domenica 14 ottobre 2012

BERLUSCHINI di Alessandro Robecchi

Un, due, tre. Tremonti bis

E’ ora di tentare l’impensabile, di sfidare la logica e la Storia, di volare alti con l’immaginazione. Il paese dilaniato dalla crisi si appresta impavido a una sfida impossibile: prendere sul serio Giulio Tremonti. Se riusciremo a fare questo nulla ci sarà precluso, persino sfidare la forza di gravità o compiere imprese ancor più estreme e assurde, tipo prendere sul serio Sergio Marchionne. A vederlo argomentare in tivù, Giulio Tremonti sembra l’uomo della provvidenza. Uno sbucato dal nulla che scuote la testa davanti alla politica economica degli ultimi anni, uno che non le manda a dire, che fa a pezzi ogni decisione, strategia, accorgimento e soluzione adottata durante gli anni del centrodestra, quando a prendere decisioni, disegnare strategie, approntare accorgimenti e soluzioni era Giulio Tremonti. Un caso da manuale di sdoppiamento della personalità. Forse Giulio Tremonti è come il Dorian Gray di Oscar Wilde: ha in casa un ritratto che dice cose molto intelligenti. Certo dietro tutto questo c’è una poderosa potenza organizzativa. Quando suona il telefono in casa Tremonti perché qualcuno lo invita in tivù, una gentile signorina chiede compita: “Quale Tremonti vi mando? Quello che ha fatto il ministro dell’economia o il nuovo modello?”. Di solito, va detto, ai dibattiti compare il Tremonti nuovo, dato che quello vecchio non si trova più. Poi, a vederlo in onda uno dice: “Ma guarda questo com’è in gamba. Ah, se avesse fatto il ministro dell’economia!”. Ora che il Tremonti 2.0 annuncia la formazione di una sua lista alle elezioni siamo tutti più tranquilli: egli lotterà strenuamente contro la Lega (di cui il Tremonti 1.0 era fiero ammiratore), contro Il PdL o quel che ne rimane (di cui il Tremonti 1.0 era il ministro più potente) e contro Monti (l’unico che fece al Tremonti 1.0 dei sinceri complimenti sul Corriere della Sera). Insomma, diciamolo: il popolo italiano sa dare il meglio di sé quando è stremato dalle difficoltà. E’ allora che il suo sussulto di orgoglio diventa potente e imprevedibile. E’ allora che realizza le sue imprese impossibili. Come prendere sul serio Giulio Tremonti. Nessun altro popolo oserebbe tanto.

Voglia di rinnovamento nel PdL: per la leadership spunta Badoglio

Pace ritrovata nello schieramento di centro-destra: Santanché ordina sei casse di bombe a mano. I privilegi della casta: le capsule di cianuro nei molari di Gasparri saranno installate gratis. Finalmente affrontata di petto la questione morale: sarà deportata a Dachau.
C’è aria di concordia e di fraterna ricomposizione all’interno del centrodestra italiano. L’annunciato passo indietro di Silvio Berlusconi ha come per magia compattato tutte le componenti, pur con qualche precauzione. Daniela Santanché, per esempio, ha ordinato da Vuitton un intero set di trappole per orsi da sistemare intorno a Palazzo Grazioli nel caso si avvicinassero Cicchitto e Bonaiuti. Dal canto suo, la componente ex-An chiede una maggiore visibilità e studia gesti clamorosi, come per esempio un grande rogo nel centro di Roma, in cui potrebbe essere arso vivo Giancarlo Galan. “Un buon progetto – lo definisce Maurizio Gasparri – peccato che per Galan non piangerebbe nessuno”. Deborah Bergamini, intanto, lancia una nuova corrente, quella delle bionde, mentre la pattuglia dei rinnovatori sarebbe composta da Gaetano Quagliariello, Mariastella Gelmini e Gianni Alemanno. “Avevamo contattato anche Scelba, Badoglio e Bava Beccaris – si legge in una nota – ma non hanno risposto, forse impegnati altrove. Non importa, allargheremo comunque il nostro gruppo, magari con qualcuno che sa leggere”. I colonnelli di An, capitanati da Ignazio La Russa, chiedono invece un posto al sole nella coalizione, e non è escluso che marceranno su Addis Abeba prima della scadenza elettorale. Continuano comunque nella sede del partito i casting per un nuovo leader, che dovrà essere giovane, dinamico e capace di comunicare. Dalla regione Lombardia fanno sapere di avere le carte in regola, “perché – si legge in una nota – Dio è con noi. Dio e la cosca Palamara, gente seria che non ama scherzare”. Per le primarie nel partito si schiera invece Daniela Santanché, ma il tema è controverso. Maurizio Gasparri e Franco Frattini si mostrano decisamente contrari: “Ci abbiamo messo otto anni a fare le primarie e siamo arrivati alle scuole medie in tarda età, di ricominciare da capo non se ne parla”. Più raffinata l’analisi di Fabrizio Cicchitto: “Le primarie? Le stiamo già facendo, se vince Renzi avremo finalmente un credibile candidato di centro destra alla guida del governo”.

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