mercoledì 24 ottobre 2012

Recessione europea: l'austerità scava la fossa

La cura dello stregone non appare diversa da quella dei tecnici: in entrambi i casi non funziona.

Nemmeno per la parte che ossessivamente viene e indicata come quella che giustificava la “cura da cavallo” per l'Italia e le “riforme strutturali” per portare il lavoro dipendente in condizioni di semischiavità: il debito pubblico.

Le ricette sono state le stesse per tutti i paesi europei alle prese con squilibri di bilancio più o meno evdenti. E hanno prodotto ovunque risultati opposti a quelli cercati.

Il rapporto tra il debito pubblico e il Pil nell'eurozona – per esempio - è salito al 90% nel secondo trimestre dell'anno contro l'88,2% del primo trimestre, mentre nell'Ue a 27 è passato dall'83,5% all'84,9%.

Le cifre diramate stamattina da Eurostat sono impietose. L'istituto ricorda che rispetto al secondo trimestre del 2011 il rapporto debito/pil è cresciuto sia nell'area euro (dall'87,1% al 90%) sia nell'Ue a 27 (dall'81,4% all'84,9%). Tra i Paesi membri, il rapporto più elevato tra debito pubblico e prodotto interno lordo è stato registrato in Grecia (150,3% contro il 136,9% del trimestre precedente), Italia (126,1%, contro il 123,7 del trimestre precedente ed il 121,7% del secondo trimestre del 2011), Portogallo (117,5%) e Irlanda (111,5%), mentre quello più basso in Estonia (7,3%), Bulgaria (16,5%) e Lussemburgo (20,9%). Abbiamo dunque la prova scientifica che la “cura Monti” ovvero la cura della Troika è un disastro messo in piedi da incompetenti supponenti.

In termini assoluti, il debito italiano nel secondo trimestre dell'anno in corso è stato di 1.982.239 milioni di euro, contro i 1.954.490 del trimestre precedente e i 1.910.024 del secondo trimestre 2011. In altri termini: è salito in termini assoluti nonostante i tagli alla spesa. Ma, in qualche misura, è cresciuto di poco.

Il problema nasce dal fatto che, essedo i tagli misure recessive, questi tagli hanno ridotto sostanziosamente il prodotto interno lorodo (Pil), facendo quindi salire vertiginosamente il “rapporto debito/Pil” che viene usato come metro di misura per qualsisi calcolo macroeconomico.

Il debito italiano è cresciuto di 2,3 punti percentuali di Pil rispetto ai tre mesi precedenti e di 4,4 rispetto al secondo trimestre 2011, quando era al 121,7%. L'Italia ha però prestato ai Paesi dell'Eurozona in difficoltà (Grecia, Portogallo e Irlanda) l'equivalente dell'1,9% del Pil. Quindi abbiamo un effetto perverso doppio: da un lato si mettono risorse per aiutare i paesi in difficoltà (e devono farlo anche quelli che sono già in difficoltà) e quindi si aumenta il debito, dall'altro si concedono prestiti che a loro volta aumentano il debito.

Il rapporto debito-Pil, ricorda Eurostat, è calcolato sulla base della somma del Pil degli ultimi quattro trimestri. Sul dato del secondo trimestre 2012 pesa quindi anche la dinamica negativa della crescita.

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