadini non eletti che si sono candidati nel 2009 per Carpi 5 Stelle, saranno in grado di fare come e meglio di me in consiglio comunale, sui temi che ci hanno unito in questi anni).
Resto convinto che chi abbiamo scelto per essere eletto in Parlamento, pur con tutti i limiti delle parlamentarie del Movimento farà un ottimo lavoro e alla fine tutti i nodi interno al M5S verranno al pettine, spero in modo positivo e riconsegnando al paese una vera possibilità di rendere effettiva questa democrazia, ma per quanto mi riguarda, fino ad allora, sui valori fondamentali, non transigo.
Lorenzo Paluan, consigliere comunale a Carpi per la lista civica Carpi 5 stelle - PRC
Lorenzo Paluan consigliere comunale di Carpi, sostenuto anche da Rifondazione Comunista, si è dimesso per protesta dopo l'incredibile numero "amichevole" tra l'ex comico a CasaPound.
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A me l’antifascismo compete (e di parecchio) Un movimento che nasce per chiedere più democrazia, non può essere non antifascista. E’ una questione di logica e di senso delle parole, peraltro supportata, per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, dai temi e dalle campagne portate avanti fino ad oggi, negli atti istituzionali delle persone che sono state elette in consigli regionali e comunali e nel fatto che i movimenti di sinistra che non si sono ancora venduti per una poltrona di assessore o un posto in parlamento, hanno sempre trovato nel M5S un loro interlocutore naturale (e l'alleanza di Carpi lo dimostra nei fatti), così come era evidente che la gran parte dei consensi raccolti dal M5S nelle sue prime elezioni, veniva proprio dai delusi dei partiti della cosiddetta sinistra “di governo”; che infatti accusavano il movimento di “rubargli i voti”.
La mia storia politica personale, che è pubblica su questo sito dal giorno in cui mi è stato richiesto da Rifondazione Comunista e da Carpi 5 Stelle di candidarmi, la mia scelta di aderire all’ANPI, sono lì a dimostrare che io mi ritengo in tutto e per tutto erede culturale della Resistenza e dello spirito dell’Assemblea Costituente, in gran parte tradito dall’evoluzione della classe politica di questo paese, ma valido e giusto nei suoi presupposti contenuti negli articoli fondamentali.
Sono antifascista per definizione e quindi l’antifascismo “mi compete” (e di parecchio)
Questa realtà è a mio modo di vedere incompatibile con la feccia di chi si definisce fascista del terzo millennio (Casa Pound, per intenderci) e su questo tema non ci possono essere margini di dubbio, quindi, molto semplicemente, dopo aver ascoltato le parole dette in libertà da Grillo, proprio nel momento che ci apprestiamo a partecipare ad un’elezione (per quanto viziata nella forma da una legge elettorale, quella sì fascistoide, ma che va benissimo al sistema dei maggiori partiti), non può per me essere valutata come uno dei tanti errori e mancanze nella gestione interna del movimento che ho segnalato da quando vi ho aderito fino ad oggi.
Dispiace vedere il lavoro di anni, di una moltitudine di persone, sprecato con questa leggerezza.
Dispiace constatare che l’unica possibilità praticabile di avere un grande movimento ecologista e democratico in Italia, motore di uno dei principali risultati in difesa dei Beni Comuni, come i referendum del 2010, getti all’aria questa incredibile opportunità, ma con l’antifascismo non si scherza e se siamo democratici, non possiamo dirci non antifascisti, quindi, per quanto mi riguarda, la mia esperienza con il Movimento 5 Stelle, si interrompe qui, perché quello che per me era chiaro ed evidente nella pratica quotidiana di questo movimento, non può compensare certe uscite ed esternazioni di quello che (purtroppo anche qui venendo meno rispetto alle premesse di due anni fa), si definisce il suo capo politico.
C’erano molte cose che ero convinto fossero errori di un Movimento ai suoi inizi, in un paese allo sfascio come l’Italia e a fronte un sistema partitico fra i peggiori d’Europa, per le quali ero e resto convinto che si sarebbe potuta dare una soluzione politica mano a mano che avessimo imparato insieme a esercitare un vera democrazia dal “basso”, ma per me la pregiudiziale antifascista inserita nella Costituzione rimane il punto da cui partire.
Se in futuro, nel Movimento 5 Stelle, questa cosa sarà chiarita, vorrà dire che ci si ritroverà più in là a condividere gli stessi temi e le stesse battaglie che abbiamo condotto in questi anni, insieme a tanti altri.
