Buongiorno, oggi lascio lascio Articolo 1 – MDP.
Sono siciliano ed in questi mesi ho fatto parte di un progetto per la costruzione di una lista di sinistra alternativa al PD che si potesse presentare allle elezioni regionali. Avevo militato nel PD dal 2010 al 2014, non sono portatore di militanze storiche in formazioni politiche, semmai ho svolto per molti anni attivismo in una organizzazione per la tutela dei diritti umani. Considero l’impegno politico un dovere civico, di ogni cittadino, perché viviamo in comunità e dobbiamo aver cura del nostro bene comune. Considero il più grande bene comune per tutta l’umanità la giustizia sociale e vorrei un mondo nel quale i diritti umani siano acquisiti, praticati e non messi in discussione. Non considero, certamente, l’unità un valore, tantomeno l’unità della sinistra. La parola sinistra è un feticcio svuotato di senso se non si persegue la giustizia sociale. L’unità della sinistra inutile senza chiarezza sui valori e sulle politiche conseguenti.
In questi mesi, mentre i dirigenti siciliani di MDP inseguivano il PD e Orlando, su candidature come Grasso e Micari, noialtri abbiamo unito le forze di partiti e movimenti, associazioni, cittadini che in tutta la sicilia hanno sperimentato la progettualità dello stare assieme da militanti, ritrovando nelle parole e nella costruzione programmatica quei valori ed ideali comuni che i dirigenti forse non riescono più a condividere nelle loro continue pratiche di divisioni e pseudo richiami unitari.
Ma nello stesso tempo, nello stesso periodo, avviava la sua esperienza Art1. MDP. In ritardo a mio parere, perché il PD doveva essere lasciato prima, ben prima del referendum costituzionale. Ma riaccendeva in me la speranza e vi aderivo, partecpando alle prime assemblee e incontri, costituendo un comitato con altri amici, e vivendo la costruzione dei primi organi a Palermo. Quì le prime delusioni. Art1 agisce come emanazione dei gruppi parlamentari, nazionali e regionali, e gli organi vengono composti per cooptazione. Strano per chi al PD rimprovera pratiche verticistiche e di apparato. Mi viene spiegato da molti che si tratta di una fase iniziale, che poi verrà lo statuto e con le regole tutto andrà a posto.
Ma queste pratiche determinano l’assoluta non partecipazione di una base che non può esprimersi e quando può esprimersi non può votare. Gli stessi organi nati per cooptazione vengono usati come feticci di una democrazia assente ed ogni cosa viene stabilita dal coordinamento regionale nato per autocooptazione degli onorevoli.
Dal mio punto di vista, che nel PD criticavo uno statuto basato sui diritti degli eletti, la cosa è difficile da accettare.
Sino al cortocircuito.
Giovedì scorso mi sono trovato ad Enna, ad un primo incontro tra le forze che non avevano inseguito il PD, con Art1 e SI, che abbandonato il progetto Orlando/PD si sono rivolti a quest’altra componente che da subito si era dichiarata alternativa. Si concorda una percorso unico, democratico e partecipato per scegliere programmi e candidati. Sembra una vittoria, una cosa buona. Tutte le componenti a sinistra del PD che si ritrovano sui valori, a cominciare dalla partecipazione democratica.
Ma il mio disagio, nello stare nella delegazione controparte ad Art1 e MDP è stato notevole. Linguaggi e modalità troppo diversi dai miei. Indipendentemente da come andrà la vicenda delle elezioni regionali io non posso stare in un movimento o partito che continua con pratiche che non accetto, senza statuto, senza un regolamento, neanche per il tesseramento in atto. Senza che si intraveda un percorso di costruzione democratica.
Io pratico l’attivismo politco indipendentemente dai partiti. Ho fatto volantinaggio per il No costituzionale, organizzato incontri ed assemblee (assieme ad altri) senza partito, perché i valori che mi appartengono vengono prima di ogni forma di organizzazione.
