Sinistra: i documenti delle assemblee di Roma e Bologna e l’appello delle Città in Comune
DOPO
LA VITTORIA DEL NO, DALLE “CITTA’ IN COMUNE” UNA INIZIATIVA PER
COSTRUIRE UNITARIAMENTE E DAL BASSO UN PROCESSO UNITARIO DELLA SINISTRA
ALTERNATIVA AL PD
Nel
mese di dicembre si sono svolte due assemblee, l’11 a Roma convocata
dalle “Città in comune “ sul tema “Ricominciamo dal No” ed il 18 a
Bologna sul tema “Costruiamo l’ alternativa”, che hanno evidenziato la
volontà e la necessità di far dialogare e unire tutte le forze che a
sinistra hanno contribuito alla straordinaria vittoria del No .
Riteniamo,
perciò utile pubblicare sul sito i documenti definiti in queste
assemblee e l’appello finale dei promotori delle “Città in Comune “ per
il rilancio del processo unitario.
Su
questi temi è importante organizzare in tutti i territori – come già
siamo impegnati a fare come PRC SE e come Altra Europa con Tsipras –
assemblee partecipate, perché solo il protagonismo di tutte le
soggettività politiche e sociali locali, di comitati ed associazioni,
può dare un contributo determinante ad un processo unitario della
sinistra alternativa al PD.
E’
prevista, inoltre, dopo le assemblee territoriali, entro la prima
decade di febbraio, un assemblea nazionale sul “metodo e le forme “ di
costruzione di questo spazio di “Politica in Comune “ nella convinzione
che “la forma è importante quanto il contenuto, le pratiche
significative quanto i programmi, i comportamenti quanto i documenti”
per costruire una sinistra larga in grado anche di misurarsi in modo
innovativo con le prossime scadenze elettorali.
Il PRC
SE è fortemente impegnato in questo processo in particolare con il
protagonismo sui territori di tutte le compagne ed i compagni.
Nei prossimi giorni daremo notizia delle assemblee territoriali e delle iniziative nazionali in via di calendarizzazione.
Raffaele Tecce
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POLITICA IN COMUNE
Assemblea “Ricominciamo dal NO(i) dell’11 dicembre 2016
Comunicato finale
Come
promotori e partecipanti agli incontri di “politica in comune”, in
occasione dell’assemblea nazionale dell’11 dicembre a Roma, riaffermiamo
la necessità di far dialogare e unire tutte le forze che a sinistra
hanno contribuito alla straordinaria vittoria del No alla revisione
costituzionale proposta dal governo Renzi.
Questa vittoria deve spingerci a far maturare nel nostro paese un
profondo cambiamento politico, economico e sociale, che dia
rappresentanza alle tante domande presenti nella società per la
giustizia, la democrazia, il lavoro, i diritti sociali, la salvaguardia
dell’ambiente, un’economica sostenibile. La Costituzione ora deve essere
attuata compiutamente; e anzi il suo orientamento ideale rappresenta
per noi l’indirizzo politico-programmatico di una nuova stagione della
sinistra.
Dopo
anni di separazione tra paese e istituzioni, società e politica
riteniamo si debba andare alle elezioni generali con una legge
elettorale che non può non avere un impianto proporzionale, in grado di
dare effettiva rappresentanza a tutti gli orientamenti e sensibilità
presenti nella società italiana, oltreché in contrasto con lo
schiacciamento maggioritario del sistema politico, di cui sono evidenti i
danni prodotti. Starà poi a noi lavorare a costruire, con il metodo
della “politica in comune”, un’alternativa politica a tutte le forze
neo-liberiste, Partito democratico compreso.
Serve una politica capace di valorizzare la dimensione
democratico-partecipativa nelle comunità locali, attraverso il sostegno
alle tante liste civiche che si sono misurate nelle diverse elezioni
amministrative che si sono succedute, e il protagonismo sociale e
culturale che si esprime in associazioni, movimenti, civismo, nei loro
conflitti, nelle loro campagne. Il tutto con il decisivo contributo di
una rinnovata e non autoreferenziale sinistra politica, capace di
superare la frammentarietà organizzativa, la subalternità politica, le
chiusure ideologiche.
- Noi vogliamo dare un contributo alla costruzione di uno spazio aperto e inclusivo, plurale e cooperativo, dove ciascuno, ciascuna possano fare la propria parte per costruire una nuova stagione di cambiamento.
E per questo c’impegniamo a lavorare per realizzare tre obiettivi:
* La
costruzione di una proposta legata al “metodo” che deve essere alla base
di quello spazio politico che intendiamo offrire. La forma è importante
quanto il contenuto, le pratiche significative quanto i programmi, i
comportamenti quanto i documenti. Bisogna mettere al bando derive
autoreferenziali e politiciste per dar vita a forme e procedure
partecipative, che incidano in modo radicalmente nuovo sul come si sta
insieme, su come si decide, su come si formano nuove soggettività dal
basso verso l’alto, forme e procedure non schiacciate su schieramenti,
posizionamenti, assetti. Ciò significa inoltre riconoscere e valorizzare
la pari dignità delle diverse forme della politica presenti a sinistra,
che insieme si sono impegnate, ciascuna con un proprio ruolo, nella
battaglia referendaria, e che possono allo stesso modo costruire una
sinistra larga e plurale, un campo della trasformazione, in grado di
misurarsi in modo innovativo con le prossime scadenze elettorali. E su
questi temi c’impegniamo infine a promuovere un’assemblea nazionale
entro gennaio, invitando le realtà locali a organizzare iniziative in
preparazione di quest’appuntamento centrale.