Per il momento, io non sono disponibile a continuare a lavorare in consiglio comunale, avendo in uno dei simboli del gruppo consiliare il nome di una persona che dice che “l’antifascismo non gli compete”:
Il 15 gennaio c’è un’assemblea organizzativa della Lista Carpi 5 Stelle, dove avremmo dovuto parlare di questioni rilevanti per il nostro territorio e di come organizzare la campagna elettorale, purtroppo ora dovrà valutare se mettere all’ordine del giorno anche la decisione fra il mantenere il proprio simbolo nel gruppo consiliare o sostituire il sottoscritto (cosa che non è certo da vivere come un dramma dato che sono convinto che tutti i cittadini non eletti che si sono candidati nel 2009 per Carpi 5 Stelle, saranno in grado di fare come e meglio di me in consiglio comunale, sui temi che ci hanno unito in questi anni).
Resto convinto che chi abbiamo scelto per essere eletto in Parlamento, pur con tutti i limiti delle parlamentarie del Movimento farà un ottimo lavoro e alla fine tutti i nodi interno al M5S verranno al pettine, spero in modo positivo e riconsegnando al paese una vera possibilità di rendere effettiva questa democrazia, ma per quanto mi riguarda, fino ad allora, sui valori fondamentali, non transigo.
Lorenzo Paluan, consigliere comunale a Carpi per la lista civica Carpi 5 stelle - PRC
Roma: consigliere M5S abbandona Grillo dopo apertura a Casapound
Pubblichiamo la lettera di dimissioni di Marco Giustini - Consigliere al Comune di Roma per il M5S - zona XVI
Sono sette anni che in modalità differenti faccio parte di quello che è ora il Movimento Cinque Stelle. Da cinque sono l'unico consigliere eletto a Roma, dopo che tutti gli eletti nel 2008 sono passati ai partiti della casta. In questi anni ho tentato di essere uno strumento al servizio dei cittadini che mi hanno eletto in nome di Beppe Grillo, dei cittadini di Roma ed in particolare dei 140.000 abitanti del Municipio XVI in cui sono stato eletto consigliere. Ho combattuto per la difesa dei beni comuni, l'acqua, l'aria, la terra. Sono state tante le battaglie di questi cinque anni. Ho tentato di oppormi alla gestione tossica dei rifiuti a Roma, a partire dal territorio martoriato di Malagrotta, facilitando la nascita di uno strumento di partecipazione popolare come l'Osservatorio Ambientale Municipale della Valle Galeria, che aveva l'obiettivo di dare finalmente una voce propria, svincolata dalla politica e dagli interessi affaristici, ai cittadini residenti della zona. Ho tentato di favorire il diritto dei cittadini agli spazi verdi per vivere meglio e socializzare, da Monteverde - attraverso la battaglia della delibera popolare per il parco pubblico a Via dei Quattro Venti - fino a Pisana - attraverso la battaglia contro la localizzazione di una pompa di benzina nell'unica area verde del quartiere. Cosi come ho sostenuto la battaglia per l'acqua pubblica, sia nel Municipio attraverso le proposte di delibera che ai banchetti per il referendum.
Ma dopo questi sette anni è cambiato tutto ed il Movimento 5 stelle non ha mantenuto le promesse su cui era nato. Promesse che si sono rivelate, una ad una delle tremende finzioni.
Il 30 dicembre 2012 avevo già annunciato che oggi sarei uscito dal Movimento 5 stelle se non fosse stato deciso a Roma di aprire alla partecipazione dei cittadini le modalità di candidatura per le elezioni comunali, dopo che era stato violato sistematicamente il Non-Statuto del M5S, senza alcun intervento di Beppe Grillo in quanto garante del movimento.
Ora la goccia che ha fatto traboccare il vaso e mi ha spinto a rendere irrevocabile questa decisione è stato il video diffuso da Casa Pound Italia. Un video che riprende il dialogo tra Simone Di Stefano candidato di Casa Pound alla presidenza della Regione Lazio e Beppe Grillo, in cui il candidato di un partito che si autodefinisce fascista chiede: "Quelli di Casa Pound vogliono sapere sei sei antifascista o no" e Beppe Grillo risponde: "Questo è un problema che non mi compete".
Come..."non mi compete" ??
Beppe Grillo si è autodefinito "capo politico" del Movimento 5 stelle e quindi ogni sua affermazione è una affermazione del movimento. In Germania, il paese che spesso abbiamo preso a riferimento per la sua evoluzione culturale, sociale ed ambientale, nessun "capo politico" neanche di destra si azzarderebbe a dire che non gli compete definirsi antinazista. In Italia invece c'è chi continua volutamente a confondere destra e fascismo.
