La richiesta di sequestro preventivo del cantiere di Ugozzolo da parte della Procura di Parma è stata inviata lo scorso 30 luglio. Si ipotizza anche l'abuso d'ufficio perché l'assegnazione dell'appalto è avvenuta senza indire una gara pubblica.
La Procura di Parma lo scorso 30 luglio ha chiesto il sequestro preventivo del cantiere dell'inceneritore di Ugozzolo. Ne ne dà notizia il Tg3 regionale. La richiesta è stata inoltrata dal pm Roberta Licci, la decisione spetta al giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sarli. I reati ipotizzati a carico degli indagati, di cui non si conosce ancora il numero preciso, sono abuso edilizio e abuso d'ufficio. Nel mirino vertici di Iren e anche dirigenti di Comune e Provincia. Massimo riserbo sui nomi da parte del procuratore Gerardo Laguardia: "Siamo in attesa della decisione del giudice - il suo unico commento - questo è l'ultimo atto della dottoressa Licci prima di lasciare la nostra Procura".
Abuso edilizio, quindi, perché il cantiere sarebbe stato avviato in mancanza della concessione edilizia del Comune, al quale non sarebbero stati pagati gli oneri di urbanizzazione. La questione è stata al centro di un duro braccio di ferro tra dell'Amministrazione Vignali e Iren. Il cantiere è rimasto bloccato per mesi, finché il Tar non ha messo la parola fine alla querelle dando ragione alla multiutility, che ora ha chiesto un risarcimento danni di 28 milioni di euro per il periodo di inattività.
Poi, abuso d'ufficio. Il reato sarebbe ipotizzato perché l'assegnazione dell'appalto è avvenuta senza indire una gara pubblica. Laconico il commento degli addetti stampa Iren: "Abbiamo piena fiducia nell'operato della magistratura". La multiutility contava di attivare l'inceneritore entro la fine del 2012. Ora, anche la magistratura entra a gamba tesa nella questione che più infiamma poteri e cittadini.
La Repubblica, Parma
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