venerdì 7 novembre 2014

7 Novembre. L'arte dell'insurrezione di Vladimir Ilich Ulianov "Lenin"


7 Novembre. L'arte dell'insurrezione

"Cosciente della necessità assoluta dell’insurrezione degli operai di Pietrogrado e di Mosca per salvare la rivoluzione e la Russia, minacciata da una spartizione “separata” fra gli imperialisti delle due coalizioni, dobbiamo dapprima alla Conferenza adattare la nostra tattica politica alle condizioni dell’insurrezione che sale, e in secondo luogo provare che non solo a parole noi accettiamo l’idea di Marx sulla necessità di considerare l’insurrezione come un’arte.

Alla Conferenza dobbiamo per prima cosa rendere coesa la frazione bolscevica, senza correre dietro al numero, senza temere di lasciare gli esitanti nel campo degli esitanti: “là” saranno più utili alla causa della rivoluzione che non nel campo dei combattenti risoluti e devoti.

Dobbiamo redigere una breve dichiarazione a nome dei bolscevichi, sottolineando nel modo più reciso l’inopportunità dei lunghi discorsi, e dei “discorsi” in generale; la necessità di un’azione immediata per la salvezza della rivoluzione; la necessità assoluta di una rottura completa con la borghesia, della destituzione di tutto il governo attuale, senza alcuna eccezione per nessuno, di una rottura completa con gli imperialisti franco-inglesi che preparano una spartizione “separata” della Russia, e infine la necessità del passaggio immediato di tutto il potere nelle mani di una democrazia rivoluzionaria diretta dal proletariato rivoluzionario.

La nostra dichiarazione deve formulare questa conclusione nel modo più breve e più reciso, in connessione col nostro progetto di programma: la pace ai popoli, la terra ai contadini, confisca dei profitti scandalosi dei capitalisti, repressione dello scandaloso sabotaggio della produzione perpetrato dai capitalisti.

Più la dichiarazione sarà breve e recisa, meglio sarà. Vi si dovranno soltanto indicare chiaramente altri due punti di grandissima importanza: il popolo è stanco fino all’esaurimento delle esitazioni, il popolo tormentato dalle indecisioni dei socialrivoluzionari e dei menscevichi; noi rompiamo definitivamente con questi partiti perchè essi hanno tradito la rivoluzione.

Altro punto: proponendo immediatamente una pace senza annessioni, rompendo senza indugio con gli imperialisti alleati con tutti gli imperialisti in generale, o noi otterremo immediatamente un armistizio, o tutto il proletariato rivoluzionario sarà per la difesa nazionale, e, sotto la sua direzione, la democrazia rivoluzionaria farà una guerra veramente giusta, veramente rivoluzionaria.

Dopo aver letto la nostra dichiarazione, dopo aver invitato A decidere e non a parlare, ad agire e non a stendere risoluzioni, dobbiamo lanciare tutta la nostra frazione nelle officine, nelle caserme: là è il suo posto, là è il nervo della vita, là è la sorgente della salvezza della rivoluzione, là è il motore della Conferenza democratica.

Con discorsi ardenti, appassionati, dobbiamo ivi spiegare il nostro programma, ponendo la questione in questi termini:o accettazione completa di questo programma da parte della Conferenza o insurrezione. Non c’è via di mezzo. È impossibile attendere. La rivoluzione è in pericolo.

Posta la questione in questi termini, centrata l’attività di tutta la nostra frazione nelle officine e nelle caserme, sceglieremo il momento propizio per l’insurrezione.

Per considerare l’insurrezione come la devono considerare i marxisti, cioè come un’arte, dobbiamo, al tempo stesso, senza perdere un istante, organizzare uno Stato Maggiore delle squadre insurrezionali, ripartire le nostre forze, inviare i reggimenti sicuri nei punti più importanti, circondare Aleksandrinka, occupare Pietropavlovka, arrestare lo Stato Maggiore generale e il governo. mandare contro gli “junker” e contro la divisione selvaggia delle squadre pronte a sacrificare la loro vita piuttosto che lasciare avanzare il nemico verso il centro della città, mobilitare gli operai armati, chiamarli ad un’ultima accanita battaglia, occupare immediatamente il telefono e il telegrafo, installare il nostro Stato Maggiore insurrezionale nella centrale telefonica, collegarla per telefono con tutte le officine, con tutti i reggimenti, con tutti i punti dove si svolgerà la lotta armata, ecc.

Tutto ciò è naturalmente approssimativo, detto solo per dimostrare che in questo momento non si può rimaner fedeli ai marxismo e alla rivoluzione senza considerare l’insurrezione come un’arte".

Dallo scritto "L'insurrezione è un arte" . di V.I. Lenin

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