Beppe Grillo non ha voluto dire di essere antifascista e cosi ha legittimato l'esistenza in Italia di un partito che si definisce fascista. E in quanto "capo politico" ha infangato anche chi fa parte del movimento. Purtroppo a questo punto è chiaro che lo ha fatto per interesse elettorale, per attirare i voti dell'estrema destra fascista sul Movimento 5 stelle. Beppe Grillo è un capace comunicatore e non uno sprovveduto che non sa cosa dice e cosa vuole. E' impossibile che non si sia reso conto di ciò che ha fatto.
Non si può parlare di difesa della Costituzione nel programma del Movimento e poi legittimare l'esistenza di un partito fascista, affermando che non compete a Beppe Grillo e quindi al Movimento definirsi o meno antifascisti. Quella Costituzione è stata scritta grazie alla vita di chi ha lottato per creare in Italia le condizioni di democrazia e partecipazione, per il cui sviluppo abbiamo lavorato in questi anni all'interno del Movimento, e quindi chiunque si definisca fascista non può e non deve avere diritto di parola, come peraltro dice la legge.
Casa Pound sono dei fascisti non solo perchè si dichiarano tali, ma perchè c'è chi ha visto gente con le spranghe di ferro tra le mani per strada, e lo ha visto qui a Roma. Non dirsi antifascisti significa legittimare azioni del genere. Non basta dire che non si condividono e non si partecipa materialmente a queste azioni, come ha detto Beppe Grillo nel video. Peraltro a Casa Pound, il sindaco di Roma Alemanno ha comprato con i soldi dei cittadini la loro sede. Quindi anche loro sono parte della casta dei partiti.
"Uno conta uno" è ormai solo un vuoto slogan. Gli eletti non devono parlare in tv per evitare di essere strumentalizzati, mentre Beppe Grillo può dire al vicepresidente di un partito che si definisce fascista che non gli compete dire di essere antifascista, sapendo che sarà strumentalizzato? I cittadini che fanno parte del Movimento possono essere espulsi con un semplice messaggio sul blog, mentre le dichiarazioni di Beppe Grillo non possono essere soggette ad un giudizio dei partecipanti al movimento? Domande come queste rimangono da sempre senza risposta. Nessuna decisione fondamentale viene condivisa nel Movimento 5 stelle e nessuno nel Movimento se ne stupisce. Quei pochi che lo fanno, vengono cacciati.
Il Movimento 5 stelle, per come l'ho conosciuto io e per il quale ho sempre lottato, è finito e quindi non ha più senso farne parte. Dopo che il Non-Statuto è diventato carta straccia, ora anche l'ultima finzione è caduta: Beppe Grillo dopo essere diventato "capo politico" è anche il candidato-premier alle elezioni nazionali, dopo aver detto per anni che non si sarebbe mai candidato perchè condannato.
Ma io non voglio arrendermi, perchè continuo a credere nei principi ed i valori per i quali ho lottato, partecipando al Movimento 5 stelle, anche se ora ho deciso di uscirne. Se pensate che abbiano un senso le mie parole, potete continuare a seguirmi sul mio blog personale.
Sono sette anni che in modalità differenti faccio parte di quello che è ora il Movimento Cinque Stelle. Da cinque sono l'unico consigliere eletto a Roma, dopo che tutti gli eletti nel 2008 sono passati ai partiti della casta. In questi anni ho tentato di essere uno strumento al servizio dei cittadini che mi hanno eletto in nome di Beppe Grillo, dei cittadini di Roma ed in particolare dei 140.000 abitanti del Municipio XVI in cui sono stato eletto consigliere. Ho combattuto per la difesa dei beni comuni, l'acqua, l'aria, la terra. Sono state tante le battaglie di questi cinque anni. Ho tentato di oppormi alla gestione tossica dei rifiuti a Roma, a partire dal territorio martoriato di Malagrotta, facilitando la nascita di uno strumento di partecipazione popolare come l'Osservatorio Ambientale Municipale della Valle Galeria, che aveva l'obiettivo di dare finalmente una voce propria, svincolata dalla politica e dagli interessi affaristici, ai cittadini residenti della zona. Ho tentato di favorire il diritto dei cittadini agli spazi verdi per vivere meglio e socializzare, da Monteverde - attraverso la battaglia della delibera popolare per il parco pubblico a Via dei Quattro Venti - fino a Pisana - attraverso la battaglia contro la localizzazione di una pompa di benzina nell'unica area verde del quartiere. Cosi come ho sostenuto la battaglia per l'acqua pubblica, sia nel Municipio attraverso le proposte di delibera che ai banchetti per il referendum.
Ma dopo questi sette anni è cambiato tutto ed il Movimento 5 stelle non ha mantenuto le promesse su cui era nato. Promesse che si sono rivelate, una ad una delle tremende finzioni.
