domenica 4 maggio 2014

Odg approvato dal Comitato Federale di Roma del 29/04/2014

575454_577233582308345_278466514_nLe prossime elezioni europee sono probabilmente tra le più importanti della storia recente della Ue e della Uem. Infatti, mai come ora l’unificazione europea e in particolare quella valutaria appaiono incidere sulle condizioni materiali di vita di centinaia di milioni di salariati e sui livelli di democrazia in Europa come conosciuta nel secondo dopoguerra. In particolare l’euro si sta rivelando come la leva strategica usata dal capitale transnazionale per abbattere il salario in tutte le sue forme e per trasformare la democrazia parlamentare classica in democrazia oligarchica, in cui il potere degli esecutivi è sempre più preminente rispetto ai parlamenti.
L’Italia è forse il Paese in cui questo processo è più avanzato, sia dal punto di vista economico che istituzionale. Il governo Renzi si sta dimostrando il governo più conseguente nel portare avanti questa strategia fatta di ulteriore precarizzazione del mercato del lavoro, privatizzazioni e stravolgimento della Costituzione, della struttura istituzionale e delle leggi elettorali. Il tutto allo scopo di ridurre la capacità della classe lavoratrice di incidere sulla realtà sociale e politica. Il Pd, nel suo insieme e comprese le minoranze interne, appare allineato alla linea del governo Renzi e soprattutto ad una linea europeista.
In Italia e in Europa si sta producendo una forte opposizione contro i trattati europei che arriva fino a mettere in discussione l’euro. Spesso i partiti e i movimenti che si fanno promotori di questa opposizione sono di orientamento piccolo borghese e non raramente di stampo fascista o reazionario. Dunque, è importante per noi essere presenti con posizioni chiare e radicali e mantenere una mobilitazione antifascista, consci però che in questa fase non è l’opzione fascista quella su cui punta il capitale, ma quella oligarchica di marca anglosassone.
Per tutte queste ragioni è necessario che il PdCI adotti una linea chiara contro i trattati europei (da Maastricht al Fiscal compact) e ponendo la questione dell’abolizione dell’euro e della Uem non come un tabù ma come una possibilità concreta legata allo sviluppo della lotta per la difesa della democrazia e della classe salariata italiana e europea. Nella sostanza la nazionalizzazione di banche e settori strategici e il rilancio della lotta per il salario diretto, indiretto e differito non puo’ essere compressa o differita dall’applicazione delle misure di stabilità imposte a livello europeo e dalla compatibilità con esse.
Riteniamo che partecipare alla campagna delle elezioni deve essere occasione per diffondere la nostra critica all’Europa del capitale transnazionale e rafforzare le posizioni dei comunisti. Questo pone la questione della Lista Tsipras su cui resta la nostra critica radicale. La lista è nata male, nel senso che sia gli errori commessi dai partiti comunisti principali sia l’attivismo di alcuni intellettuali, politicamente ambigui e mediaticamente sostenuti da alcuni media, hanno impedito che la Lista si definisse nel modo più consono ai nostri obiettivi. Tuttavia, riteniamo che vadano sostenuti, per le ragioni dette prima, quei candidati comunisti, interni alla Lista Tsipras, i quali abbiano dichiarato e dimostrato il loro appoggio e la loro adesione ai nostri punti qualificanti: no all’atlantismo e alle manovre destabilizzatrici di Ue e Usa in Ucraina e nel resto d’Europa e soprattutto no ai trattati europei e all’ utilizzo dell’ euro come strumento di ristrutturazione complessiva della società europea a favore del capitale. Quei candidati i quali inequivocabilmente e senza ambiguita’ andranno a rafforzare il Gue nel suo ruolo di alternativa a PSE e PPE come afferma lo stesso documento di diversi partiti comunisti e del Gue firmato da PdCI e PRC. In questo senso il Cf di Roma individua in Fabio Amato l’unico candidato con queste caratteristiche tra quelli dell’Italia centrale.
Approvato con un voto contrario e due astenuti.


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