sabato 19 marzo 2016

Dice Speranza di Lucia Del Grosso

  roberto-speranza



Dice Speranza che loro, la sinistra dem, non escono dal PD. Loro sono il PD.
Ma io sapevo che un partito si fonda su:
  1. una base sociale di riferimento:
  2. una ideologia coerente con la base di riferimento del partito;
  3. un’organizzazione.
Questa definizione di partito mi serve per sottoporre a verifica l’affermazione di Speranza.
A occhio e croce mi pare che Speranza o abbia sbagliato genere, numero e caso, o stia facendo coming out.
Infatti:
  1. da due anni gli studi dei flussi elettorali del Cattaneo di Bologna e tutti i principali istituti di sondaggi segnalano che nel PD si è verificato il più potente ricambio dell’elettorato della storia della Repubblica. Entrano gli ex elettori di Monti e di Forza Italia ed escono gli elettori di sinistra. Si deve presumere che anche la base sociale abbia subito una sensibile variazione;
  2. l’ideologia è quella di un partito liberista postdemocratico: per cancellare più rapidamente i diritti sociali il PD riforma le istituzioni in modo da comprimere la dialettica parlamentare. E’ riuscito nella mirabile impresa di attuare il programma della P2, Berlusconi non ancora ci riesce a credere;
  3. l’organizzazione è una federazione di bande che periodicamente si sottopongono all’ordalia delle primarie, che già di per sé è un rito prepolitico che contempla la scelta della classe dirigente non mediante libera discussione, ma facendo appello alla retorica e alla mozione degli effetti. Per di più non riescono ad ammantare le primarie nemmeno di uno straccetto di dignità e arrivano perfino ad imbrogliare sulle schede bianche. La discussione interna nel partito si limita a qualche riunione di direzione in diretta streaming per far assistere tutto il popolo italiano agli insulti di Renzi alla minoranza.
Ma Speranza dice che lui è il PD. Quindi le ipotesi sono 3:
  a) non ci vede bene;
  b) ci vede benissimo e si riconosce in 1, 2 e 3;
  c) crede che la questione sia sono la leadership del partito 
      e quindi un congresso potrebbe eliminare quanto vi è di
      distorto in 1, 2 e 3.
Se ricadiamo nei casi a) e b) non so che dirgli, buon pro gli faccia.
Se ricadiamo nel caso c) ci dica Speranza se crede veramente che modificazioni così profonde, estese, complesse e non reversibili che attengono alla natura del partito possano essere risolte con un congresso. Anzi, nemmeno con un congresso, perché lo statuto del partito contempla le primarie come strumento di contesa politica.  Cioè l’ordalia di cui si diceva sopra.

Nessun commento: