di Iside Gjergji
Era evidente ieri la soddisfazione di Armeno Carlos, leader della Cgtp, nel vedere la piazza “o Terreiro do Paço” piena “come un uovo”. La giornata di lotta contro l’“affondamento del Portogallo”, convocata ieri dai sindacati e da diverse forze politiche della sinistra portoghese, ha di fatto raggiunto i suoi obiettivi: mostrare la crescente forza della protesta popolare, che ormai ha invaso ogni angolo del paese (il 15 settembre scorso erano in piazza in tutto il paese quasi un milione di persone, circa un portoghese ogni dieci), e lanciare un nuovo sciopero generale contro le politiche di tagli del governo e della Troika.
Ad annunciare l’idea di un nuovo sciopero generale in Portogallo è stato proprio Armeno Carlos quando, alle ore 16, è salito sul palco per parlare ai numerosi manifestanti che avevano occupato la piazza.
Era evidente ieri la soddisfazione di Armeno Carlos, leader della Cgtp, nel vedere la piazza “o Terreiro do Paço” piena “come un uovo”. La giornata di lotta contro l’“affondamento del Portogallo”, convocata ieri dai sindacati e da diverse forze politiche della sinistra portoghese, ha di fatto raggiunto i suoi obiettivi: mostrare la crescente forza della protesta popolare, che ormai ha invaso ogni angolo del paese (il 15 settembre scorso erano in piazza in tutto il paese quasi un milione di persone, circa un portoghese ogni dieci), e lanciare un nuovo sciopero generale contro le politiche di tagli del governo e della Troika.
Ad annunciare l’idea di un nuovo sciopero generale in Portogallo è stato proprio Armeno Carlos quando, alle ore 16, è salito sul palco per parlare ai numerosi manifestanti che avevano occupato la piazza.
Questa volta, però, Armeno Carlos ci ha
tenuto a sottolineare l’importanza dell’unione di tutte le sigle
sindacali e la necessità di discutere con tutte le altre forze sociali
la preparazione dello sciopero generale: “Dobbiamo concentrarci su ciò
che è essenziale e unirci per cambiare le cose. Dobbiamo unirci e
combattere tutti insieme”. Il leader del Cgtp ha reso noto, inoltre, che
il prossimo 3 ottobre si riunirà, in seduta straordinaria, il consiglio
nazionale del sindacato al fine di verificare le condizioni e
organizzare lo sciopero generale.
Nessuna data è stata ipotizzata per ora perché, come Carlos ha spiegato ai giornalisti, tutto dipenderà dalle decisioni che verranno assunte nella riunione del 3 ottobre prossimo. È molto probabile, tuttavia, che la data sia fissata entro la fine dell’anno. Armeno Carlos, con un discorso più volte applaudito, ha lanciato poi dure critiche al governo di Passos Coelho. “Temono che le persone perdano la paura e la gente sta dimostrando che sta perdendo la paura, che vuole combattere per salvaguardare le generazioni future”, ha esordito il leader sindacale, garantendo il pieno appoggio del suo sindacato a tutti i lavoratori, studenti, disoccupati e pensionati che patiscono i tagli imposti dalla Troika.
“La lotta non si fermerà e diventerà sempre più dura fino a raggiungere i nostri obiettivi”, ha urlato dal palco Armeno Carlos, chiedendo le dimissioni del primo ministro: “Che cosa aspetti per andartene? Vai via e porta lontano questa politica il più presto possibile”. E poi ha aggiunto: “E’ tempo di andare a mettere le mani sulle colossali fortune di coloro che si sono ingrassati a spese del popolo. Questo deve essere fatto ora, perché ora è il momento che paghi il capitale”.
Il leader del più grande sindacato portoghese ha gridato, infatti, più e più volte, con tutta la voce che aveva in gola: “E’ tempo di tassare il capitale!“. E la folla non gli ha mai risparmiato gli applausi scroscianti ogni volta che la frase è stata pronunciata.
