domenica 1 maggio 2011

I REFERENDUM, IN PRIMO LUOGO

Berlusconi e Bossi sembrano – sputati – quelli del detto toscano: i due ladri di Pisa che litigano di giorno e vanno a rubare insieme di notte. In questo caso non stiamo facendo riferimento alle grassazioni ennesime e infinite delle cricche di regime che prosperano grazie al malgoverno di B e B, ma al miserabile minuetto che stanno intrecciando sui bombardamenti contro Gheddafi. Di giorno fanno finta di darsele di santa ragione, il “celoduro” gracchia che “o lo stop ai raid o può succedere di tutto”, il “culomoscio” (come lo chiamano le sue prezzolate) risponde chiedendo che Napolitano protegga il governo contro i celti che vogliono fargli la bua. Di notte, però, in quella notte della democrazia liberale che è ormai diventato il parlamento degli Scilipoti, si scambiano amorosi sensi per continuare a tenere in vita il governo di Roma-Milano-ladrone, tanto i telegiornali minzolinizzati daranno a bere agli italiani quello che fa comodo al Narcisocrate di Arcore e al suo scudiero di Pontida.

Nel frattempo l’opposizione non c’è, per non smentirsi. E se per caso c’è, dorme. L’altro giorno, per dire, poteva tranquillamente mandare sotto il governo su un documento cruciale di politica economica, ma erano assenti in quaranta.

Sarà bene che ogni cittadino si attrezzi perciò per l’“opposizione fai da te”, si consideri comitato centrale di se stesso, non si limiti più a essere “opinione pubblica” e neppure pubblico manifestante quando c’è da scendere in piazza, ma cominci a organizzare club ispirati ai valori costituzionali di “giustizia e libertà” per vincere le battaglie che l’opposizione canonica spesso non vuole neppure combattere.

I referendum, in primo luogo. I ladri di Pisa faranno di tutto per scipparli al popolo sovrano, visto che per loro deve coincidere col popolo bove. Se ciascuno di noi si attiva fin da ora, in prima persona, considerando la politica “diretta” un appassionante e personale “bricolage”, la sinergia esponenziale dei volantini e manifesti creati dal basso, fatti circolare di sito in sito, realizzati e diffusi artigianalmente, possono diventare quella tv alternativa che faccia affogare il regime nell’acqua pubblica, lo faccia esplodere nel nucleare e lo mandi alla sbarra senza più legittimo impedimento.

Ma anche il voto di Napoli, per De Magistris sindaco, e quello di Milano, per un sonoro no alla Moratti, costituiranno momenti cruciali. Si può andare al ballottaggio e vincere in entrambi i casi, e allora la villa del bunga bunga smetterebbe di colpo di essere la capitale.
Paolo Flores d'Arcais, Il Fatto quotidiano

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