Grazie per l’attenzione.
Sono siciliano ed in questi mesi ho fatto parte di un progetto per la costruzione di una lista di sinistra alternativa al PD che si potesse presentare allle elezioni regionali. Avevo militato nel PD dal 2010 al 2014, non sono portatore di militanze storiche in formazioni politiche, semmai ho svolto per molti anni attivismo in una organizzazione per la tutela dei diritti umani. Considero l’impegno politico un dovere civico, di ogni cittadino, perché viviamo in comunità e dobbiamo aver cura del nostro bene comune. Considero il più grande bene comune per tutta l’umanità la giustizia sociale e vorrei un mondo nel quale i diritti umani siano acquisiti, praticati e non messi in discussione. Non considero, certamente, l’unità un valore, tantomeno l’unità della sinistra. La parola sinistra è un feticcio svuotato di senso se non si persegue la giustizia sociale. L’unità della sinistra inutile senza chiarezza sui valori e sulle politiche conseguenti.
In questi mesi, mentre i dirigenti siciliani di MDP inseguivano il PD e Orlando, su candidature come Grasso e Micari, noialtri abbiamo unito le forze di partiti e movimenti, associazioni, cittadini che in tutta la sicilia hanno sperimentato la progettualità dello stare assieme da militanti, ritrovando nelle parole e nella costruzione programmatica quei valori ed ideali comuni che i dirigenti forse non riescono più a condividere nelle loro continue pratiche di divisioni e pseudo richiami unitari.
Ma nello stesso tempo, nello stesso periodo, avviava la sua esperienza Art1. MDP. In ritardo a mio parere, perché il PD doveva essere lasciato prima, ben prima del referendum costituzionale. Ma riaccendeva in me la speranza e vi aderivo, partecpando alle prime assemblee e incontri, costituendo un comitato con altri amici, e vivendo la costruzione dei primi organi a Palermo. Quì le prime delusioni. Art1 agisce come emanazione dei gruppi parlamentari, nazionali e regionali, e gli organi vengono composti per cooptazione. Strano per chi al PD rimprovera pratiche verticistiche e di apparato. Mi viene spiegato da molti che si tratta di una fase iniziale, che poi verrà lo statuto e con le regole tutto andrà a posto.
Ma queste pratiche determinano l’assoluta non partecipazione di una base che non può esprimersi e quando può esprimersi non può votare. Gli stessi organi nati per cooptazione vengono usati come feticci di una democrazia assente ed ogni cosa viene stabilita dal coordinamento regionale nato per autocooptazione degli onorevoli.
Dal mio punto di vista, che nel PD criticavo uno statuto basato sui diritti degli eletti, la cosa è difficile da accettare.
Sino al cortocircuito.
Giovedì scorso mi sono trovato ad Enna, ad un primo incontro tra le forze che non avevano inseguito il PD, con Art1 e SI, che abbandonato il progetto Orlando/PD si sono rivolti a quest’altra componente che da subito si era dichiarata alternativa. Si concorda una percorso unico, democratico e partecipato per scegliere programmi e candidati. Sembra una vittoria, una cosa buona. Tutte le componenti a sinistra del PD che si ritrovano sui valori, a cominciare dalla partecipazione democratica.
Ma il mio disagio, nello stare nella delegazione controparte ad Art1 e MDP è stato notevole. Linguaggi e modalità troppo diversi dai miei. Indipendentemente da come andrà la vicenda delle elezioni regionali io non posso stare in un movimento o partito che continua con pratiche che non accetto, senza statuto, senza un regolamento, neanche per il tesseramento in atto. Senza che si intraveda un percorso di costruzione democratica.
Io pratico l’attivismo politco indipendentemente dai partiti. Ho fatto volantinaggio per il No costituzionale, organizzato incontri ed assemblee (assieme ad altri) senza partito, perché i valori che mi appartengono vengono prima di ogni forma di organizzazione.
Grazie per l’attenzione.
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