* Il
contributo alla vittoria nei prossimi appuntamenti politici e sociali
contro le politiche neo-liberiste attuate in questi anni. Proprio perché
per noi la sinistra o è sociale o non è e la politica o è
cambiamento sociale o non è, si svolgano o meno nel 2017 le elezioni
politiche, chiediamo che si possano celebrare i referendum sul lavoro,
su cui la Cgil ha raccolto più di tre milioni di firme. Ci impegniamo
altresì a contribuire alla costituzione di Comitati per il Sì per
sostenere la prossima campagna referendaria.
* Il
prosieguo del nostro percorso di “politica in comune”, attraverso un
rafforzamento della comunicazione e della collaborazione tra le nostre
realtà e allargando l’ambito del lavoro e delle iniziative fin qui
svolte, attraverso un collegamento organico con le esperienze che si
ritroveranno il prossimo 18 dicembre a Bologna, con le quali
condividiamo il percorso politico e culturale, i temi del confronto e la
domanda di un cambiamento radicale. Rivolgiamo pertanto ai promotori
dell’iniziativa bolognese l’invito a incontrarci e continuare il nostro
lavoro insieme.
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DOCUMENTO ASSEMBLEA BOLOGNA 18 DICEMBRE: COSTRUIRE L’ALTERNATIVA.
Costruire l’alternativa: ci mettiamo in cammino.
La
vittoria del No il 4 dicembre ha smentito ancora una volta la favola
dell’Italia addormentata, pacificata e inerte nel consenso al governo
delle élite economiche. Non è vero che i cittadini del nostro paese sono
rassegnati, sconfitti e addomesticati. Il dissenso nei confronti di
politiche economiche e sociali sbagliate e violente cresce. Non ha
rappresentanza, non ha sbocchi di alternativa reale, ma c’è.
Su
tanti temi, in questo paese, noi siamo la maggioranza. La maggioranza
invisibile e dimenticata: quelli che non hanno una rendita a garantire
privilegi, quelli che devono lavorare per vivere, quelli che cercano
lavoro e sono stufi di trovarlo solo precario e sottopagato, quelli che
il lavoro se lo inventano in partita iva o in imprese artigiane, quelli
che non possono permettersi la sanità a pagamento, la scuola privata, le
tasse universitarie, quelli che vorrebbero sapere se e quando avranno
una pensione, quelli che sono preoccupati dalla devastazione del
territorio e del riscaldamento climatico.
Quando è
troppo è troppo! Non siamo un Paese addormentato. L’Italia è piena di
esperienze, movimenti, laboratori. Persone che possono incontrarsi,
riconoscersi, e mettersi in cammino insieme.
Per
questo ci siamo incontrati a Bologna in un’assemblea con centinaia di
persone da Torino a Palermo, dal Salento a Trieste, da Milano, a Napoli,
da Ancona a Padova, da esponenti di liste civiche, forze politiche,
parlamentari ed europarlamentari ad associazioni, movimenti e singoli
attivisti. È stata una grande assemblea, organizzata dal basso,
cresciuta giorno dopo giorno sul web e sui territori, autofinanziata.
Ci
siamo incontrati per dire che ci siamo e che serve uno spazio pubblico
dell’alternativa, un fronte popolare e vivo, aperto a tutte e tutti, un
luogo non di semplice unità e sommatoria, ma di convergenza tra diversi,
una proposta che possa concorrere alle prossime elezioni in alternativa
agli altri poli esistenti. Una proposta politica di questo tipo non può
scaturire né dal tavolo dei partiti, nè dall’ennesimo appello della
società civile, ma deve nascere dall’impegno sui territori e nelle
lotte, dal percorso dal basso che dobbiamo costruire tutte e tutti
insieme. Serve un progetto differente dalla solita politica che ci ha
dato negli anni molte delusioni e poche risposte concrete, e che oltre
ad essere differente sia in grado di fare la differenza.
Non esistono ricette semplici, ma ci mettiamo in cammino per Costruire l’alternativa.
La Carovana dell’alternativa
Spesso quando finiscono le assemblee tutti si chiedono “sì, ok, ma ora che si fa?”
Sappiamo
che l’alternativa non si costruisce da sola, per questo parte oggi una
grande carovana, un cammino per scrivere collettivamente il programma
dell’alternativa, prendere in mano il nostro destino, far incontrare e
conoscere le tante esperienze territoriali, le liste civiche, le
esperienze politiche locali e nazionali, i movimenti, le associazioni i
tanti attivisti, le tante e tanti cittadini che hanno ancora voglia di
provarci.
