E dire che ci indignavamo con Berlusconi e delle sue figure da cioccolataio nei consessi internazionali, per le sue gaffe e per la sua inconsistenza. Adesso abbiamo uno che senza nemmeno una vena di ironia parla di “reputescion” del Paese suscitando la garbata ilarità di Hollande e Merkel definitivamente confortati dalla nullità del premier italiano, dalla sua evasività, incoerenza, ignoranza che si fa fuffa per coprire l’obbedienza. Tanto più che il provinciale di Rignano reso ancor più logorroico come un villico giunto in Piazza della Signoria, si guarda attorno e dice che la reputescion dipende dal massacro del lavoro, secondo quanto gli è stato ordinato, ma anche in perfetta armonia con l’istinto del padroncino opaco e rapace che aggiunge di suo il peggio, per esempio la legittimità dello spionaggio nei confronti del lavoratore.
Capisco che in un ambiente degradato e servile che comincia ad essere segnato dal sordo mormorio del si salvi chi può, i media possano spacciare questo affabulatore compulsivo, grossolano e ridicolo in un genio della comunicazione, dando così prova della loro stessa natura e acutezza di giudizio. E tanto per non violare il tabù del populismo che può essere attribuito solo a Grillo, visto che così vuole l’Europa. Ma trattasi di cialtrone che sarebbe bene tenere sotto teca a Rignano, se non altro per non mostrare fuori dai confini, a che punto di credulescion possano giungere gli italiani.
E dopo i discorsi nell’inglese da terza media, tenuti in quella lingua allo scopo di focalizzare l’attenzione più sugli errori d’espressione che sull’assenza di idee, adesso giunge la reputescion sparata a Milano. In condizioni normali sarebbe davvero arduo prendere sul serio un personaggio simile che proprio e solo nei particolari nefandi si mostra trasparente. Ma c’è già il pretesto elaborato nei salotti buoni: o tenersi il cazzo buffo oppure il disastro e il governo diretto dalla troika, come se poi facesse una qualche differenza sul piano concreto. Ma si sa che un governo apertamente ” estraneo” è molto più pericoloso sul piano del controllo sociale e politico. Dunque viva Renzi. Anche se poi ci si trova di fronte alle più inquietanti anomalie, per esempio una fiducia chiesta non su qualcosa, ma per ottenere una delega in bianco sulla riforma del lavoro. Qualcosa che solo Napolitano potrebbe considerare costituzionale, per via dell’ottenebrescion, ma che di fatto deriva dalle imposizioni di una governance etero diretta.
Ma andatevene a quella lochescion.
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