mercoledì 14 novembre 2012

Il confronto. Col quale senza il quale tutto rimane tale e quale

121113primariedi Maria R. Calderoni
Commosso no, divertito no, fatto sognare no, portato davanti allo sbadiglio sì. E fatto rimpiangere il vero "X Factor", accidenti.
Sarà stato anche quel look nero-funerale, e quell'impareggiabile tono da bravi ragazzi che non hanno mai bigiato a scuola nemmeno una volta; sarà stata quella lezioncina a modo imparata diligentemente a memoria. Ma insomma, quando un barbudo Giuliano Ferrara, al termine del "Confronto", ha esclamato: , ci siamo sentiti risarciti.
Cinque Piccoli Indiani che si tagliano come il burro. Perbene, "carini", con un sacco di buone intenzioni: il lavoro, il progresso, il futuro, la parità di genere, la produzione qualificata a pro di imprese e di giovani, il Pil ma anche il Bil (brand Puppato), l'immigrazione, i bambini, gli omosessuali, i matrimoni gay.
Senza dimenticare un''Europa con l'anima", la Patria e la Chiesa. Quest'ultima  anzi rigrazia: per Bersani la prima figura del suo Pantheon personale è Papa Giovanni, per Vendola il card. Martini (e Tabacci ci mette De Gasperi e Laura Puppato Tina Anselmi, estremisticamente spingendosi però fino a Nilde Iotti).
Talché suona come uno scoop fantastico la boutade del solito barbudo Ferrara: (Ferrara, ma che stai a di'?).
Comunque, tre dei (Non Magnifici) Cinque - Puppato, Vendola, Renzi - ci fanno sapere, grazie, che sono contro alla presenza di Pierfurbo Casini nella coalizione; Tabacci invece dice che vuol fare tale e quale Milano e Bersani il comunista prende tempo, si sa, , elementare Watson.
Beh, alla fine del Confrontone, uno si trova a domandarsi perché diavolo l'hanno fatto; e anche i giornalisti chiamati a dare il voto sono giù di corda. Per Telese hanno fatto quattro chiacchiere, per Sechi sono da bocciare in toto; e persino un imbarazzato Sarno, direttore dell'Unità, . Insomma, il famoso , non è riuscito a nessuno dei Cinque Piccoli  Premier-In-Pectore.
Ha vinto Sky, che si è fatta un gran spottone "a gratis" (a noi invece conviene correre a comprare un Devoto-Oli nuovo di zecca: Vendola ha detto che l'Italia ha soprattutto bisogno di un e Bersani che c'è soprattutto urgenza di un , e chi lo sapeva?...)

121114democrazia cristianadi Massimo Gramellini
Alla domanda del conduttore di Sky su quale fosse la loro figura storica di riferimento, i candidati alle primarie del centrosinistra hanno risposto: De Gasperi, Papa Giovanni, Tina Anselmi, Carlo Maria Martini e Nelson Mandela. Tutti democristiani tranne forse Mandela, indicato da Renzi che, essendo già democristiano di suo, non ha sentito il bisogno di associarne uno in spirito.
Scelte nobili e ineccepibili, intendiamoci, come lo sarebbero state quelle di altri cattolici democratici, da Aldo Moro a don Milani, evidentemente passati di moda. Maciò che davvero stupisce è che a nessuno dei pretendenti al trono rosé sia venuto in mente di inserire nel campionario un poster di sinistra. Berlinguer, Kennedy, Bobbio, Foa.
Mica dei pericolosi estremisti,mai depositari riconosciuti di quella che dovrebbe essere la formula originaria del Pd: diritti civili, questione morale, uguaglianza nella libertà. Almeno Puppato, pencolando verso l’estremismo più duro, ha annunciato come seconda «nomination» Nilde Iotti.
Dalle altre bocche non è uscito neppure uno straccio di socialdemocratico scandinavo alla Olof Palme.
Forse i candidati di sinistra hanno ignorato le icone della sinistra perché temevano di spaventare gli elettori potenziali. Così però hanno spaventato gli elettori reali. Quelli che non possono sentirsi rappresentati da chi volta le spalle alla parte della propria storia di cui dovrebbe andare più orgoglioso.
da La Stampa

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