La
Carovana dell’alternativa ha l’obiettivo di mettere in rete esperienze
collettive e singoli attivisti in un percorso finalizzato alla scrittura
dal basso del programma dell’alternativa, cooperando e mettendo insieme
competenze individuali e collettive.
Cosa facciamo concretamente? Ecco alcune piccole “istruzioni per l’uso”.
- Contattaci e organizziamo una tappa della carovana nella tua città in cui discutere di proposte concrete e pratiche da realizzare sul territorio dandoci anche modalità di coordinamento organizzativo nazionale.
- Moltiplichiamo le reti, i contatti, le relazioni con le realtà territoriali. Facciamo in modo che questo percorso sia un crocevia di esperienze che rompono la solitudine sui territori e si mettono in cammino assieme
- Ogni tappa deve essere pensata per garantire una discussione ampia, aperta, con facilitatori che assumono il compito di garantire una discussione vera e non pre-costituita contribuire alla scrittura del programma nel percorso della carovana e di individuare punti di vertenza e battaglia locale coinvolgendo reti sociali, soggetti politici, liste civiche, movimenti e singoli cittadini.
- Incontriamoci in primavera in una grande tappa nazionale.
Ma le
idee da sole non bastano. La campagna referendaria ci ha mostrato la
forza che abbiamo, quando siamo uniti, organizzati e mobilitati.
Dobbiamo continuare a stare per strada e a dare battaglia. A dare
battaglia perché il governo faccia votare i cittadini sui referendum per
cancellare voucher e licenziamenti facili e si torni subito dopo al
voto con una legge elettorale che faccia pesare allo stesso modo il voto
di tutti i cittadini.
Dobbiamo
metterci in gioco, tutti quanti, non solo nella scrittura di un
programma, ma anche e soprattutto in una battaglia concreta: una
campagna sociale e politica sul lavoro, la precarietà e la
redistribuzione, che tolga ai pochi che hanno tanto, per dare ai tanti
che hanno poco. Anche per questo costruiremo comitati di supporto ai
referendum promossi dalla Cgil per l’abrogazione dei voucher, per il
ripristino dell’articolo 18 e della clausola sociale negli appalti.
Serve dare parola ai cittadini il prima possibile, con o senza elezioni
politiche. Dobbiamo mobilitarci, scendere in piazza. Daremo battaglia
per mandare a casa il governo Renzi Bis – Gentiloni e cambiare il nostro
paese a partire dalla lotta contro lo sfruttamento e la precarietà, per
l’uguaglianza.
La
connessione tra maggioranze sociali e alternativa politica non nascerà
in astratto, ma solo da un lungo cammino fatto insieme, che possa far
emergere, finalmente, l’alternativa dal basso di cui abbiamo bisogno.
Mettiamoci in cammino.
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DOCUMENTO CITTA’ IN COMUNE RILANCIO PERCORSO UNITARIO
(21 dicembre 2016)
Abbiamo
partecipato con convinzione all’assemblea di domenica scorsa
(“Costruire l’alternativa”, Bologna, 18 dicembre). Ne abbiamo condiviso
il senso, oltreché l’obiettivo, e apprezzato l’appassionata tensione
che l’ha animata, nonché i contenuti programmatici emersi e l’esplicita
volontà di costruzione di un polo politico autonomo e alternativo, che
costituiscono una importante base comune.
Aspetti
e caratteristiche che hanno confortato la sollecitazione a condividere
lo stesso percorso unitario e l’invito a collaborare rivolto dalle 500
persone, attivisti, militanti politici , amministratori locali, riunite
l’11 dicembre scorso nell’incontro nazionale “Ricominciamo dal No(i)”.
A noi di Politica in comune interessa
soprattutto cogliere lo slancio unitario che sta finalmente
attraversando e contagiando il tessuto sociale e culturale della
sinistra italiana, che si è felicemente mobilitato nella battaglia
referendaria. Lo stesso che è emerso dall’incontro di domenica scorsa,
grazie al quale siamo sicuri potremo insieme impegnarci nel prosieguo
del percorso che sia a Bologna, sia a Roma è stato unanimemente
invocato.
Confermiamo
pertanto l’invito alle realtà territoriali di indire, sulla base degli
appelli lanciati da Roma e da Bologna, assemblee e riunioni aperte a
ogni soggettività politica e sociale, civica e culturale, in
preparazione di un nuovo appuntamento nazionale, dove individuare
metodi, criteri e regole per delineare quelle nuove forme politiche
unitarie di cui ha bisogno la sinistra nel nostro paese.
Poiché,
al di là delle valutazioni di ciascuno e di ciascuna, siamo in presenza
di un’accelerazione politica che c’impone di consolidare i processi
unitari in corso, per consentire a tutti noi di sentirsi
democraticamente rappresentati e partecipi.
Nelle due assemblee si è indiscutibilmente affermata la convinzione che l’unità non solo è necessaria, ma è anche possibile.
Dobbiamo
quindi lavorare a intrecciare e valorizzare i diversi percorsi
politici, le tante energie che si sono espresse a Roma e Bologna. Va da
sé che risulterebbe grottesco, oltreché tombale, dividersi per
realizzare l’unità.
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