Nessuna data è stata ipotizzata per ora perché, come Carlos ha spiegato ai giornalisti, tutto dipenderà dalle decisioni che verranno assunte nella riunione del 3 ottobre prossimo. È molto probabile, tuttavia, che la data sia fissata entro la fine dell’anno. Armeno Carlos, con un discorso più volte applaudito, ha lanciato poi dure critiche al governo di Passos Coelho. “Temono che le persone perdano la paura e la gente sta dimostrando che sta perdendo la paura, che vuole combattere per salvaguardare le generazioni future”, ha esordito il leader sindacale, garantendo il pieno appoggio del suo sindacato a tutti i lavoratori, studenti, disoccupati e pensionati che patiscono i tagli imposti dalla Troika.
“La lotta non si fermerà e diventerà sempre più dura fino a raggiungere i nostri obiettivi”, ha urlato dal palco Armeno Carlos, chiedendo le dimissioni del primo ministro: “Che cosa aspetti per andartene? Vai via e porta lontano questa politica il più presto possibile”. E poi ha aggiunto: “E’ tempo di andare a mettere le mani sulle colossali fortune di coloro che si sono ingrassati a spese del popolo. Questo deve essere fatto ora, perché ora è il momento che paghi il capitale”.
Il leader del più grande sindacato portoghese ha gridato, infatti, più e più volte, con tutta la voce che aveva in gola: “E’ tempo di tassare il capitale!“. E la folla non gli ha mai risparmiato gli applausi scroscianti ogni volta che la frase è stata pronunciata.
Il fatto quotidiano - 30.09.12
di Redazione Il Fatto Quotidiano
Migliaia di indignados ieri sono scesi di nuovo per le strade di Madrid, e in particolare a Plaza de Neptuno, alle spalle del Parlamento, per contestare le misure di austerity del governo per la terza volta in cinque giorni. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del governo di Mariano Rajoy, lo scioglimento del parlamento e la messa a punto di una nuova costituzione. Migliaia gli agenti sono stati dispiegati per garantire che la manifestazione, non autorizzata, che si è svolta nei pressi della sede del parlamento. El Mundo ha riferito di almeno un ferito. Martedì dopo gli scontri tra polizia e manifestanti 64 persone sono rimaste ferite e 35 sono state arrestate. Secondo quanto riferito dai media spagnoli, poco prima di mezzanotte agenti antisommossa sono intervenuti per disperdere un piccolo gruppo che si tratteneva a tarda serata, occupando la piazza.
Migliaia di indignados ieri sono scesi di nuovo per le strade di Madrid, e in particolare a Plaza de Neptuno, alle spalle del Parlamento, per contestare le misure di austerity del governo per la terza volta in cinque giorni. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del governo di Mariano Rajoy, lo scioglimento del parlamento e la messa a punto di una nuova costituzione. Migliaia gli agenti sono stati dispiegati per garantire che la manifestazione, non autorizzata, che si è svolta nei pressi della sede del parlamento. El Mundo ha riferito di almeno un ferito. Martedì dopo gli scontri tra polizia e manifestanti 64 persone sono rimaste ferite e 35 sono state arrestate. Secondo quanto riferito dai media spagnoli, poco prima di mezzanotte agenti antisommossa sono intervenuti per disperdere un piccolo gruppo che si tratteneva a tarda serata, occupando la piazza.
Le manifestazioni contro i piani di
austerity del governo si sono svolte anche a Lisbona e hanno ancora una
volta portato in piazza nella capitale del Portogallo migliaia di
persone che hanno nuovamente protestato contro i previsti tagli alla
spesa e chiedere le dimissioni del premier Pedro Passos Coelho, del
movimento conservatore Partito socialdemocratico. La protesta è stata
convocata dall’organizzazione sindacale Cgtp. “Questo governo è
totalmente screditato. Non può andare avanti”, ha dichiarato il
segretario generale dell’organizzazione Armenio Carlos.
Il fatto quotidiano - 30.09.12
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