Il 30 dicembre 2012 avevo già annunciato che oggi sarei uscito dal Movimento 5 stelle se non fosse stato deciso a Roma di aprire alla partecipazione dei cittadini le modalità di candidatura per le elezioni comunali, dopo che era stato violato sistematicamente il Non-Statuto del M5S, senza alcun intervento di Beppe Grillo in quanto garante del movimento.
Ora la goccia che ha fatto traboccare il vaso e mi ha spinto a rendere irrevocabile questa decisione è stato il video diffuso da Casa Pound Italia. Un video che riprende il dialogo tra Simone Di Stefano candidato di Casa Pound alla presidenza della Regione Lazio e Beppe Grillo, in cui il candidato di un partito che si autodefinisce fascista chiede: "Quelli di Casa Pound vogliono sapere sei sei antifascista o no" e Beppe Grillo risponde: "Questo è un problema che non mi compete".
Come..."non mi compete" ??
Beppe Grillo si è autodefinito "capo politico" del Movimento 5 stelle e quindi ogni sua affermazione è una affermazione del movimento. In Germania, il paese che spesso abbiamo preso a riferimento per la sua evoluzione culturale, sociale ed ambientale, nessun "capo politico" neanche di destra si azzarderebbe a dire che non gli compete definirsi antinazista. In Italia invece c'è chi continua volutamente a confondere destra e fascismo.
Beppe Grillo non ha voluto dire di essere antifascista e cosi ha legittimato l'esistenza in Italia di un partito che si definisce fascista. E in quanto "capo politico" ha infangato anche chi fa parte del movimento. Purtroppo a questo punto è chiaro che lo ha fatto per interesse elettorale, per attirare i voti dell'estrema destra fascista sul Movimento 5 stelle. Beppe Grillo è un capace comunicatore e non uno sprovveduto che non sa cosa dice e cosa vuole. E' impossibile che non si sia reso conto di ciò che ha fatto.
Non si può parlare di difesa della Costituzione nel programma del Movimento e poi legittimare l'esistenza di un partito fascista, affermando che non compete a Beppe Grillo e quindi al Movimento definirsi o meno antifascisti. Quella Costituzione è stata scritta grazie alla vita di chi ha lottato per creare in Italia le condizioni di democrazia e partecipazione, per il cui sviluppo abbiamo lavorato in questi anni all'interno del Movimento, e quindi chiunque si definisca fascista non può e non deve avere diritto di parola, come peraltro dice la legge.
Casa Pound sono dei fascisti non solo perchè si dichiarano tali, ma perchè c'è chi ha visto gente con le spranghe di ferro tra le mani per strada, e lo ha visto qui a Roma. Non dirsi antifascisti significa legittimare azioni del genere. Non basta dire che non si condividono e non si partecipa materialmente a queste azioni, come ha detto Beppe Grillo nel video. Peraltro a Casa Pound, il sindaco di Roma Alemanno ha comprato con i soldi dei cittadini la loro sede. Quindi anche loro sono parte della casta dei partiti.
"Uno conta uno" è ormai solo un vuoto slogan. Gli eletti non devono parlare in tv per evitare di essere strumentalizzati, mentre Beppe Grillo può dire al vicepresidente di un partito che si definisce fascista che non gli compete dire di essere antifascista, sapendo che sarà strumentalizzato? I cittadini che fanno parte del Movimento possono essere espulsi con un semplice messaggio sul blog, mentre le dichiarazioni di Beppe Grillo non possono essere soggette ad un giudizio dei partecipanti al movimento? Domande come queste rimangono da sempre senza risposta. Nessuna decisione fondamentale viene condivisa nel Movimento 5 stelle e nessuno nel Movimento se ne stupisce. Quei pochi che lo fanno, vengono cacciati.
Il Movimento 5 stelle, per come l'ho conosciuto io e per il quale ho sempre lottato, è finito e quindi non ha più senso farne parte. Dopo che il Non-Statuto è diventato carta straccia, ora anche l'ultima finzione è caduta: Beppe Grillo dopo essere diventato "capo politico" è anche il candidato-premier alle elezioni nazionali, dopo aver detto per anni che non si sarebbe mai candidato perchè condannato.
Ma io non voglio arrendermi, perchè continuo a credere nei principi ed i valori per i quali ho lottato, partecipando al Movimento 5 stelle, anche se ora ho deciso di uscirne. Se pensate che abbiano un senso le mie parole, potete continuare a seguirmi sul mio blog personale.
Marco Giustini - Consigliere al Comune di Roma - Municipio zona XVI
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